Lei non c'entra niente.

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🌀 KAOS.

Accompagno Blake a casa, estraggo le chiavi ed esco dall'auto, sono già le quattro del pomeriggio quando arriviamo a casa sua.

È stata una giornata estenuante all'università, ho già dato il mio quarto esame e so che lo passerò a pieni voti.

Ma non perché credo di essere chissà chi, mi sto impegnando molto alla facoltà di economia e commercio.

Chi lo avrebbe mai detto, no? Che quel teppista di Kaos vuole diventare un imprenditore nella vita.

Se ho mai pensato di cambiare la mia vita?
La risposta è ovvia, si.
Sono diventato quello che sono per fare un dispetto a mio padre, non gli darò mai la soddisfazione di vedermi diventare qualcuno nella vita.
Preferisco che mi veda sempre come un tossichello che vende roba agli adolescenti piuttosto che tornare in Albania ad essere il suo braccio destro.

Lui ci ha abbandonati, mi ha abbandonato.
E da due anni a questa parte, prova a richiamare mia madre per avere un patto di pace.

Ma io non voglio vederlo, io non dimentico chi ha fatto versare le lacrime a mia madre.
Ho già qualcuno che mi sta vicino, che è meglio di un padre.
È un amico, un confidente, un padre.
Una persona che lavora per mia madre alla villa, il giardiniere.

Quando ero piccolo, ricordo che volevo a tutti i costi far spuntare delle margherite nel nostro giardino, quando crescevano solo rose.

Un giorno piansi così tanto, che Benjamin mi portò in un vivaio dove vendevano semi di Margherita.
Ci facemmo tante di quelle ore di macchina, che nel tragitto del ritorno, mi addormentai nei sedili posteriori della sua vecchia auto.

"Vedi, il terreno ora è ben drenato, ora puoi piantare i tuoi semi. Vieni qui, campione. Ti aiuto." Mi disse il giorno dopo.

Ero così felice, mai nessuno in vita mia mi aveva chiamato 'campione'.

Il nostro giardino, diventò un prato pieno di margherite.

Ancora oggi, a volte lo aiuto in giardino.

"Kaos." Il suo volto si illumina non appena mi vede sulla soglia della porta di casa, ha un sorriso a trentadue denti.

Oliver è il fratello minore di Blake, ha undici anni ed è un bambino molto intelligente.
Questo ragazzino viene sballottato a destra e a sinistra dai genitori, sua madre è andata via di casa il giorno del diciottesimo compleanno di Blake, ora Blake ne ha ventisei, all'epoca Oliver ne aveva tre o quattro, non ricordo bene.

Il bambino ha sempre avuto dei problemi di salute, ma William, il papà di Blake ha richiesto di essere l'unico tutore di Oliver.

Tanto a Eleonore non gliene frega un cazzo dei suoi figli.
Solo io so quanto abbia sofferto Blake.

"Ciao moccioso." Gli scompiglio i capelli e lui mi abbraccia, mi arriva a metà busto.

Appoggio la busta sul tavolo della sala da pranzo e gli faccio un cenno con il capo.

"È un regalo per me?" Mi chiede euforico, annuisco.
Scarta il pacco regalo e all'interno ci trova una PlayStation cinque, con alcuni giochi originali.

Due settimane fa è stato il suo compleanno, ed io non ero qui in California.
Gli avevo promesso di portargli un regalo appena ci saremmo visti.

"Non ci credo." Urla mettendosi le mani nei capelli. "Papà, corri." Saltella per la casa tutto contento.

"Grazie Kaos, per quello che fai per noi." Dice Blake, sembra essere in imbarazzo.

Non lo faccio per farlo sentire una nullità, ma per aiutare lui e la sua famiglia a non aver bisogno di niente e nessuno.

Quanto Kaos sotto questa Luna.©Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora