Voglio sentirmi libero anch'io.

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🌀 KAOS.

"Ti sto dicendo che è inutile che tu venga qui, tuo figlio non vuole vederti e né venire da te." Mi svegliano le urla di mia madre, apro un occhio solo infastidito dalla luce del sole che entra dal salotto.
Mi sono addormentato sul divano ieri notte, cazzo, ero ubriaco marcio.

C'è solo un motivo del perché mia madre stia urlano in casa.
Il motivo è: Arion Kadiu.
Quello stronzo di mio padre.

"Non me ne frega un cazzo che sia Natale tra due giorni, Kaos non accetterà mai di vederti." Continua ad urlare.

E così eh? Ambiguo, mio padre vuole vedermi.
Non gli è mai fregato un cazzo di me, che storia è mai questa? A Natale si è tutti un po' meno stronzi?

"Copë mut." Esclama mia madre.
Non la sento più, gli avrà staccato in faccia la chiamata.
Ben detto, mamma. Ora capisco da chi io abbia preso con tutto questo esaurimento.

"Che succede, mamma?" Domanda mia sorella.

"Vostro padre vuole che Kaos vada in Albania per passare del tempo insieme." Dice.
È sorpresa anche lei di questo.

"Non dirlo a Kaos, lo metteremo di cattivo umore, mh?" Dice Anila preoccupata.

Mi conosce bene da sapere che il discorso "Arion Kadiu" non si deve aprire con me.
Non c'è mai stato, e ora è tornato e pretende un posto che non ha più, o che almeno non ha mai avuto.

Mi alzo dal divano e sfilo le scarpe, ho un fottuto dolore ai piedi.
Maledizione, avrei potuto almeno levarle le scarpe.

Vado in cucina e quando si accorgono della mia presenza, fanno finta di fare qualcosa.
Mi viene da sorridere.

"Buongiorno, da quanto sei sveglio?" Mi chiede la mamma con un filo di fastidio nella voce.
Non mi ha ancora perdonato per la scenata che ho fatto a Luna qualche settimana fa.
Come darle torto.

Non sono uscito dalla stanza per giorni, e tutt'ora esco solamente per le cose importanti come vendere, o fare altro.

Più sono solo e più sono tranquillo, non ho partecipato nemmeno alle serate al mio locale.
Ho lasciato fare il lavoro sporco ai miei amici.

"Da un bel po'." Rispondo.

Mia madre e le mie sorelle mi guardano aspettandosi una sfuriata da me che non arriva.
Non ne ho voglia e non ho il morale adatto per avvelenarmi dopo una sbronza.

La mattina quando non ho lezione, non so mai che cazzo fare.
Sono tutti in vacanza per Natale, come se ci fosse qualcosa da festeggiare.
Personalmente, non l'ho mai festeggiato.
A mio padre non piaceva il Natale ed ha costretto anche me da piccolo a non dargli un valore.

Quando ero piccolo e vedevo i miei compagni con una marea di regali per Natale, io ci rimanevo sempre un po' male. Però cercavo di capire, mi sforzavo di capire.

"Sei speciale." Mi disse mia madre un giorno, avevo solo otto anni.

Quando mio padre andò fuori per sbrigare le sue faccende il giorno di Natale, mia madre mi fece trovare una pacco regalo sotto il letto invece che sotto un albero.

Quando lo aprì, ci trovai una Renger Rover telecomandata, tutti i miei amici mi invidiavano.

Crescendo, la cosa non è cambiata.
Sono amante delle auto.
E anche delle belle donne.

"Pranzi con noi?" Mi chiede Hana.

Pranzare?
Getto uno sguardo all'orologio appeso in cucina e sono le due del pomeriggio, credo che passerò per il locale o andrò a casa di Blake.

Quanto Kaos sotto questa Luna.©Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora