- MINACCE-

16 3 10
                                    

Lui entrò e si chiuse la porta alle spalle, girò la chiave nella manovella e se la mise in tasca.
Poi si sedette nel letto di Amaria, di fronte a me, e si guardò intorno
" Ehi! Chi te lo ha dato il permesso ?" Fu l'unica cosa che riuscì a dire. Avevo la gola secca.
Lui sorrise. Aveva un cerotto bianco al naso. Che cosa avrei dovuto fare? Scusarmi?
Rimaneva comunque bello, Setto nasale spaccato o meno.
Aveva la pelle bianca e pallida, i capelli dai riflessi blu e la bocca sanguigna; e io rimanevo lo stesso troppo frustrata per fingermi gentile anche solo per il mio bene.
" Julian io ti avverto, la prossima volta non te la cavi con solo un naso spaccato." Sibilai
" Calmati cannella, sono qua per parlare. Pacificamente. Non mi hai fatto niente al naso, entro un paio di giorni starà bene; grazie per aver chiesto, comunque."
Il suo finito tono colloquiale non mi piacque per nulla, perciò mi irritai ancora di più.
" Non voglio ascoltarti. Per quel che mi riguarda puoi andare a farti friggere."
E detto ciò mi girai dandogli le spalle,a braccia conserte. Cosa sperassi di ottenerci è un mistero per me tutt'ora.
Ero sdraiata e avevo un gran mal di testa per il recente pianto. I miei riccioli color cioccolato erano sparsi sul cuscino purpureo di Luisa, fuori il cielo era grigio e la camera odorava di legno e anche di un acre odore di ciliegia, Il profumo preferito di Amaria.
Mi ero tolta le ballerine nere, giacevano sparpagliate in mezzo al pavimento e mi stavo addormentando per la stanchezza quando sentì le molle del letto piegarsi al peso di Julian che si sdraiò accanto a me e mi cinse da dietro. La mia schiena contro il suo petto, il suo alito contro la mia nuca.
Stavo per ribellarmi ma mi fermai. Qualcosa di freddo e pericolosamente appuntito era puntato sulla mia gola.
Julian mi cingeva con un braccio la vita, stringendomi al suo addome e con l'altra mi puntava un coltello alla gola, premendo le sue labbra sul lobo del mio orecchio.
Non aveva un particolare odore ma sapeva al massimo si shampoo e in generale di pulito. O di pioggia, quasi.
" Adesso sei disposta ad ascoltarmi e considerarmi, Merliah?"mi chiese piano.
"Il mio nome è Lillian" deglutì io. Se doveva per forza ammazzarmi che ci fosse scritto il nome giusto sulla mia tomba,almeno.
" E poi non saresti in grado di sgozzarmi a mani nude qua, proprio sopra il letto di Luisa." Continuai con voce tremante, cercando di stare tranquilla.
La lama del coltello premeva sulla mia giugulare a ogni minimo movimento della mia mascella.
" No infatti, hai ragione" rispose lui tranquillo, togliendo il coltello da sotto il mio mento.
Poi mi inchiodò le mani sopra la testa e si protese sopra di me.
Se fosse d'improvviso entrato qualcuno saremmo sembrati entrambi nel pieno dell'inizio di un atto a sfondo sessuale. Evidentemente lui non ne percepiva la differenza però.
" Non vivrai a lungo se continuerai così,Lillian." Disse, parlando a un centimetro dalla mia faccia. "Posso farti sparire senza lasciare di te alcuna traccia, che tu sia qua al Malincoly o che tu sia altrove, io ti troverò sempre. E non avrai scampo" concluse in un sussurro. Un lampo e echeggiò da lontano.
" E cosa ti trattiene dal farlo proprio ora?"
Lui parve sorpreso dalla mia domanda. Si alzò da là dove si trovava e si mise seduto, liberandomi i polsi. Sentì un gran sollievo nel petto quando si fu alzato.
" Non lo so nemmeno io,sai.
Non mi fai annoiare. Devo confessare che questa faccenda quasi mi diverte, a volte. Mi piace vedere come ti ingegnerai per cercare di venire a capo di questa storia. Anche perché questo non accadrà mai."
Ci mancava solo quello. Che lui e i suoi amici avessero fatto fuori Luisa per pura noia. Faceva schifo come ragionamento ma era anche plausibile,in fin dei conti. Cosa cercano più di tutto dei ragazzi tranquilli e perfetti come loro,se non la totale perdita del controllo e il potere assoluto sulla vita di chiunque?
Perché proprio Luisa, però? Cosa c'entrava lei in tutto ciò?
" Hai un modo malato di divertirti,avete un modo malato di divertirvi.
Però se non mi vuoi ammazzare o violentare ti chiedo di lasciarmi in pace,ora. Vorrei dormire."
La forza della sincerità doveva averlo colpito nel profondo perché si alzò davvero.
" Julian, aspetta un secondo" mi ero tirata a sedere ed ero a gambe incrociate; pessima idea considerando la mia scelta di indossare la gonna,quella mattina.
Lui si fermò sorpreso ma nel frattempo aveva già aperto la porta.
" Julian, ma Luisa vi odiava? Vi odiava come vi odiano Amaria e Bryce?", " E Io" avrei voluto aggiungere,ma non lo feci.
Lui sorrise debolmente,quasi con malinconia, e maneggiò un poco con le chiavi della serratura della camera.
Poi mi guardò per una buona decina di secondi.
" Luisa era così,particolare. Direi che ci amava piuttosto.
Perché,questo ti dice qualcosa, cannella?"
Io ci indugiai un po' sopra. Le mie supposizioni partivano dall'idea giusta,allora.
Un punto per me.
Amava la A, o l'idea della A,odiava tutto il resto.
" Si, mi dice molte cose." Risposi, più rivolta a me stessa che a lui.

I Carismatici Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora