30 - Scia di Venere

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Charles

Ci son cascato mille volte ed altre mille ci ricascherò, non dovrei andare a promettergli un futuro che non avremo mai.

Ryūga sicuro ci avrà scommesso quanto tempo ci avrei messo a riuscire a dire addio al passato sul serio ma per me è una sfida contro l'impossibile.

E io stasera dovevo comunque andare, anche se non so dove e adesso lui sicuramente mi starà dando dell'infame, sento che tutto il male è ritornato mio.

*

David

È già andato via, non riesco a prendere sonno, ora è tutto fermo, immobile, silenzioso guardo solo il sole sorgere lentamente dalla notte, mi sento in difetto.

L'ho lasciato andare senza poterci fare niente; guardo la stanza dove il mondo si era fermato per qualche ora, dove pensavo che quell'istante potesse essere solo nostro, in un'infinità di attimi che rendono unici i momenti. Mi fa mancare l'aria come qualche dipendenza che mi manca, tipo il bisogno astrofisico di avvicinarci come fa un buco nero con tutto ciò che gli sta accanto.

In controtempo rispetto alla logica del nostro mondo, o almeno del mio rispetto al suo.

Lasciando il cuore alla mia stessa anima per proteggerlo, almeno per l'ultima volta, lasciando soltanto una scia del colore del fiore di Venere, tra le sue spine a stringerlo forte a sé nella credenza che gli potesse far bene dentro, come se non andassero a far del male a chi gli sta intorno.

Ignaro di tutti e stanco, chiedendo una pausa da questo supplizio quasi animale che non si ferma nemmeno per un minuto, col sole o con la luna e lo isola al mondo intero.

Nel bel mezzo del tempo che adesso mi avanza.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 22 ⏰

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