Oliver.

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🌕 LUNA.

Ho trascorso dieci giorni tra le mura della mia stanza, di tanto intanto Harper è passata a controllare se io stessi bene.
Mio padre ha chiamato la scuola dicendo che ero ammalata e che avrei potuto ricominciare a seguire dei corsi on-line.
Non mi sono fatta più sentire dalla signora Joan e di questo mi dispiace molto, chiama tutti i giorni mio padre per sapere della mia salute, e che mi rivorrebbe alla tavola calda.
Non me la sento, non ho voglia di vedere gente.
La febbre che ho chiamato 'Kaos' non è passata.

Mi alzo dal letto ed un leggero capogiro mi fa risiedere al mio posto, sarà che non ho mangiato quasi nulla in questi giorni, non ho ripreso le vitamine e mi sento con il morale a terra.
Mi tocco le ossa dei polsi molto doloranti, sono giorni che ho questo fastidioso dolore che non va via nemmeno con degli antidolorifici.

Mi distendo di nuovo sul letto e Eden viene ad appisolarsi con la sua faccia appoggiata al mio stomaco, da dieci giorni io sono qui e da dieci giorni lui è lì, non mi lascia un secondo.

Forse è proprio vero che il cane è il migliore amico dell'uomo.

Sento spesso Blake, mi chiama quasi tutti i giorni da quando è successo quell'orribile episodio a casa di Kaos.
Quella sera stessa, la madre di Kaos mi ha dato un passaggio fino e vicino casa mia, era così dispiaciuta e piangeva tantissimo quando le ho confessato ciò che è successo in quella stanza.
Mi abbracciava come se io potessi essere l'unica salvezza di suo figlio.

"Tu sei l'unica speranza in questo mondo per mio figlio." Mi ha detto quella sera.
Ed io ci ho creduto, a quelle parole ci ho creduto davvero.
Ma Kaos non mi ha cercato nemmeno una volta da quando sono andata via da casa sua.
Devo solo dimenticarmi di lui, infondo lui non mi ha mai dato nulla a livello di sentimenti, ciò che io amavo era come mi sentivo nei suoi confronti.

Non so se è possibile provare tutto questo amore per una sola persona.
Mi sono solo innamorata della persona sbagliata, ho sperato con tutto il cuore che potesse cambiare.
Ma ahimè, non c'è cura per la cattiveria umana.

"Luna, c'è Harper." Bussa mio padre alla porta.

Ho parlato anche con mio padre qualche giorno fa, gli ho chiesto di smetterla di dare la caccia a Kaos, che voglio solo dimenticarlo e che voglio che stia lontano dalle nostre vite.
È rimasto contento dalle mie parole, lui vuole solo che io stia bene e che ritorni a fidarmi di lui come quando c'era ancora la mamma.

"Sto arrivando." Infilo la mia vestaglia e scendo giù seguita da Eden.
C'è la tavola apparecchiata e papà sta mettendo il riso con il pollo sul tavolo, ha apparecchiato per tre e deduco che Harper si fermi a pranzo.

"Sei ancora in quel pigiama di pile." Mi rimprovera.

"Hai visto? Si sta mimetizzando con esso." La affianca mio padre.

Bene, questi due si sono messi d'accordo per infastidire me oggi.
Ma da com'era prima a come è diventato ora, ne sono contenta.
Mio padre ed Harper sembrano andare d'accordo e si prendono sempre in giro, prima si detestavano a morte.
Ma sono contenta che anche se sono stata derubata, mio padre sia riuscito a pagare i suoi debiti e a smettere di bere.
Prendo posto a tavola e Eden si stende sotto ai miei piedi scalzi e freddi, riscaldandoli in un attimo.

"Ti è sempre appiccicato." Harper indica il mio cane.

"Si, ci ho fatto caso anch'io. Quando lo chiamo non viene mai." Ribatte mio padre.

Mi tocco i polsi infastidita, e la mia amica mi lancia delle occhiate.

"Ti fanno ancora male?" Domanda.

"Si, più di prima." Rispondo.

Afferro la forchetta e stranamente il mio stomaco inizia ad aprirsi, come ho già detto, non tocco nulla da giorni.

Quanto Kaos sotto questa Luna.©Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora