Mustang

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Una donna, abbastanza alta, capelli castani e ricci; carnagione color caffelatte; tailleur blu elettrico, e bracciale rigido d'argento con dell'Ambra al centro.

Quest'ultimo è il dettaglio che mi triggera. È un bracciale unico nel suo genere, lei stessa me lo ha detto anni fa. Lo ha fatto realizzare suo babbo da un orefice quando lei ha compiuto diciotto anni.

Apro la porta cautamente.

«Prof...»

Quasi lo sussurro, ma mi sente. Alza lo sguardo di scatto e i suoi occhi nocciola si inchiodano sui miei.
Velocemente ci andiamo incontro, a un soffio dai nostri visi ci arrestiamo.

«Sely...» Mi accarezza una guancia e io l'abbraccio.

Inspiro il suo profumo di miele e rose.
«Mi è mancata. Pensavo che non ci saremmo più riviste.» Si stacca da me e mi guarda negli occhi.

«Te lo avevo promesso. Ed eccoci qui. Nella stessa aula di due anni fa. Lo stesso giorno.»

«Pensavo si fosse dimenticata. Di me.» Il suo sguardo è dolce mentre mi osserva e scuote la testa contrariata.

A ridestarci è la campanella.
«Ci vediamo nel parcheggio alla fine della giornata, ok? Aspettami come facevi all'ora.» Annuisco ed esco.

Le prime due ore passano velocemente senza problemi, nessuna nuova professoressa, questo grazie ad una nostra forte volontà di tenere le stesse fino alla fine. La preside dopo un po' di riluttanze ha ceduto.

A ricreazione torno al bar per prendere due caffè macchiati caldi e mi dirigo in 1O.

Per un po' resto ferma a guardare attraverso la porta già aperta da cui si vede la cattedra dove è appoggiata una donna alta e snella; dai capelli corti, lisci e castano scuro; dei bellissimi occhi verdi e uno charme senza eguali.

Appena muovo due passi i miei tacchi si fanno sentire e il rumore arriva alle orecchie dell'insegnante.
«Goodbye guys!» e affretta il passo verso di me. Afferra il caffè, mi prende a braccetto e mi conduce verso un corridoio isolato.
«Tradizione ormai prof!»
«La più bella! Indubbiamente!!» «Meglio della sua di farmi delle strane sorprese per il mio compleanno!!»

Ogni volta che ne ho l'occasione le rinfaccio che ogni anno, dal primo, il 10 Febbraio mi fa qualche strana sorpresa, ma sempre legata a qualche tipo di interrogazione, verifica o test. Ride alla mia battuta e controbatte
«Quale è stata la tua preferita??» «Ha ancora due sorprese da farmi. Me lo chieda a Giugno della quinta!!»

Uniamo i mignoli per sancire la promessa.

«Allora, mi racconti qualcosa...» «Grandi novità... quest'anno per la tua classe un grande progetto, te lo svelerò a tempo debito. Sempre in anteprima tranquilla.» Annuisco e il discorso va avanti.

Anche se siamo molto amiche, dobbiamo sempre ricordarci i nostri ruoli; quindi capisco la sua riservatezza anche se non la condivido del tutto.

Sfortunatamente la ricreazione finisce e ci separiamo. Dopo pochi passi mi richiama.

«Moon... Sono felice che Lei sia tornata.»

Io sorrido e le mando un bacio. So che è davvero contenta per me.

Era lì quando ero a pezzi per la Sua partenza, mi è stata molto vicina con quella voce melodiosa mi ha rassicurata e le sue mani affusolate mi hanno accarezzato innumerevoli volte. Quella donna che mi ha incuriosita dalla prima volta che l'ho vista, quella donna contro cui in prima mi sono scontrata molte volte è diventata adesso una delle mie colonne.

Questo è ciò che la professoressa Maria De Angelis è per me, la mia forza e la mia casa.

Per il resto delle ore non c'è niente da raccontare, perciò passerei direttamente all'incontro.

Appena suona la campanella metto tutto il materiale in borsa e corro fuori dalla classe, mi dirigo verso la macchina per lasciare la borsa, dopodiché torno verso la scala antincendio.

Giusto qualche minuto dopo la vedo: bellissima, elegante e raffinata. Sicura di sé e conscia di avere tutti gli sguardi per sé. Tutti la lasciano passare, tutti la guardano, tutti la ammirano, tutti la temono.

"Voglio essere come lei..." È ciò che penso ogni volta che la vedo.

«Hai passato una bella mattinata?» «Assolutamente sì!»
«Vieni, facciamo due passi.»

Mi racconta la sua mattina, ha conosciuto tre delle sei classi che avrà e alcuni studenti e studentesse le hanno fatto una buona impressione.

«Ovviamente sai che tutti mi guardano, e sai che a me fa piacere. Sai anche che a loro incuto timore. Da sempre, è stata la prima cosa che ho notato il primo anno, di insegnamento, poi qualcosa è cambiato.
L'anno in cui tu eri in seconda e io ero tornata qui, qualcosa è cambiato. C'eri te.»

Lo dice con come se davanti a sé avesse la scena che si ripete, il suo entrare in classe, i saluti e l'introduzione al programma.

«Ti ho osservata, il tuo sguardo, non eri impaurita, mi guardavi sicura e senza timore. L'ho apprezzato e mi hai incuriosita.»

Non mi aspettavo questa rivelazione, rimango sconcertata.

«Chiudi la bocca, non sei ancora un merluzzo lo sai vero!»
Scoppio a ridere perché me lo ripete ogni volta per poi aspettare la mia risposta «Lo sa che lei invece è sempre più Mary Poppins?!»

Arrivate alla fine del parcheggio non ho ancora visto la sua macchina.
«Dove ha la macchina?»
«Dal meccanico, questa mattina mi hanno accompagnata.»
«Allora accetti il mio passaggio. Per sdebitarmi di quelli che mi ha fornito lei.»

«Hai proprio una bella macchina!» «Non è mia, è di famiglia, anche se la uso più io degli altri.»
«È giusto, è più nuova!»
«Come lo sa?»
Si gira a guardarmi con un'espressione incredula.
«Vuoi farmi credere che il contratto dell'anno scorso, firmato Noir per una Mustang, non sia il tuo? E che tu per puro caso, ne hai una?!»

Negli occhi ha quel luccichio di chi sa di aver ragione. In fondo ce l'ha.

«Molti hanno questa macchina, molti la comprano...»
«Sì, ma è un caso anche che una di queste abbia come acquirente Noir e che il contratto sia stato fatto e firmato nella concessionaria della mia famiglia?»

«Ha vinto.» Lei sorride soddisfatta e si abbandona al sedile.

«Siamo in macchina da molto e non mi ha ancora detto dove vuole che la porti...»

«A casa. Tua. Voglio fare pranzo con te e cucinare il pranzo con te.»

Non credo a ciò che sento, molte volte le avevo proposto questa cosa e tutte le volte la risposta è stata negativa.

«Sento gli ingranaggi da qui. Non scervellarti. Semplicemente prima non potevo accettare visto che ero la tua professoressa.»

Non voglio annoiare nessuno con i dettagli della nostra conversazione a pranzo, riporto solo una piccola parte.

«Finalmente è tornata nella mia scuola!! Mancava un insegnante come lei.»
«Cosa intendi?»
«Semplicemente il fatto che solo lei ha il suo carisma, il suo modo di fare, l'essere severa e spiritosa, i progetti interessanti e coinvolgenti...»
«Mi stai adulando troppo!»

Non ha mai accettato i complimenti, ma non smetterò di farglieli.

«Questa volta non ha sole seconde, ma anche prime!!»
«Già, ogni tanto potresti venire...
Alle mie lezioni intendo!!» un sorriso raggiante appare sul mio viso, da molto aspettavo questo invito.
«Non che ti serve il mio invito... mi è stato detto che vai alle lezioni di chi vuoi come se fossimo all'università!»
«È vero, ma solamente quando ho le ore di sostituzione.»

Scuote la testa divertita. «Vuoi sempre l'ultima parola vedo!»

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✍️💘

Eccomi ad un'ora più decente.
Che ne pensate fin'ora?

In questo capitolo abbiamo incontrato la mia adorata Rea, cosa succederà adesso con lei??
Il braccialetto non è esattamente in quel modo, ma non avendo una foto ne ho caricato uno quanto più simile possibile. Con scarsi risultati, questo si avvicina appena.

E non dimentichiamoci di Mary!! Lei la amo, ho grandi cose per il suo personaggio.

Un po' della mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora