"Lillian?" Mi chiamò Amaria
" Amy,dove sei?"chiesi, arrancando nel buio. Avevamo imboccato uno stretto corridoio senza luci che portava, attraverso una scala dal complesso ma logorato corrimano, a un piano superiore, non illuminato anch'esso.
Sentì improvvisamente un tonfo " tutto bene?"
" No,ho sbattuto contro uno scalino e sono scivolata"
Arrancammo nel buio ancora per pochi secondi prima di entrare in un'altro ampio corridoio non esattamente buio perché le finestre lasciavano filtrare la luce argentea della luna che illuminava a chiazze chiare il lungo tappeto steso per terra, le librerie lungo il muro alla nostra destra e un grosso armadio polveroso in legno d'ebano.
Io avevo un freddo che tra poco morivo e Amaria continuava a prendermi in giro per ciò.
Per lei era semplice, indossava ancora la felpa grigia di Bryce con la camicia azzurra sotto e pesanti jeans scuri a zampa, mentre io invece avevo indosso solo un golf rosso ciliegia di quella mattina e la gonna corta e nera.
Ogni cosa in quel corridoio sembrava argentata. Anche Amaria,che camminava davanti a me, con i capelli e i fianchi ondeggianti,pareva fatta d'argento.
Aveva dei capelli meravigliosi. Lisci, color amaranto e fini; la pelle rosa scuro e i grandi occhi color caffè sempre pesantemente truccati di nero.
Io non mi piacevo più di tanto con i capelli corti in quella maniera, si intravedevano di più le spalle ossute ed erano più difficili da acconciare.
Con il mio viso piccolo e rotondo e i miei occhi da volpe neri, con l'angoscia che possedevo in quei giorni a causa del rendimento scolastico,di Luisa, di mio fratello che non sentivo da troppo tempo e di Julian e North che mi stavano facendo impazzire, sembravo un essere scavato dalla vita .
O , io direi meglio " avvelenata e insipidita dall'ira repressa"Senza nemmeno farlo apposta,altri 4 ragazzi della A sbucarono fuori dal nulla e io e Amaria ci ritirammo subito di fianco all'armadio. Tutto ciò era un déja vu fin troppo vissuto.
Julian, che avanzava velocemente e a grandi passi si fermò per aspettare che le altre tre ragazze che erano con lui lo raggiungessero. " Sono talmente dispiaciuta per questa storia!" Stava dicendo Antoniette ,con il fiatone e la voce lagnosa .
" Ormai non possiamo farci nulla, Anthony. Nemmeno io, ad essere franco, mi sarei mai immaginato una cosa del genere.
Salire su di una magnolia per recuperare un diario, ma dimmi tu!
Maria e Bryce non hanno mai avuto il coraggio di fare qualcosa del genere da soli..."
Le parole di Julian mi lunsingarono, in un certo senso, ma Amaria ne rimase invece molto offesa. E a proposito di Amria, la polvere che citavo poco fa doveva averle dato parecchio fastidio perché contorceva il volto cercando di non starnutire
" No" pensai " questo è troppo stupido perché accada veramente."
E invece accadde , con mio grande sconvolgimento.
Amaria non riuscì a trattenersi, quindi starnutì.
Inutile sperare non si fosse sentito nulla. Quel corridoio, salvo le finestre a sesto acuto e le librerie, era vuoto ed ampio, perciò rimbombò tutto alla massima potenza.
Io le tirai un calcio, forte.
" E questo perché? Mica l'ho fatto apposta!" Si giustificò lei a bassa voce, come se oramai avesse importanza
" È per sfogarmi, allora!" Le risposi laconica. Fummo costrette a uscire allo scoperto e io mi voltai di scatto verso la direzione dei 4 ragazzi. Incrociai lo sguardo perfido di Antoniette, Sophie e Tara ma mi fermai a fissare veramente solo quello di Julian. Non mi aveva mai guardata così, non pensavo ne fosse nemmeno realmente capace.
Le sue espressioni solitamente traballavano tra il sarcastico, l'ironico, il vago o al massimo il malizoso.
Ma in quel momento non era nulla di tutto ciò,non c'era un briciolo di ironia nel suo volto, era solo molto ma molto arrabbiato. Con me.
Teneva i pugni chiusi, le vene sembravano gli stessero per esplodere negli avambracci scoperti dalle maniche arrotolate fino al gomito della felpa navy-blue che indossava. Gli occhi ridotti a due fessure avevano perso quel loro luccichio dorato del color miele.
Mi sembrava più pallido, più sottile e lungo, più spettrale del solito.
E il buio che ci circondava, l'odore di legno e libri vecchi, il temporale che come un attore pagato si era fatto vivo proprio in quel momento; non aiutavano di certo la mia ansia a placarsi.
Non fosse stato per il contrasto scuro dei suoi capelli sulla pelle bianca e per i jeans kadiff che davano l'indicazione che avesse delle gambe che cominciavano e finivano da qualche parte avrei seriamente potuto pensare fosse un poltergeist sospeso a mezz'aria e non un ragazzo in carne ed ossa che io conoscevo anche.
Ci furono degli interminabili minuti di silenzio in cui nessuno di noi sei seppe bene che cosa fare ,tanto era assurda la situazione, almeno fino a quando io non indietreggiai di un passo trascinandomi dietro Amaria.
" Amy" sussurrai quasi in preda al panico, " corri su per quelle scale, ora!"
Quel'ora lo gridai con quanto più fiato avevo in gola prima di mettermi a correre a mia volta.
Non ebbi il tempo di voltarmi per controllare ma capì lo stesso che anche i ragazzi della A ci stavano rincorrendo e che da lì a poco sarebbero giunti pure gli altri in soccorso. Eravamo in trappola.
Dovevamo trovare un'aula dove nasconderci per un po', solo che non era semplice con tutto quel buio e tutte quelle porte.
In fondo, quello era l'edificio della A, potevamo andare a finire in una delle loro aule di studio private come nelle loro camere da letto. Anche se dubitavo che qualcuno di loro stesse ancora dormendo in quel momento.Quando pensavamo di averli scansati, ad una certa, eravamo appena riusciti ad entrare in un'aula che si rivelò quella di geografia perché andai a sbattere contro un mappamondo dorato posto su una pila di libri rilegati in cuoio.
Riuscì ad afferrarlo prima che cadesse a terra e facesse un gran baccano.
" Ma per un pelo!" Commentai.
Era calato un silenzio tombale, interrotto a tratti solamente dai tuoni e dai lampi che ogni tanto ci facevano sobbalzare.
Io non avevo più fiato ma Amaria invece ne aveva fin troppo, ne aveva tanto da riempire il pallone di una mongolfiera.
" Siamo finite, Lillian. Come possiamo uscirne, ora? Ci beccheranno comunque vada! Li, siamo finite!"
" Ma piantala un po'! No che non siamo finite, cosa stai dicendo?.
Dobbiamo solo stare tranquille e capire come hanno fatto a capire dove ci trovavamo. Come facevano a sapere che eravamo chiuse in biblioteca? Hai Qualche Idea?"
Amaria ci pensò sù un'attimo poi si suoi giganteschi occhi color caffè si illuminarono. "Ma scherzi? Lillian, come abbiamo fatto a non pensarci prima!" Esclamò " Bryce! È stato lui, lo ha inconsapevolmente detto a Maddleinne. Lei glielo avrà strappato di bocca!"
" Certo che in due non facciamo un mezzo neurone io e te" commentai.
" Già,dovevamo immaginarcela una fregatura del genere. E ora quindi che facciamo? "
Non ebbi troppo tempo per riflettere. L'unica cosa che riuscì a fare fu quella di mettere sotto al golf una statuetta di piccole dimensioni del David di Michelangelo che avevo trovato posto sulla cattedra come decorazione, e aprire la finestra, tutto questo prima che Julian, Antoniette, Sophie, Tara e altri tre ragazzi irrompessero nell'aula.Nota autrice:
Ciao a tutti! Fatemi sapere cosa ne pensate di Amaria e Bryce;sto lavorando molto sui loro personaggi per non renderli i soliti contorni sfumati che solitamente caratterizzano gi amici dei protagonisti, ci tengo che tutti, persino chi ha un ruolo più marginale, abbia comunque un carattere suo!
Questi capitoli di fuga stanno durando un po' tanto, è vero, ma dovevano fare parte di un'unico capitolo che sono stata costretta a spezzare in tre parti perché sarebbe stato troppo lungo altrimenti. Vi chiedo di avere pazienza.
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I Carismatici
Mystery / ThrillerDopo la tragica morte dei loro genitori, Lillian e suo fratello minore ,Laurie, sono costretti a separarsi e vengono mandati in due college diversi per volere del nonno, un'egocentrico ricco e amante del classicismo(in special modo del greco e del l...