Stavo camminando per i corridoi deserti della scuola. Di nuovo in solitudine. Avevo bisogno di stare un po da sola, dopo quell' estenuante giornata passata in compagnia di Alicia e i suoi amici. Aveva insistito perché li conoscessi, ma a dir la verità neanche uno di loro mi era piaciuto molto. Mi mancavano i miei ex compagni delle superiori, e Marie. Mi mancava già la tappa della vita che avevo solo appena concluso, perché al college erano tutti più grandi e maturi, e io mi sentivo fuori luogo, con la mia timidezza e ingenuità.
Chiusi piano l'anta dell'armadietto, quasi non volessi farmi sentire, anche anche se intorno a me non c'era nessuno. Mi diressi a grandi falcate verso l'uscita, ma poco prima di raggiungerla qualcuno mi afferrò per il polso e mi bloccò. Senza neanche rendermene conto fui attirata verso il petto di Luke, sbattendo con la schiena contro il muro. Ecco ricreata la situazione di poche ore prima in classe, ma stavolta non c'era nessuna via d'uscita: il mio corpo era steso contro la parete, ed era schiacciato contro quello del ragazzo biondo. Sentivo il suo calore premere sul mio busto, le mie gambe bloccate tra le sue. Ero terrorizzata. -Hei bimba, dove credi di andare?- disse, sempre con quel suo tono di voce basso e caldo, facendo scivolare dolcemente le parole fuori dalle sue labbra. -Stavolta non mi scappi. Non mi hai detto come ti chiami, e sono molto curioso di saperlo.-
- Smettila! Luke... lasciami andare...- mi lamentai. Ma la sua pressione sul mio corpo non diminuì, anzi si spinse ancora di più verso di me. Cercai di spingerlo premendo contro il suo petto, ma lui mi prese per i polsi e li portò sul muro ai lati della mia testa.
-Smettila di agitarti, mica ti mangio. Almeno, non ancora- disse avvicinando la sua faccia alla mia. -Allora, vuoi dirmi come ti chiami?-
-No!-riuscii a rispondere con voce strozzata. -Se non te lo dico, cosa vorresti farmi?- mi uscì in un impeto di coraggio, ma me ne pentii subito.
I suoi occhi si dilatarono per un secondo.
Poi sorrise, e si morse il percieng squadrandomi da vicino. Si soffermò con gli occhi da qualche parte in basso sul mio corpo e bisbiglió. -Se ci tieni proprio a saperlo...-
Al che rialzó la testa e liberandomi i polsi mise le sue mani sulla parete dove prima aveva imprigionato le mie, fissandomi ardentemente negli occhi. Capii subito cosa intendeva e mi spaventai ancora di più. Mi dimenai disperatamente tirando pugni sul suo petto, e cominciai a urlare. Luke mi tappó subito la bocca premendovi contro il dito indice. -Shhhh non urlare, bimba, tanto nessuno può sentirti.-
Aveva ragione: non c'era nessuno che potesse sentirmi, ne nessuno che potesse aiutarmi.
- Allora, credo che adesso mi dirai come ti chiami- e quella domanda retorica suonò assolutamente come un' imposizione.
Arrosii violentemente e mi lasciai sfuggire un gemito quando lui spinse il suo ventre contro i miei fianchi, premendo leggermente. Lui sorrise maliziosamente, senza staccare gli occhi dai miei.
-Sophie. Mi... mi chiamo S-Sophie- sussurai distogliendo lo sguardo.
La pressione sul mio bacino diminuì e io sospirai istintivamente, per poi subito dopo mordermi il labbro inferiore.
-Carino, Sophie- pronunciò lentamente, liberando con le dita il mio labbro dalla presa dei miei denti -Quasi quanto te- aggiunse chinando il capo e facendo sfiorare i nostri nasi. Sentii il suo respiro fresco sulla guancia, e poi nella mia bocca semiaperta. Mi affrettai a chiuderla, serrandola ermeticamente.
Luke si abbassò ancora e le nostre labbra si sfiorarono. Io rabbrividii e mi ritirari schiacciando la testa contro il muro dietro di me, e lui seguí il mio movimento avvicinando di nuovo la bocca alla mia. Non sapevo più che fare. Chiusi gli occhi.
-Allora, ci vediamo Sophie- mi alitó sulle labbra.
Poi la pressione sul mio corpo sparí. Spalancai gli occhi e lo vidi guardarmi divertito. Dopodiché si giró e uscì, lasciandomi sola e stravolta contro il muro.-È stata una giornata assolutamente orribile, Marie! Il peggior primo giorno di scuola della mia vita!!- urlai al telefono alla mia migliore amica. Ero quasi in lacrime, e non sapevo perché. Anzi sí, lo sapevo il perché, e aveva un nome e un cognome: Luke Hemmings.
Perché mi importunava così, perché!?? Non lo capivo, e se quel che mi aveva detto Alicia era vero non volevo avere niente a che vedere con lui, non volevo essere la sua prossima preda per soddisfare i suoi bisogni.
Mi disgustava.
-Tranquillizzati, Soph, sei così agitata! È successo qualcosa?-
Era la seconda persona che me lo chiedeva quel giorno. Wow. Davvero un record. Ma stranamente non avevo alcuna voglia di spiegare il motivo della mia angoscia a Marie. E di colpo mi sentii esausta. E affamata.
-Non importa Marie, ci sentiamo domani-. Chiusi velocemente la chiamata e corsi in cucina a prendere qualcosa dal frigo da mangiare, poi corsi su in camera mia e mi distesi sul letto sgrannocchiando un biscotto al cioccolato. Mi serviva un po di cioccolata in quel momento, per tirarmi su il morale e distrarmi da tutti gli avvenimenti della giornata.
La scuola era appena iniziata e io già non avrei mai più voluto tornarci.
Finito il mio biscotto cercai di rilassarmi allungandomi sul letto e coprendomi con il mio pile azzurro.
Ad un certo punto sentii la finestra spalancarsi e una gelida folata di vento investirmi. Mi tirai su di scatto, e vidi una sagoma alta e scura in piedi vicino alla finestra. Fui subito ributatta sdraiata sul materasso dal ragazzo che mi si era buttato addosso.
Sentii come mille mani che mi percorrevano il corpo, le braccia, la schiena, ed ogni suo tocco corrispondeva ad un mio sussulto.
Mi agitai tra due forti braccia, ma fu tutto inutile. Ero troppo piccola e debole in confronto a lui.
-Ehi Soph, non ti agitare, mica ti mangio.- Disse Luke contro il mio collo. Ci lasciò tanti umidi baci delicati, ma man mano che proseguiva sul mio corpo diventava sempre più aggressivo. Scese lungo la mia spalla, spogliandomi della mia sottile maglietta di cotone, e poi percorse con le mani la lunghezza delle mie gambe, fino alla coscia e poi al mio bacino, che strinse violentemente.
-Spero che così tu impari la lezione, piccola- sussurrò tra un bacio e l'altro. -No Luke, fermo... lasciami!- gridai disperata. Ma nessuno mi sentiva.
Provai a divincolarmi ma non ci riuscii in nessun modo. Alla fine non potei far altro che abbandonarmi a lui, del tutto impotente.
A quel punto tutto cessò. Mi svegliai di colpo, sudata e spavanteta, urlando il suo nome.

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Cure || Luke Hemmings
De Todo"Se avessi saputo che quella sera non mi avrebbe raccontato neanche la metà dell'oscura verita in cui lui e gli altri erano coinvolti, e avessi potuto immaginare cosa stava succedendo a casa, in quel preciso momento, non sarei restata. Ma non potevo...