Vuoi scopare?

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🌕 LUNA.

È l'una passata quando torno a casa, sono sfinita.
Oggi c'erano troppi clienti ed ho dovuto pulire il doppio.
Ho dovuto sostituire il turno di Emily, la ragazza che lavora lì, la quale io non ho ancora avuto il piacere di conoscere.

Salgo le scale del porticato, è troppo buio, ed ho il cellulare troppo scarico per accendere la torcia, inciampo su qualcosa di morbido e sbatto con le ginocchia sulle scale facendomi contorcere dal dolore.
Temo che mi si siano sbucciate le ginocchia, sento del sangue colare.

Mentre sto per alzarmi, qualcosa si muove davanti alle mie gambe, indietreggio aiutandomi con le mani.

"Aiutatemi." Biascica.

"Papà? Papà, sei tu?" Domando non riuscendo a distinguere la sua figura.
Mi tremano le mani ed il respiro mi si blocca, afferro il cellulare e mi aiuto con la luce dello schermo del cellulare, mi avvicino e vedo mio padre con il volto tumefatto.

Urlo disperatamente.

"Papà." Lo scuoto maldestramente.

"Luna." Bisbiglia.

Chi l'ha ridotto così? Chi gli ha fatto del male?
Mi metto su a fatica, mi fanno male le ginocchia.
Infilo le chiavi nella serratura ed accendo tutte le luci, compresa quella dei lampioni in giardino.

Poi torno subito da mio padre.

"Papà." Lo richiamo, ho le lacrime agli occhi.
È stato massacrato.
Mi siedo accanto a lui e lo aiuto ad alzare la testa, emette un gemito sofferente quando gli tolgo il cappello della divisa.
La mia mano è bagnata, credo proprio che sia sangue.

"Papà, chiamo un'ambulanza. Va bene?" Gli domando, sperando che mi risponda.

Ma non mi risponde, mi guarda solamente.
Lo aiuto a riappoggiarsi a terra, mettendo il mio giubbotto sotto alla sua testa, e mi alzo in fretta.

Ho le mani piene di sangue e non riesco a sbloccare il mio telefono, le asciugo sulla mia maglietta bianca.

Compongo il numero del 911, e mi guardo intorno spaventata.

Chi gli ha fatto questo, deve essere ancora qui nei paraggi a godersi la scena.
Perché io sento la sua presenza, la sento eccome.
Sento il pericolo.

"911, mi dica." Una voce femminile mi risveglia dalle mie paure, facendomi sobbalzare.

"Buonasera, sono la figlia del capitano James Anderson. È stato pestato a sangue e non riesce più a muoversi. Per favore, venite subito. Chiamate un'ambulanza, altrimenti se la chiamo io ci metterà molto più tempo." Piango disperatamente.

"Luna? Sono Ashley, la collega di papà. Che succede?" Mi chiede.

Te l'ho appena spiegato, idiota.

"Ashley, per favore non perdere tempo. Mandami qualcuno e un'ambulanza." La sgrido.

"Subito." Dice.

E mi mette in attesa.

Vado avanti e indietro per tutto il porticato, tremando come una foglia.

"Merda, merda." Mi siedo sulle mie ginocchia e appoggio una mano sul viso, sta andando tutto di merda.

Tutto.

Chi ci ha presi di mira?
Che diamine sta succedendo?

"Luna, stanno arrivando." Mi dice.

"Grazie Ashley." Riattacco e corro accanto a mio padre.
È messo male, molto male.

"Luna." Mio padre tenta di richiamarmi.
Appoggio una mano sul suo petto, e mi avvicino con l'orecchio davanti alla sua bocca.

"Sei in pericolo." Bisbiglia.

Quanto Kaos sotto questa Luna.©Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora