Rimasi tutto il resto della giornata scolastica a pensare all'appuntamento con Luke di quella sera. Cosa mi dovevo mettere? Come avrei dovuto comportarmi?
In realtà non avevo alcuna voglia di rifletterci su perché era giorni ormai che Luke era sempre nei miei pensieri, rendendomi continuamente ansiosa e preoccupata di quello che avrebbe potuto farmi.
Mi pareva impossibile che la scuola fosse cominciata solo da poco più di tre settimane, e mi resi conto che sin dal primo giorno, Luke e i suoi strani comportamenti erano stati la mia principale preoccupazione per tutto quel tempo.
Era incredibile come una persona potesse entrare egoisticamente a far parte della tua vita, di ogni tuo pensiero, contro la tua volontà.
Tu sei lì che cerchi insistentemente e con tutte le tue forze di scacciare quella determinata presenza dalla tua mente, e proprio quando credi di esserci riuscita, eccola che torna. Come una nebbia sottile e impercettibile che aleggia costantemente su di te e i tuoi pensieri, la tua mente, il tuo cuore.
Sapevo che era inutile: ripetersi che Luke non significava niente per me, che quello che provavo per lui era solo paura e timore.
Perché sarebbe stata solo una finzione, avrei solo mentito spudoratamente a me stessa, negando l'evidenza.
E cioè che Luke mi piaceva. Mi piaceva eccome.
Mi intrigava, terribilmente, e ormai mi era entrato dentro, lo aveva fatto fin dal primo giorno che lo avevo visto, sotto la pioggia, ed ero annegata nei suoi occhi color cielo. Fin dalla prima volta che mi aveva toccata, che le sue labbra si erano premute sulle mie.
Perché il timore verso una persona cessa di essere tale quando diventa il timore di innamorarsi di questa.
Ed era proprio questo quello che provavo io, perché innamorarmi di Luke era totalmente stupido e sbagliato. Perché per lui io ero solo un giocattolo, e quando si sarebbe stancato mi avrebbe buttata via e calpestata, come una sigaretta usata.
E la paura di innamorarsi, in fondo, non è già quello un po d'amore?Era a questo che riflettevo mentre guardavo Luke, appoggiato alla ringhiera alla fine delle scale all'uscita di scuola, mentre si fumava una sigaretta e contemporaneamente discuteva con Michael e Calum. Era perfetto e, quando di tanto in tanto le sue labbra si piegavano in un sorriso creando due piccole fossete ai lati della bocca, lo era ancora di più.
Era una visione magnifica.
Ero talmente presa da lui e dai miei pensieri che non mi accorsi di essere letteralmente incantata a fissarlo.
Così quando lui si giró per buttare a terra la sigaretta e i suoi occhi incontrarono i miei, rimasi ancora immobile a guardarlo, incapace di far altro. Mi fece l'occhiolino, poi, sorridendo maliziosamente, e solo allora mi decisi a risvegliarmi da quello stato di trance scuotendo la testa e cercando di concentrarmi sul lungo discorso di Alicia su quella stronza della prof di matematica, di cui non avevo seguito neanche una parola, mentre le mie guance cominciavano ad arrossarsi e diventare bollenti.
Sentivo il suo sguardo su di me, ma non avevo il coraggio di girarmi di nuovo verso di lui.
-Bhe, io ora devo andare, ho l'oculista tra due ore, scappo.- sentii dirmi velocemente da Ali, che vedendomi non rispondere mi schioccó rumorosamente le dita davanti al naso.
-Ehyyy! Ma mi stai ascoltando? - chiese esasperata.
-S-si... si, scusa, ero un po distratta.- mi scusai.
-Lo vedo. E... ma perché sei rossa come un peperone?- domandò poi osservandomi e successivamente facendo vagare lo sguardo intorno a noi.
Quando incontró lo sguardo di Luke e Calum indirizzato verso di noi, fece guizzare gli occhi da me a loro, e poi di nuovo li puntò su di me.
-Ah aahhhh- commentò.
-Luke Hemmings...-
-Che? Che... che c'entra lui? E non sono rossa, sarà... il freddo- farfugliai cercando una giustificazione plausibile, ma Alicia mi guardò scettica con le sopracciglia inarcate e un sorrisino complice sulle labbra.
-Si si ok.... farò finta di crederci- rise abbracciandomi per salutarmi. -ma... attenta con lui. Non ti conviene stargli troppo vicina, che a giocare col fuoco prima o poi ci si brucia-Rimasi interdetta dalle parole di Alicia. Mi risuonavano in testa come un avvertimento, non era la prima vola che mi mettevano in guardia su di lui e i suoi amici.
Improvvisamente sentii qualcuno afferrarmi per le spalle. Il mio petto fu scosso da un brivido di paura e sorpresa, ma mi rilassai quando mi voltai e vidi dietro di me il volto sorridente di Ash.
I capelli castano chiaro erano folti e disordinati in testa, mossi dal leggero vento autunnale, e gli occhi sembravano ancora più verdi dell'ultima volta che li avevo visti, come due grandi gocce di crisalide ghiacciata.
Ora quei due occhi mi stavano guardando allegri, mentre il ragazzo scese di un paio di gradini fino a trovarsi su quello sotto di me. Anche così ero più bassa io.
-Ehy, bimba- mi salutò con un sorriso a trentadue denti. Sembrava un bambino, pensai, sorridendo di ricambio, ma poi mi accigliai e lo guardai fintamente offesa: -bimba?- dissi scettica riferendomi al nomignolo che mi aveva affibbiato.
-Sì! Bimba! È carino, ti si addice proprio! Non ti piace? - rispose, sembrava entusiasta del fantastico soprannome che mi aveva trovato.
Bhe, veramente mi bastano i soprannomi che mi da Luke, non ti ci mettere anche tu..
Pensai. Luke. Involontariamente spostai gli occhi su di lui. In quel momento mi stava ancora guardando, ma la sua espressione era completamente diversa da quella che aveva poco prima. Era più truce e dura, la mascella indurita, gli occhi di ghiaccio puntati verso di noi, ma il suo volto tornò ad essere una maschera di indifferenza e apatia quando si accorse che lo stavo guardando. Stavolta fu lui a distogliere lo sguardo, ritornando a guardare Michael e Calum davanti a lui che contavano qualcosa tra le mani. Non riuscivo a vedere cosa a causa del corpo di Luke che faceva da scudo agli altri due ragazzi, così mi sporsi con il busto per cercare di vedere meglio.
Mi accorsi solo allora che, accanto a loro, vicino al cancello, c'era un quarto ragazzo con un lungo cappotto nero, capelli corvini alzati un ciuffo disordinato sulla fronte, ma con occhi chiarissimi, più di quelli di Luke, o addirittura di quelli di Michael. Mi rimasero impressi quei due occhi, di un azzurro spaventoso, quasi trasparenti.
Intravidi le dita lunghe di Michael sfogliare tanti fogli... e Calum e Luke contavano insieme a lui guardandosi di tanto in tanto intorno furtivamente, come se quello che stavano facendo fosse qualcosa di losco e proibito.
Scesi un gradino aggrottando la fronte. Quei quattro sembravano davvero dei delinquenti, e volevo scoprire cosa nascondevano.
Mi avicinai ancora di più, e in un attimo successe qualcosa che mi fece gelare il sangue nelle vene.
Fu un secondo. Una frazione di un momento, ma lo vidi.
Le vidi. Ero abbastanza vicina alla scena per rendermi ben conto di ciò che avevo visto.
Fu inutile che Ash mi si mise davanti proprio in quel momento, afferrandomi di nuovo per le spalle, e che prima ancora che il mio cervello realizasse la scena che mi era appena passata davanti, quelle tre bustine contenenti quella polverina bianca passarano velocemente dal pugno del ragazzo con i capelli neri a quello di Michael, per poi scomparire alla velocità della luce nelle tasche della sua giacca.
Non potevo crederci. Era assurdo.
Non poteva essere reale.
Guardai Ash, che mi teneva ancora per le spalle, e sperai con tutte le mie forze di trovare ancora quegli occhi verdi allegri a guardarmi ingenuamente e quel sorriso spensierato di sempre, che mi avrebbe detto che lui non c'entrava niente, che avevo visto male, che c'era una spiegazione.
Ma la speranza mi morì nello stomaco, quando fissai lo sguardo su quello di Ash e vidi che non sorrideva più. I suoi occhi erano tristi, mentre si distanziava da me passandosi una mano sul volto.
-Hai... visto- sussurrò.
Lo fissai, costernata, e poi mi guardai intorno, come alla ricerca di un sostegno, una via d'uscita, e mi accorsi che eravamo rimasti solo noi davanti alla scuola.
-Sappi che... io non c'entro. Davvero. Sono fuori da questa cosa da tempo. Te l'ho nascosto solo perché... non volevo, Luke non voleva che lo sapessi. Nessuno lo sa- cominciò.
-Ti prego, devi credermi-
Osservai la sua espressione, il suo volto, e nel profondo del mio cuore seppi che mi stava dicendo la verità. Ma Luke... Luke era davvero chi sembrava che fosse?Scesi di corsa le scale e in pochi passi uscii dal cancello oltrepassando il gruppo di ragazzi che confabulava all'uscita.
Appena uscita sentii dei passi dietro di me e qualcuno chiamarmi per nome, ma non mi voltai.
Ero ancora scioccata da quello che avevo visto, e stavo ancora pensando se potermi fidare di Ash.
Dopotutto, come mi aveva dimostrato, non lo conoscevo abbastanza come credevo.
-Soph!- sentii di nuovo, e subito dopo fui strattonata violentemente per il polso e girata all'indietro, trovandomi davanti Luke.
-Ehy, mi hai sentito? Perché non ti sei fermata?- chiese trafelato.
Mi liberai dalla sua presa, e -vaffanculo, Luke- gli sputai.
Lui mi guardò interdetto, poi la sua espressione divenne più seria.
-Si può sapere che cazzo ti prende?-
-Cosa mi prende? Cosa mi prende?- gli urlai contro. Lo guardai negli occhi, e da essi trovai tutta la forza di sputargli addosso quello che pensavo, come un pozzo da cui attingere energia.
-Mi prende che sei uno stronzo. E io... ti odio! Mi fai schifo! Ho visto, ho visto quello che fate, tu, e Calum e Michael, l'ho visto, e la verità è che sei una persona orribile.
Manipoli le persone come se fossero dei giocattoli, è quello che stai facendo con me, non è vero? Non te ne frega nulla di niente e nessuno, non sei capace di provare nessun sentimento, e come se non bastasse... quello... quello che fai... Tu... tu spacci droga! Anzi no, tu ti droghi!-
Mi resi conto che stavo urlando, ma non me ne importava nulla. Forse stavo esagerando, ma dopo la morte di mio padre, la droga per me era diventata ancora più orribile di quello che era normalmente.
Luke sbiancó di colpo alle mie ultime parole, finalmente capendo di cosa stavo parlando, e disse un: -No!- mezzo soffocato.
-No? No che cosa? Vorresti dirmi che quello che ho visto non...-
-Io... non spaccio droga. E non mi drogo.- mi interruppe.
Lo guardai confusa, ma decisa a non farmi prendere in giro di nuovo.
-Ti giuro, io non c'entro con questa storia. È vero, stavo... comprando della roba con Calum e Michael ma io sono... pulito. Davvero. Credimi, Soph. Credimi. -
Stessa scena di Ash, pensai.
Scossi la testa e mi allontanai di qualche passo, ma lui subito mi si avvicinò recuperando la diatanza tra noi. Cercai di allontanarlo da me portando le mani al suo petto, ma lui mi afferrò per i polsi e mi spinse contro il muro dietro di me.
-Cazzo Soph, te l'ho detto, io non c'entro. Credimi.- sussurrò facendo scontrare i nostri corpi e appoggiando la sua fronte sulla mia.
-Mi hai sentito?- disse alzandomi il mento con le dita e cercando contatto con i miei occhi. -Voglio che tu mi creda-
Cercai di resistere, ma quando le sue iridi chiare si incontrarono con le mie, non potei più niente.
Erano come una trappola, quegli occhi. Ti attiravano come una calamita, e una volta cadutaci dentro non ne uscivi più.
Così quando Luke si staccò leggermente da me guardandomi intensamente e mi chiese -allora, esci con me stasera-
Non potei che guardarlo a mia volta e annuire.TADADADAA
Hey ragazzuoleeee. È da un po che non mi faccio sentire, ma sarò breve anche stavolta perché devo andare a cenare (lasagne in forno, gnaaam).
Allora, essenzialmente questo è uno dei capitoli di maggiore importanza perché nonostante Sophie si fidi di Ash e Luke, comincia a scorgere a sprazzi un po della realtà che circonda Luke e gli altri...
È comparso un nuovo personaggio, che per ora è ancora nell'ombra ma tornerà prestissimo. Ormai la trama della storia è avviata, penso che la ff avrà sulla quarantina di capitoli, ma non sono ancora del tutto sicura. Infatti ho già in mente il finale, ma arrivarci è dura, ehehehe ;-)
Ok, ora vado, ma prima ringrazio a tutte quelle che leggono la mia storia, mi raccomando lasciate i voti e anche i commenti, per me è importante.
ByeBye
Ann
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Cure || Luke Hemmings
De Todo"Se avessi saputo che quella sera non mi avrebbe raccontato neanche la metà dell'oscura verita in cui lui e gli altri erano coinvolti, e avessi potuto immaginare cosa stava succedendo a casa, in quel preciso momento, non sarei restata. Ma non potevo...