Entrai in classe con mezz'ora di ritardo, spalancando la porta per la fretta senza neanche bussare e guadagnondomi gli occhi di tutti puntati su di me.
-Signorina Jackson! Spero lei abbia una giustificazione per questo ritardo!- pronunciò la professoressa di inglese guardandomi torva.
In quel momento sentii due mani appogiarsi sui miei fianchi, facendomi sussultare a causa del livido sul costato destro, e un fiato caldo sulla nuca. Mi girai e vidi Luke in piedi dietro di me attaccato alla mia schiena. La sua vicinanza al mio corpo mi provocò un brivido lungo tutta la schiena.
La prof fece una faccia come di una che ha appena capito tutto: -Ah, Hemmings, dunque la signorina era in sua compagnia-
-Ehm, già mi scusi, era con me.- rispose lui con un mezzo sorriso e morsicandosi il labbro. Avvampai guardando le ragazze e i ragazzi che ammiccavano verso di me, bisbigliavano tra loro e rivolgevano a Luke sorrisetti maliziosi, perché mi aveva appena fatto passare come la sua puttanella.
Mi staccai da lui e guardai il pavimento, non sapendo dove posare lo sguardo.
-Bhe, non mi interessa in dettaglio cosa abbiate fatto voi due- disse la prof, al che Luke ridacchió e abbassò la mano sul mio fondoschiena. Mi irrigidii di colpo e gli pestai un piede senza farmi vedere. -quindi ora andate a sedervi! E non pensiate che il vostro comportamento non abbia delle conseguenze, Hemmings- concluse lanciando un'occhiataccia a Luke e poi girandosi verso la lavagna e riprendendo lezione.
Luke mi rivolse un occhiolino facendomi arrossire ancora di piú e poi si diresse verso un banco libero in ultima fila, mentre io mi andai a sedere in prima fila. Misi lo zaino sotto il banco e appoggiai la testa sulla mano, così da riuscire anche a coprire la botta sulla guancia. Tuttavia per tutta la lezione mi sentii bruciare lo sguardo di qualcuno addosso, facendomi sentire terribilmente a disagio.
Appena suonò la campanella mi alzai di scatto dalla sedia e uscii precipitosamente dalla classe.
Luke cercò di avvicinarsi alcune volte anche durante la ricreazione e l'ora successiva, ma ogni volta riuscii ad evitarlo stando appiccicata ad Alicia o chiudendomi in bagno o attardandomi in classe a parlare con il prof.
Ma quando al suono della penultima ora ci dirigemmo tutti in palestra fui sbattutta violentemente contro gli armadietti. Luke si mise davanti a me tenendomi saldamente per un braccio, e ringraziai il cielo che non mi stava toccando il polso.
-Perché mi eviti?- mi chiese, e io cercai di togliermelo di dosso, ma senza risultati. Abbassai la testa e bofonchiai di lasciarmi ma non mi ascoltò, così dovetti inventarmi una balla: -Ok, la verità è che... che mi ha dato fastidio il fatto che tu mi abbia fatto passare per la tua putta davanti a tutti-
Era una scusa stupida, ma abbastanza plausibile, e sperai se la bevesse, perché in realtà ero terrorizzata che notasse i miei lividi.
Lui si staccò leggermente e mi lasciò il braccio: -È questo il problema? Davvero?-
Annuì imbarazzata, perché mi stava facendo sentire terribilmente stupida.
-Ti ho solo salvata il culo dalla Stephen, in realtà credo che dovresti proprio ringraziarmi.- rispose. Quella era bella!
-Ringraziarti? E per cosa? Io non sono una troia come tutte quelle che ti scopi ogni giorno, quindi togliti e lasciami in pace!- gli urlai. E nel momento in cui quelle parole lasciarono la mia bocca me la tappai con le mani, terrorizzata dalle conseguenze della frase che avevo appena pronunciato e incrudela di dove avessi trovato il ciraggio di rispondergli così.
-Allora un po di palle ce le hai, ragazzina- sorrise lui, per niente colpito dalle mie parole -credevo fossi proprio una sfigata senza un minimo di fegato. Che c'è, non dirmi che ti faccio paura?- asserí avicinandosi di nuovo e premendomi contro gli armadietti. Io mi appiattii il più possibile contro di essi ma il risultato fu di trovarmi ancora più schiacciata contro di lui... e terribilmente vicina al suo corpo e al suo viso.
-Poi- continuò -solo perché non sei la mia troia non vuol dire che non lo puoi diventare, piccola. So che lo vuoi-
Adesso le sue labbra erano terribilmente vicine alle mie, e fui assalita dalla voglia di baciarle. Presi inconsciamente a fissarle e socchiusi gli occhi, ma anziché sentire la pressione delle labbra sulle mie sentii Luke distanziarsi da me e ridere sommessamente.
-Sei come tutte le altre, non riesci a resistermi. Neanche per un attimo.- sorrise e io ci rimasi con un palmo di naso. Mi aveva preso in giro, stronzo. Allora l'unica cosa che mi venne da fare fu girare i tacchi e allontanarmi, ma ancora una volta fui fermata da Luke che mi afferrò per il polso. Destro.
Un dolore acuto mi attraversó il braccio e mi arrivó allo stomaco, e non potei fermare il forte gemito di dolore che mi uscì dalla bocca.
Il ragazzo si bloccò guardandomi con occhi sgranati quando ritirai il polso dalla sua mano e mi tirai ancora più giù le maniche della felpa.
-Che hai?- mi chiese, e sembrava seriamente preoccupato. Un'espressione del genere non gliel'avevo mai vista prima. Se non il giorno prima, quando mi aveva accompagnata casa e mia madre ci era venuta incontro come una furia.
Si avvicinò di qualche passo e io indietreggiai, sbattendo un fianco contro il muro. Altro dolore allucinante. Altro gemito. Cazzo.
-Soph, che cazzo hai?- mi domandó ancora Luke.
Quando io non risposi e nascosi la testa tra i capelli, lui me la sollevò lentamente prendendomi il mento tra il pollice e l'indice, e sul suo volto si dipinse un'evidente confusione prima, orrore, poi e consapevolezza infine.
-Soph... chi... chi è stato?-
-Nessuno, Luke... davvero.... ti prego, lascia perdere...-
-Jackson! Hemmings!- tuonó di colpo una voce alle nostre spalle. Girai la testa sfuggendo dalla presa di Luke e solo quando notai il prof di ginnastica che ci guardava scandalizzato mi resi conto di quanto eravamo vicini e di cosa potesse sembrare il tutto. Arrossi involontariamente, come sempre.
-Ancora?? Quante volte dovremmo ripeterglielo, a voi due, che questa è una scuola e certe cose non si possono fare. Hemmings, certo che non è capace minimamente di tenere a freno i suoi ormoni! E, Jackson, mi meraviglio di lei!-
-Noi non... non stavamo facendo niente...- mi giustificai, mortificata. Che figura di merda, pensai, e lo pensai ancora di più quando vidi alcuni studenti sbirciare da dietro il professore. Oh, no.
Luke non disse niente, così io mi feci avanti e dissi al professore: -prof, io volevo chiederle se per oggi posso saltare...-
Ma lui mi bloccò subito: -non se ne parla! Oggi è arrivata in ritardo, e in più mi sembra che sia la seconda volta che viene richiamata per... per lo stesso motivo- aggiunse, e io non avrei voluto far altro che scomparire dalla faccia della Terra.
Figura di merda 1 stamattina con la Stephen, figura di merda 2 right now.
C'era qualcos'altro di più imbarazzante che potesse succedermi quel giorno?
Vidi il professore che mi fissava insistentemente, e pensai che dovevo essermi persa qualcosa del suo discorso.
-Ma le assicuro che non succederà mai più.. Davvero, è importante...- provai disperatamente a convincerlo ma lui era irremovibile.
-A cambiarsi, tutti quanti!- proferí prima di girarsi e entrare in palestra. Io sbuffai, guardai di sfuggta Luke, che mi stava osservando a sua volta.
Dopodiché afferrai la mia sacca e seguii il professore, facendomi largo tra tutti i compagni che si erano radunati attorno a noi.-Allora?? Dov'è? E quando... quando te l'ha fatto??- chiese una ragazza che mi saltellava intorno da quando ero entrata nello spogliatoio ad ora che uscita indossando una felpa sopra la maglietta a mezze maniche.
Eravamo sedute sulle panchine esattamente dietro a Luke e i duoi amici che stavano giocando a calcio per riscaldarsi.
-Dov'è cosa??- chiesi, non capendo.
Le ragazze si guardarono tra loro ridacchiando complici, come per decidere a chi spetrasse svelare uno scandaloso segreto.
Alla fine fu una rossa a parlare: -avanti lo sai... il succhiotto!!- quasi urlò
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva, e vidi Luke e Ash girarsi a guardarci. Ovviamente avevano sentito tutto.
-C-cosa stai dicendo?? Sei impazzita? Quale... di cosa stai parlando!?- chiesi io di rimando. Come poteva venirle in mente una cosa del genere?
-Dai, dai, vogliamo vederlo! Oddio, Luke Hemmings ti ha fatto un succhiotto!- strepitó di nuovo, e vidi Ash guardare Luke con un'espressione confusa e Luke, altrettanto confuso, guardarci con la testa inclinata di lato. Ora capivo. Quelle idiote, dopo ben due volte che io e lui eravamo stati beccati in situazioni "equivocabili", avevano unito quello con il fatto che io non volessi fare ginnastica e ora non volevo togliermi la felpa, ed erano arrivate a quella conclusione: io ero la puttanella di turno che Luke Hemmings si faceva.
Tutto questo era orribile. E intanto le domande continuavano, mentre anche Luke sembrava aver sentito e capito tutto: -Quando lo avete fatto? E dove? E come è stato?-
Arrossii terribilmente e mi alzai dalla panca su cui ero seduta, allontanandomi il più possibile da quel branco di idiote.
Presi una palla e cominciai a tirare distrattamente al canestro, mancandolo sempre.
Poco dopo mi giunse una voce da dietro: -Se continui così vedrai che massimo alla fine della giornata un canestro su mille lo centri.-
Mi girai di scatto e vidi Ash che mi osservava. Stava incredibilmente bene con i pantaloni da calcio e la canotta aderente, sembra ancora più muscoloso e slanciato.
Mi si avvicinó e mi prese la palla dalle mani, dopodiché corse al canestro e imbucó il pallone con un fluido movimento del corpo.
Io lo guardai con le sopracciglia alzate, perché ero benissimo capace anche io di giocare a basket.
Così gli presi il pallone e tirai a mia volta. Questa volta rimbalzó sulla anello di ferro attorno al canestro e cadde di lato rimbalzando sul pavimento. Ci guardammo entrambi nello stesso momento, lanciandoci involontariamente una sfida di soli sguardi, e poi scattammo. Io era abbastanza veloce nella corsa, perché ero snella e avevo le gambe lunghe, ma non potevo pensare di poter competere con quello spilungone di Ash.
Arrivammo insieme verso la palla, che era rotolata al centro della palestra, ma proprio mentre mi abbassavo per prenderla, Ash mi afferró per la vita stringendomi le braccia attorno alla pancia e sollevandomi da terra, e mi allontanò. Poi mi molló e prese la palla, fermandosi davanti a me.
-Stronzo, così non vale però!- brontolai, cercando di tirargli una pacca sulla spalla ma che lui schivó.
Stavamo ridendo e giocando, quando la voce tonante del professore ci fece zittire, e ci ricordammo di essere in una palestra durante un'ora di lezione. Che imbarazzo! C'erano il prof che ci guardava burbero e severo, le ragazze che ci osservavano alcune ridacchiando come al solito e altre con le sopracciglia alzate e le braccia incrociate.
E poi c'era Luke, con affianco Michael da una parte e Calum dall'altra, che mi fissava con un'espressione indecifrabile sul viso d'angelo.
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Cure || Luke Hemmings
Random"Se avessi saputo che quella sera non mi avrebbe raccontato neanche la metà dell'oscura verita in cui lui e gli altri erano coinvolti, e avessi potuto immaginare cosa stava succedendo a casa, in quel preciso momento, non sarei restata. Ma non potevo...