Devo trovarla.

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🌀 KAOS.

"Kaos, mi parli per favore? Cosa ti è preso?" La voce stridula di Nadia d'improvviso sembra essere così fastidiosa, che mi fa male la testa anche a sentirla respirare.

Io e i ragazzi siamo andati tutti insieme in un Club dopo aver cenato insieme a Teo per il suo compleanno, che con mia grande sorpresa ha iniziato a rifiutare le avance di qualsiasi tipa gli si è avvicinato.

"Senti, sono stanco. Smettila di abbaiare." La zittisco appoggiando un dito sulle sue labbra, che a sua volta comincia a metterle in bocca e a succhiare come se fosse un cazzo.

"Ma che schifo." Sbuffo e mi alzo da quel maledetto divanetto dirigendomi al bancone degli alcolici.
Prendo un altro chupito e ne pago altri venti per i ragazzi, non molto lontano da me c'è Blake con la sua ragazza che sembrano stiano discutendo animatamente.

È un po' ambiguo, quei due insieme non c'entrano proprio nulla.
Non dico che lei non mi vada a genio, ma lei e Blake sono due mondi opposti.
Lei viziata e figlia di papà, e lui uno spacciatore nullatenente.
La maggior parte dei miei amici, li ho tolti quasi tutti dalla strada.
Alcuni non hanno famiglia, altri non hanno più rapporti con i loro genitori.

Non hanno mai avuto intenzione di lavorare onestamente, quindi mi hanno seguito tutti.

Sono mezzo ubriaco, e so che non sono affari miei. Anche perché io sono il primo a commettere errori.
Mi vedono come un capo, ma al loro posto mio padre mi vedrebbe come un fallito

Mi avvicino ai due, e smettono di litigare appena notano la mia presenza.
Lei si irrigidisce, mentre Blake mi saluta con una pacca sulla spalla.
Il suo naso sembra essere apposto, solo un po' gonfio con qualche graffio qua e la.
Un paio di giorni e tornerà come nuovo.

"Perché non sei venuto da Teo? Ti aspettavamo." Gli dico all'orecchio, e la ragazzina si sporge in avanti per sentire i cazzi miei.
La fulmino con uno sguardo e sobbalza girandosi altrove, facendo la finta interessata.

"Mi dispiace, ho dovuto portare mio fratello da mio padre."

"Oppure è per ieri?" Indico il suo naso.

"Kaos, mi dispiace. Ti ho restituito tutto. Ho ridato i soldi a Vlad. Avevo bisogno di soldi, il mio fratellino sta male." Ammette dispiaciuto.

Per una strana ragione, gli credo.
Blake non parla mai con nessuno dei suoi problemi.

"Avresti potuto dirmi che avevi bisogno di più soldi."

"Lo so, ma mi vergognavo." Risponde abbassando gli occhi sulle sue scarpe.

Blake è un ragazzone, il più gentile tra tutti noi.
Lo chiamiamo 'il pupazzone' per prenderlo in giro. E lo è davvero.

Prendo 470 dollari dalla tasca del mio giubbotto e li infilo nella tasca posteriore dei suoi jeans senza far vedere alla gallina che ha accanto.

Sono uno stronzo, si. Ma non così tanto da mettere in imbarazzo un amico facendolo sentire un poveraccio.

"Kaos." Dice.

Ma scuoto la testa fermandolo.

"Non mi devi niente, è apposto tra di noi. Passa più tardi, Teo ne sarà contento." Gli do una pacca sui pettorali e lancio un'occhiata alla sua ragazza.

Mi è balenata un'idea.

"Dove abita la tua amica?" Chiedo direttamente a lei.

Si gira di scatto e mi guarda inorridita, ma non parla. Fa finta di non capire.

"L'agnellino." Le ricordo.

"Non so di chi tu stia parlando." Ora si guarda la manicure fingendo disinteresse dalla discussione.
Mi avvicino pericolosamente a lei, e appoggio le mie braccia intorno al bancone, bloccandola tra esse.

Quanto Kaos sotto questa Luna.©Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora