26 - Il Sapore del Veleno

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David

Sospiro prima di iniziare a raccontare ormai inerme e buttato a terra:

Ho fatto delle scelte più grandi di me, mi son cadute addosso come ruggine.

Volevo tornare, dirti che ci sarei stato ugualmente ma adesso che ti vedo così forte ho capito che non ti sarei servito più; che sarei stato un ulteriore peso a cui aggrapparsi, ma alla quale avresti fatto fin troppo affidamento da non lasciarmi mai andare. -Lo guardo negli occhi ancora fermi e impassibili che fissavano i miei.-

E scappo via con la paura di arrugginire, fra la gente come voi che si lascia piovere addosso.

Scappo vedendo i quartieri, dove nei locali vedevo i bicchieri spaccati dalla gente che faceva a botte.

Camminavo tra i treni durante la notte per cercare di smettere di pensare al tuo nome e magari cominciare finalmente a vivere, perché guardando in alto, sul nostro cielo io non ci vedo più il sereno, -sempre se l'abbia mai visto- ma solo il fumo e la tormenta tra le pagine di una storia che non poteva continuare, ed io che volevo solo sentirmi più leggero.

E ogni volta ci ricasco.

La notte, tra i sogni, mi stringi forte e mi trascini giù in basso tornando ai tempi in cui eravamo ubriachi e ci intossicavamo combattendo insieme.

Io non ho mai visto l'arcobaleno fino a quando non me ne sono riuscito ad andare dalla Mafia.

Ho scoperto che vuol dire volare, vivere nella sua forma più pura.

Nonostante non fosse ciò che speravo e tu lo sai. -sento i miei occhi che s'inumidiscono ma non posso cedere adesso, racconterò schietto, come un prototipo, anche se malfunzionante.-

Tu ti eri fatto trasparente nei miei pensieri, ho reimparato a camminare senza te, e sicuramente lo stesso avrai fatto tu. -il suo sguardo cambia direzione e il suo colpo più stretto su di me.-

-Tossisco.-

Negli ultimi momenti all'interno della Mafia avrei voluto soltanto scomparire.

Ricominciare totalmente da capo, nonostante i miei occhi fossero un po' tristi non potevo dare ascolto a quel sapore che mi avrebbe potuto avvelenare, avvelenarmi di te, senza permettermi di lasciarti come alla fine è successo.

E non lo so più chi sei adesso, però quando ti ho accanto ancora tremo e di sicuro il mio battito non va per niente piano.

Qui sto sotto di te, Charles e non fare quella faccia di chi sa che fa e farà soffrire.

Sì è vero ho preso dei vizi, ma cosa me ne frega, tanto resto qua. Anche se libero, senza la mia metà -la sua faccia prese un'espressione di stupore per qualche attimo, poi si riprese tornando serio.-

Ora tu dimmi che sapore ho adesso, perché tu sai di veleno e con quello stesso veleno mi avvelenerò di te ancora una volta, solo se tu lo vorrai.

Maledirei il mio cuore che si spezzerebbe se ti dovessi dire nuovamente addio -dissi schietto-, ma ho percepito anche le tue sensazioni, e so che sono compatibili con le mie. Per favore Charles dimmi che non mi sto sbagliando.

Dimmi che tutto il casino che ho fatto, per te, per salvarti non sia stato fatto a vuoto.

Un po' di te è comunque rimasto qui -uso il mio indice per indicare la parte centrale del petto- anche se non volevo.

Io sono sempre stato con te Charles, anche se tu non te ne accorgevi.

Sei sempre stato solo tu Charles Norton, il mio vizio più grande, sei la mia più grande dipendenza. Il mio punto debole.

Resta con me Charles.


You made me hate this cityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora