-Lo hai sognato? Hai sognato Luke Hemmings??-
-No Ali, non l'ho sognato, lui è... apparso nei miei incubi! E poi smettila di ripeterlo, qualcuno potrebbe sentirti!!- risposi scocciata dall' insistenza delle domande di Alicia, sbattendo l' armadietto e dirigendomi verso la palestra a passo di marcia. Non ascoltaii neanche una parola di quelle che uscirono in seguito dalla bocca di Alicia, mentre mi seguiva bombardandomi di domande.
La notte precedente non avevo chiuso occhio a causa dell'orribile immagine di Luke che mi saltava addosso che aveva infestato il mio sonno, e non avevo alcuna voglia di parlarne.
Arrivata davanti alla porta della palestra Ali mi abbandonò, e entrò nell'aula di scienze unendosi ad un altro gruppo di ragazze.
Da un lato mi sentii in colpa di aver lasciato andar via la mia amica in quel modo e soprattutto mi resi conto che ora ero di nuovo sola; ma dall'altro lato ero anche sollevata dal fatto che per un'ora intera avrei potuto dedicarmi alla ginnastica e scordarmi di tutto il resto. Aprii la porta della palestra indugiando lungo il corridoio che portava agli spogliatoi. La prima porta era socchiusa, e avvicinandomi intravidi alcuni ragazzi che si cambiavano. Arrossii alla vista di uno di loro che si toglieva la maglietta scoprendo i suoi addominali sul ventre abbronzato, e proseguii più velocemente di prima verso lo spogliatoio delle ragazze. Non avevo alcuna voglia di cambiarmi, ma dovetti farlo in fretta e furia perché ero l'ultima, mentre le altre ragazze erano già pronte per andare in palestra. Metà di loro le avevo già viste, mentre le altre no in quanto appartenevano ad un altro corso e quella era lunica ora della settimana che avevamo in comune. L'ora di educazione fisica era facoltativa, ma io avevo scelto di farla come la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze, perché mi piaceva ed ero anche abbastanza brava. Non praticavo nessuno sport al momento, ma me la cavavo a pallavvolo e a basket. Però ero negata nel calcetto, e sperai con tutte le mie forze che il prof non decidesse di farmi fare una figuraccia colossale costringendomi a giocare proprio a quello sport, mostrando la mia totale goffaggine nel controllo dei miei piedi.
Arrivata in palestra mi guardai attorno, e vedendo tutti quei gruppetti di ragazze bellissime che facevano stretching e parlavano tra loro, ancora più perfette nei loro completini super corti rimpiansi di non aver deciso di fare scienze con Alicia.
Io avevo indossato un pantaloncino nero corto, con sopra una canottiera blu, i capelli raccolti in una coda con qualche ciuffo ribelle che mi cadeva ai lati del viso. Mi diressi verso la panca addossata alla parete, dove qualcuno aveva ammuccchiato delle corde. Ne presi una cominciai a fare qualche salto in disparte dagli altri. Ogni tanto qualche ragazzo mi rivolgeva un'occhiata eloquente, al che io abbassavo la testa e mi giravo dall'altra parte.
Ma quando vidi su di me un paio di occhi azzurri come il ghiaccio rimasi impietrita, a fissarli a mia volta.Passai tutti i primi dieci minuti di lezione a sentirmi osservata da Luke, che si trovava con i tre ragazzi con cui lo avevo già visto prima. Ogni tanto mi azzardavo a sbirciarlo di sottecchi con la coda dell'occhio, ma subito la sensazione dei suoi occhi su di me e il conseguente rossore che si faceva strada sulle mie guance mi costringeva a distogliere immediatamente lo sguardo.
E quando il professore ci richiamò all'ordine facendoci disporre in cerchio attorno a lui mentre spiegava l'esercizio, io mi posizionai dietro a tutti gli altri, il più lontana possibile da Luke. Cercai di concentrarmi sulle parole del professore, ma mi era quasi impossibile, e più di una volta mi sorpresi a fissare quel ragazzo, che nella mia mente era ormai dipinto come una specie di molestatore. E che, per un motivo o per un altro, sembrava aver deciso di molestare me.
Eppure tutto mi attraeva di lui: il suo sorriso, i suoi occhi, le sue labbra, la sua voce perfino. Mi attraeva, eppure mi spanventava a morte. Mi spaventava, eppure mi attraeva terribilmente.
Ero ancora intenta ad osservarlo, rapita dalla bellezza e dal fascino oscuro che emanava, quando i suoi occhi saettarono su di me.
Solo in quel momento mi accorsi che gli occhi di tutti erano puntati su di me. E il professore mi stava parlando, guardandomi a sua volta. Ero al centro dell'attenzione. Oh, no, brutto segno. Io odiavo essere al centro dell'attenzione: finiva sempre che facessi qualcosa di stupido e mi ritrovavo in situazioni imbarazzanti sotto gli occhi di tutti.
-Allora Sophie, vorresti essere così gentile da farci un esempio di quello che ho appena spiegato? - esordì il professore.
Deglutii rumorosamente. -Io... io non ho capito bene l'esercizio, professore.- risposi a disagio, cercando di combattere l'istinto di tornare a guardare i bellissimi occhi di Luke, che in quel momento mi stava sicuramente guardando divertito, come tutti gli altri 40 ragazzi presenti.
Il prof mi rivolse un'aria di rimprovero, mentre sentii delle risatine compiaciute attorno a me.
-Allora venga qui, signorina Jackson. Qui, al centro, e si sdrai per terra a pancia in su.- esordì rivolto a me.
Deglutii di nuovo, mentre constrinsi i miei piedi a muoversi, uno dopo l'altro, fino ad arrivare nel punto indicato dal professore. -Si stenda, coraggio. E si sbrighi!- mi ripeté. Così feci: mi abbassai e mi sdraiai sul pavimento freddo, tirandomi giù sui pantaloncini il più possibile la canottiera. Cominciarono ad esserci dei versi di approvazione da parte dei ragazzi, e io pregai con tutte le mie forze che quel supplizio finisse al più presto. Mi maledissi per non aver prestato attenzione alla spiegazione.
-Mi serve un volontario che aiuti la signorina a svolgere l'esercizio.- disse il prof. Qualcuno alzò una mano per offrirsi, ma il professore rifiutò il suo intervento, con una punta di ironia nella voce. -No Hemmings, so che le piacerebbe, ma resti buono per un po!- Ci fu una ridarella generale.
Avrei giurato che in quel momento la mia faccia era rossa come un peperone. Ma che razza di commenti faceva il prof?? Comunque lo ringraziai mentalmente: non osavo neanche immaginare come sarebbe stato fare l'esercizio con lui!
Si offrì una ragazza. La riconobbi: alta, un po in carne e con lunghi ricci scuri raccolti in una coda. Era nella mia classe. E dopo che finimmo di fare quell' esercizio di stretching ringraziai ancora di più che non fosse uscito Luke al suo posto.
Completato lo stretching ci dedicammo al basket. Gli ultimi dieci minuti il prof ci fece fare tiri liberi, e io scelsi come al solito un canestro un po più piccolo e alto, in disparte rispetto agli altri due posti alle estremità del campo.
Conclusi un ultimo tiro con un piccolo salto, e la palla centró perfettamente il canestro, ma quando atterrai sentii due mani sui miei fianchi stringermi il bacino. Mi girai di colpo.

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Cure || Luke Hemmings
Rastgele"Se avessi saputo che quella sera non mi avrebbe raccontato neanche la metà dell'oscura verita in cui lui e gli altri erano coinvolti, e avessi potuto immaginare cosa stava succedendo a casa, in quel preciso momento, non sarei restata. Ma non potevo...