- LA FUGA-

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La sera Amaria era seduta a gambe incrociate ai piedi del mio letto, con i capelli umidi per la doccia e con sù una delle vecchie felpe grigie di Bryce e una camicia azzurrina sotto. Io le stavo di fronte e Bryce era invece seduto sul tappeto con la nuca appoggiata al materasso, perso nei suoi pensieri.
" Sapete una cosa? Era troppo bello per essere vero. Che problemi ha esattamente?" Chiese poi ad una certa, sempre con lo sguardo perso nel vuoto.
" È indecifrabile,porca miseria." Replicò Amaria scocciata.
" Si, ma perché?" Bryce si era alzato e si era messo seduto accanto a me, al bordo del letto. Con la mano sinistra tenevo scostata la tenda del baldacchino in modo che non gli cadesse sugli occhi.
"Alcune cose sono scritte in greco, altre in latino. Solo poche in inglese. Anzi, direi perlopiù in greco." Spiegai io.
Bryce si mise a ridere: "Però, furba la ragazza. E quindi? Basterà tradurre, lo facciamo ogni giorno del resto, no?"
Amaria scosse la testa impettita.
" Non capisci Bryce, è un diario enorme e la metà delle cose sono scritte in greco. Passeremo mesi a tradurre tutta questa roba prima di trovarci qualcosa di utile, e, anche se ci riuscissimo, dopo che vorresti fare?
Andare dalla polizia e presentare una versione tradotta da dei 17enni di un testo scritto da una 17enne?"
" Beh, magari la faranno tradurre a qualcuno di competente che non siamo noi." Proposi io.
" Certo, e se questo qualcuno venisse corrotto da un amorevole genitore della classe A? tanto sappiamo tutti che ci sono dietro loro, ai figlioli. Ma perché non comprendete, io credevo che saremmo riusciti a fare tutto in una notte, ma così... Così è impossibile! Antoniette avrà già capito che le è stato sottratto il diario e se non lo restituiamo, entro domani pomeriggio verranno a cercarci e, che ci crediate o meno,non avranno a mente proprio il nostro bene ."
Bryce sbuffò.
" In effetti le lingue morte sono bastarde proprio per questo. Una parola ha diversi significati, può esserne plagiato con facilità il testo..... Quindi ora che si fa?" Chiese, scettico.
A me dispiaceva aver fatto tutto quel lavoro inutilmente ma d'altronde aveva ragione Bryce, era troppo bello per essere vero.
" Dobbiamo riportarlo indietro immediatamente, entro stasera." Suggerì Amaria.
" Sei scema mi sa. " Sbottai io" Sono le 20:00 di sera, cosa vorresti esattamente fare?
Andare di nuovo in camera di Antoniette, bussare alla sua porta e dirle:" ah ciao, scusa ma prima ti ho rubato il diario, ora te lo restituisco,con permesso,
arrivederci."!"
Lei non apprezzò molto questa mia presa di giro.
" L'importante" cominciò a dire seccata "l'importante sarà solo restituirglielo, non la modalità con cui lo faremo. Prima lo riportiamo indietro e prima capiranno che ci siamo arresi e prima scamperemo il pericolo. Dovrebbe bastare andare oggi verso la mezzanotte o le una, bussare alla sua porta e lasciarle il quadernetto là.
Possiamo fare finta di aver bisogno di usare la biblioteca grande nell'edificio della A e accamparci lì senza che nessuno se ne accorga. Ti unisci a noi,Bryce?"
Lui si alzò dal letto,stiracchiandosi.
" Sapete che vi adoro ma sarebbe un suicidio andarci in tre. A che servirebbe? E poi, ho da fare con Maddy stasera."
Io e Amaria ci scambiammo occhiate furtive ma non dicemmo niente.
Augurammo la buona notte a Bryce e ci mettemmo all'opera quasi immediatamente.

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Io alla fine mi misi a leggere per davvero mentre invece Amaria teneva tra le mani un libro di aritmetica pescato da chissà quale scaffale e che stava destando la curiosità di tutti.
" Per l'amor del cielo Amy, metti via quel libro la gente ci guarda." Esclamai sottovoce.
" Te ti senti molto intellettuale a leggere 'il fantasma di Canterville, vero?" Mi rispose lei.
"Ma che c'entra, non è nemmeno uno dei racconti più famosi di Wilde. E poi, mi sta piacendo. Mi fa ridere."
Amaria alzò gli occhi al cielo e si mise a sfogliare il manuale di aritmetica, con mio gran disgusto.
Quando scoccarono le 22:30 la bibliotecaria, una donna bassa dai capelli corvini e la dentatura cavallina, che sembrava averne già abbastanza della vita e più in generale degli studenti,ci venne a dire di andare via subito perché doveva chiudere la biblioteca.
Di conseguenza io ed Amaria ci nascondemmo dietro ad una delle librerie con l'ansia si essere notate ma stranamente andò tutto bene.
La bibliotecaria spense la luce e chiuse la porta, poi se ne andò.
Piombate nel silenzio più totale eravamo finalmente libere di uscire e io scostai le pesanti tende color cremisi per far filtrare la luce della luna piena e permetterci di vedere qualcosa.
La sola candela di Amaria infatti non bastava, al massimo faceva brillare gli oggetti dorati all'interno della biblioteca. C'era un gradevole odore di fogli vecchi e vedevo i granelli di polvere fluttuare attraverso quei pochi raggi di luna che riuscivano ad entrare.
Provai ad aprire la porta ma era chiusa a chiave.
" Come possiamo essere così sceme tutte le volte?" Esclamai, ma rimbombò tutto quindi me ne pentì.
" Patrizia non chiude mai a chiave, che scarognata! Considerando che questo è pure il dormitorio della A...."
Io mi sedetti su una poltrona di velluto ocra, accanto a una pila di libri dall'aria vecchia e presi a massaggiarmi le tempie.
Maria teneva il diario di Antoniette dentro una borsa nera a tracolla.
" E ora che si fa?" Chiesi, incalzata dal suo silenzio.
" Aspettiamo domani mattina " rispose lei, sdraiandosi su un banco, e appoggiando la candela a terra.
" Amaria! Io ho bisogno di dormire nel mio letto. Qua fa un freddo cane! " Le risposi rannicchiandomi ancor più nella poltrona.
Passammo dunque una buona mezz'ora a discutere, cosa che non era mai successa fino ad allora.
La candela si stava riducendo a vista d'occhio e il freddo aumentando quando qualcuno cominciò a girare la chiave nella manovella della porta.
Amaria soffiò sulla candela e insieme corremmo a nasconderci dietro una delle librerie in fondo alla stanza
Ad entrare furono 5 ragazzi dell'ultimo anno che sembravano avere una gran fretta.
Cominciò a gelarmisi il sangue nelle vene.
" Wirt, dì a Julian che qua dentro non ci sono!." Urlò uno di loro, credo si trattasse di Dan. Ci misi poco a capire che quei ragazzi erano tutti ragazzi della A e la cosa rese il tutto già più difficile del dovuto.
Nel frattempo , più loro avanzavano più noi indietreggavamo ,girando attorno alla libreria.
" Non fate gli scemi, controllate bene....e questa cos'è?"
Jhoon Lin, che stava parlando in quel momento, si chinò sulla candela appoggiata ai piedi della tavolata centrale e la guardò con sospetto.
" È ancora calda" commentò poi"sono qua. Cercatele. Spegnete le torce e chiudete le tende per non farvi trovare, e fate piano."
Vidi Amaria corrugare la fronte in preda alla paura e pure io cominciavo a sentirmi male. Mi trascinò per la manica del golfino e mi obbligò a mettermi accovacciata accanto a lei.
Mi fece poi cenno con la mano di seguirla mentre camminava piano intorno alla libreria.
Immaginai, in un impeto di disagio, se Bryce si fosse trovato là assieme a noi, ingombrante com'era, con quelle spalle da nuotatore. Fui quindi contenta che non ci avesse seguite in quella follia.

Calò poi un silenzio inquietante, a tratti interrotto solo dalle gocce di pioggia che battevano sulle finestre e io non riuscì più a comprendere se se ne fossero andati o meno.
In virtù di ciò decisi per me che era meglio fermarmi e attendere un qualche rumore da parte loro.
Afferrai Amaria per il manico della tracolla e la obbligai a fermarsi di fronte a me ma lei non mi diede retta e si mise nuovamente ad avanzare intorno alla libreria, cercando ci avvicinarsi all'uscita. Appoggiai lentamente la tempia allo scaffale  e chiusi un'attimo gli occhi. Ero davvero esausta.
Vedevo l'uscita, era vicina, anzi, vicinissima ,bisognava solamente muovere qualche passo in avanti e poi correre in direzione della porta ma un'ondata di luce mi investì completamente, costringendomi a cadere a terra seduta. Cercai di rialzarmi in fretta ma qualcuno mi afferrò per la vita.
" Ragazzi,eccone una, abbiamo perso l'altra però."
Gridò chi mi stava tenendo ferma. Lo riconobbi subito dal timbro della voce. Era ancora Jhoon.
" Lasciami in pace!" Strillai, lui però mi strinse a sé ancor di più e io non ce la feci più ad oppormi.
Il mal di testa improvviso mi aveva di colpo resa debole.
" Tu incominci un po' a seccarci, Lillian. Cosa ti farebbe capire che devi startene al tuo posto?"
Si stava facendo incredibilmente viscido infatti si avvicinò pericolosamente al mio collo e cominciò a strofinarcisi le labbra.
" Toglile le mani di dosso Jhonny, o Julian si arrabbierà parecchio. "
A parlare era stato un ragazzo alto, pallido come la luna e con scintillanti occhaiali rotondi dalla montatura dorata.
Indossava una maglia color crema, stirata e pulita e aveva all'orecchio sinistro l'orecchino dalla gemma a goccia verde di Julian.
Si trattava di North.
Una rabbia incredibile mi esplose improvvisamente nel petto, incrociai, velenosa , il suo sguardo ma lui non mi tenne molto in considerazione. Prima che qualcuno potesse dire qualsiasi altra cosa uno dei mezzi busti di statue greche che si trovavano sugli scaffali a mo' di decorazione, cadde a terra senza preavviso, spaccandosi in mille pezzi e per poco non colpendo la testa di Jhoon che mi lasciò andare preso dallo spavento. Trovai la forza nelle gambe e scappai.
Dietro di me si stava scatenando il panico. Amaria si era arrampicata su degli scaffali e continuava a tirar libri e statuette confondendoli e costringendoli a diversi proteggere per non essere colpiti.
Mentre mi dirigevo verso l'uscita, passai, per un momento di confusione personale accanto a North che osservava impassibile la scena.
Mi afferrò per il polso e mi tirò a sé. Pensai di essere finita, anche perché mi guardava con una freddezza lancinante ma poi, senza alcun preavviso, mi lasciò andare.
Io comunque rimasi immobile per la sorpresa, non capendo cosa stesse succedendo.
Gli altri,che probabilmente pensavano lui mi avesse in pugno, continuavano a cercare Amaria con gran agitazione e puntando torce ovunque.
North mi sorpassò ma  poi, voltandosi nuovamente verso di me mi disse , piano:" vattene, prima che ti facciano del male sul serio." Si girò quindi nuovamente verso i suoi amici e urlò :" È andata in fondo,l'ho vista ora! Forza, prendetela."

Così facendo li deviò e spostò la loro attenzione da un'altra parte, dando il tempo a me, ancora incredula e ad Amaria, che nel frattempo mi aveva raggiunta, di scappare illese.
Una domanda continuava a rimbombare tra le pareti della mia scatola cranica durante la nostra fuga : 
Chi era North Thompson e qual'era il suo vero legame con il suo migliore amico, Julian?












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