La magia di Cuba.

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🌕 LUNA.

Apro il getto d'acqua calda e faccio un'altra doccia, questa è la terza doccia che faccio da stamattina.

Non ho dormito troppo, i polsi mi fanno male ed ho una sensazione di malessere.

Ci siamo fermati qui in un Hotel a Cuba proprio perché eravamo stanchi, Harper sta dormendo in camera con me e papà in un'altra stanza.

Io non riesco a chiudere occhio, sento il peso di qualcosa allo stomaco.
Non è ansia, questo è ben diverso dall'ansia.

È qualcosa che non riesco a spiegare a parole.

"Luna, sei pronta? Tuo padre dice che dobbiamo andare." Mi chiama Harper facendomi spaventare.
Ero sovrappensiero, siamo arrivati tardi stanotte e non sono riuscita nemmeno a salutare Joan ed Emily, ma ci siamo sentite telefonicamente.

Passerò da loro non appena tornerò, se tornerò.

Ho pensato di dire a mio padre che rimarrò qui, voglio passare molto più tempo con i miei nonni.
Poi starei sicuramente meglio qui che in Florida.
Qui ho tutte le possibilità per distrarmi da Kaos, non posso sentirlo e né vederlo e questo è un bene per me, potrei continuare qui i miei studi.

Finisco di prepararmi e mio padre ci aspetta giù all'entrata dell'hotel, ho una fame da lupi e non vedo l'ora di andare dalla nonna per prosciugare la sua cucina.

Il cibo nell'hotel non era dei migliori.

"Ce ne avete messo di tempo." Dice mio padre appena entriamo nella macchina.

"Non vedo l'ora di conoscere i tuoi nonni." Harper batte le mani contenta.

Anch'io non vedo l'ora di vederli, e stento a credere che io stia facendo questo viaggio proprio con la mia migliore amica.

Quando l'ho conosciuta, pensavo si sarebbe stancata facilmente di me e del mio carattere noioso.
E invece no, lei rende le giornate meno pesanti.

"Diciamo che sono un po' strani, ma ti ci abituerai." Le dice mio padre.

"Non sono strani, sono tradizionalisti." Rispondo.

Abbiamo avvertito i nonni che saremmo arrivati da loro oggi, lì per lì ci hanno riflettuto un po' a causa di mio padre, ma sono riuscita a convincerli.
I miei nonni mi adorano, non riuscirebbero mai a dirmi di no.

E spero davvero che mio padre riesca a chiarirsi con loro.

"Tua nonna è una strega." Ride cominciando a guidare.

Lo dice spesso, e non per insultarla. Ma per il semplice fatto che dicono che mia nonna sente le cose prima di tutti.
Io non ci ho mai creduto.

Arriviamo a Trinidad qualche ora più tardi, la città si trova al Sud di Cuba.

Imbocchiamo una piccola stradina, ed Harper pensa di essere un sogno, non ci crede ancora di essere qui, ad osservare tutta questa bellezza.

Io non ci vengo da due anni, dall'ultima volta che sono stata qui con mia madre.
Dovevamo tornarci l'anno scorso, ma è volata via.
Cuba mi ricorda lei, mi fa sentire nelle braccia di mia madre.
È qui che hanno sotterrato il suo corpo, è qui che la sento più vicina al mio cuore.

"Luna." Harper mi scuote appena, non mi ero accorta nemmeno di essere scoppiata a piangere.

"Scusami, io.." Appoggio la fronte alla sua spalla e mi accarezza i capelli.
Mio padre si gira indietro a guardarci, e avrei giurato di aver visto delle lacrime nei suoi occhi.

"Dai ragazze, siamo arrivate." Ci richiama mio padre con voce spezzata dal pianto.

Alzo la testa e guardo Harper prendendo dei lunghi respiri.
Sono agitata come se dovessi fare un esame.

Quanto Kaos sotto questa Luna.©Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora