Ci pensiamo domani.

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🌕 LUNA.

Sono uscita dall'ospedale dopo quattro giorni di continui prelievi e controlli, non ho più avuto perdite di sangue.

Mi sono spaventata molto qualche giorno fa, ero da sola a casa e mi sentivo già particolarmente strana e dolorante, mio padre non mi rispondeva a telefono perché era in servizio, non avevo nessuno.
Così decisi di prendere un taxi e di andare a chiedere aiuto a Kaos.

Non fu una buona idea, siccome vederlo con un'altra peggiorò di molto la situazione.

Lì per lì non ebbi il tempo di soffrire per lui, stavo già soffrendo di mio a causa del dolore lancinante che avevo alla pancia e alla schiena.

Ne ho sofferto dopo, quando sono rimasta da sola con me stessa su un letto dell'ospedale.
Kaos ha dormito sulla poltrona per tre lunghe notti, è rimasto a farmi compagnia, forse per pietà.

Mio padre è passato solo due volte a controllarmi, non l'ho più rivisto e non l'ho risentito.
Inizialmente mi sono preoccupata, pensavo che gli fosse successo qualcosa ma Blake e Kaos mi hanno assicurato che papà stesse bene, e che era solo troppo indaffarato per il lavoro.

Sono qui nella villetta di Kaos da due giorni, ha assunto una cuoca solo per venire a prepararmi da mangiare per pranzo e per cena, dopodiché può tranquillamente andarsene via.

Gli ho detto che non era il caso, ma si è arrabbiato molto dopo quello che gli ha detto Hana.
All'ora di pranzo o a cena, si siede a tavola di fronte a me e si assicura che io mangi tutto ciò che ho nel piatto, si alza solamente quando ho finito.

Continuiamo a dormire separatamente, non abbiamo parlato dopo quella conversazione in ospedale.

È molto più nervoso del solito, credo che sia a causa di suo padre.
Non smette di chiamarlo ogni giorno, e Kaos non ne può più.
Lo so perché l'ho sentito parlare in salotto con Blake proprio stamattina.

Con me non si apre, non si confida. Come se non si fidasse abbastanza di me.

Sono seduta sul divano a penisola a guardare la TV e si sentono solo le lancette dell'orologio appeso accanto al camino, sono le sei di sera e mi sto annoiando da morire.

Non ho più nessuno, non ho più Harper, non ho più amiche.
Mi sentirei troppo in imbarazzo per chiamare Anila o Hana per passare del tempo insieme.
Non voglio sembrare una disperata in cerca di amiche.

Kaos mi ha detto che stasera verrà sua madre a cenare qui con il suo nuovo compagno e con i suoi figli, non mi ha detto altro.
Mi fa molto piacere sapere che una donna così bella e gentile, abbia trovato qualcuno adatto a lei.

Il padre di Kaos non la meritava, non l'ha mai meritata.
Kaos l'ha presa bene, fortunatamente lo vedo molto tranquillo su questo argomento.
Io non so come la prenderei se mio padre si rifacesse un'altra vita.
Forse ne sarei contenta, o forse no.
Dipende dalle circostanze.

Sento la serratura scattare e mi sporgo con il buso per controllare, è proprio lui.

Entra con la testa alta e schiena dritta, grande e grosso com'è, spaventerebbe chiunque.
È da solo.

Indossa un pantalone della tuta bianco ed una felpa altrettanto bianca, oggi fa freddo nonostante l'inverno sia finito.

"Luna, sei in casa?" Domanda adocchiando le scale, non rispondo.
Voglio divertirmi un po' a vederlo preoccupato.
Chiude la porta alle sue scale e getta le chiavi sul tavolino accanto alla porta.
"Luna?" Continua a chiamarmi salendo le scale, entrando da una stanza all'altra, sento le porte sbattere e i suoi passi tornare al piano inferiore.
"Maledizione, dove si sarà cacciata?" Sbuffa e digita qualcosa sul cellulare, facendo squillare il mio.
Mi batto una mano sulla fronte, mi ha trovata.
"Ti stai divertendo, apetta?" Mi chiede avanzando verso il salone.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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Quanto Kaos sotto questa Luna.©Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora