Hellen, Purgatory e Heaven sono tre sorelle, cresciute in un quartiere malfamato di New York, i loro genitori sono stati uccisi, anche se vogliono vendetta, decidono di non mettersi nei guai e di non rischiare la pelle.
Hellen è impulsiva, fa casini...
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chiudo lo sportello dell'armadietto e ci trovo dietro Kai, il terzo dei predators, che sta fumando attaccato a una colonna.
«è vietato fumare» gli dico andando da lui, odio chi non rispetta le regole «e allora?» «perché lo stai facendo? se sai che è vietato» «ti sembra che io sia uno che rispetta le regole?» lo squadro da capo a piedi.
«beh no» «bene, allora che vuoi?» mi soffia il fumo addosso, faccio una smorfia davanti all'odore insopportabile del fumo «mi dà fastidio» «non è un mio problema» continuando a soffiarmi il fumo della sigaretta in faccia.
«coglione» sussurro andandomene, sto qua è davvero insopportabile, non posso crederci che pure dopo che mi sono lamentata ha continuato, persa nei miei pensieri non faccio caso a dove vado e mi scontro contro qualcuno, facendo cadere i libri che tenevo in mano, l'uomo sulla trentina si gira lanciandomi uno sguardo freddo.
«mi scusi» «dovrebbe stare più attenta, signorina» «si lo so, mi dispiace davvero molto» il suo sguardo si addolcisce e si china a prendere i libri che mi sono caduti.
«tieni» «oh, grazie mille» prendo i libri e per farlo gli tocco le dita, un brivido mi attraversa lungo tutto il corpo, come se mi avesse dato una scossa e sembra notarlo anche lui, che si allontana subito.
«arrivederci» lo saluto con il gesto della mano e vado nella direzione opposta alla sua, salgo le scale dell'ala ovest ed entro nell'aula di francese «Bonjour» «Bonjour mademoiselle»
mi siedo in un posto libero e prendo fuori il materiale, cioè un quaderno e una penna, non posso permettermi più di tanto.
Non c'è la faccio più, mancano ancora 2 ore e io già voglio tornarmene a casa, metto tutto dentro lo zaino ed esco dall'aula.
Sto camminando in mezzo a delle persone che sono tutte ammucchiate qui, voglio vedere che succede e che non sia hell a dare spettacolo.
Arrivo alla fine della folla e vedo Kai, picchiare un ragazzo ma non capisco chi è, visto che il suo volto è coperto di sangue, ma per me è troppo stare a guardare, quindi mi avvicino a loro due e prendo Kai da sotto le spalle, allontanandolo dal ragazzo, è il doppio di me e di sicuro non sarei riuscita a spostarlo se lui non me l'avesse permesso.
lo trascino fino al bagno che stava a 3 metri da lì «ma sei impazzito?» «fatti gli affari tuoi per una volta» si alza per pulirsi le mani al lavandino.
«non ti permetterò di fare così» «così, cosa?» «il bullo» «cosa vuoi fare? aiutare tutti?» «si» gli sfugge una risatina «non puoi salvare qualcuno da un buco nero, senza poi caderci dentro, vorresti davvero rimettere te stessa per gli altri?» mi solleva il mento con una mano e io deglutisco un groppo di saliva.
«pur di tenerli lontani da te» «allora facciamo così» mi lascia andare e si allontana di qualche passo «così?» «tu sarai la mia schiava e io smetterò di fare il cattivo» il cattivo? ora parla come un bambino di 5 anni? «come in una favola» dice dopo, forse mi ha presa per scema, ma nelle favole il cattivo non mantiene mai la sua parola.
«accetti o no?» «no, sarò tutto ma non scema» sorride alla mia risposta «ci vediamo, angioletto» «non chiamarmi così» dico prima che lui esca dal bagno, lasciandomi da sola, sto qua angioletto ci chiamerà qualcun altro.