- IL PIANO- PT.2

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" l'ottimo piano" era una follia, come non detto.
Nonostante ciò Bryce non si oppose un granché quando glielo spiegammo,l'indomani mattina. Visto che le settimane classiche erano state spostate al prossimo mese, verso la metà di dicembre, per vedere di concludere alla meglio quelle settimane che avevano costato ai professori nervi e fatiche, decisi anch'io che effettivamente o agivamo in quel momento o mai più.
Il rappresentante e i referenti, dal canto loro, si erano impegnati parecchio nel tenerci occupati in questi mesi di,non proprio nullafacenza, ma quasi.
Anche Bryce avrebbe partecipato alla gara di traduzione quel giorno e a quanto pareva era anche uno dei candidati migliori.
" Devo tentare di battere Simon Lee stavolta" mi disse durante il pomeriggio
" Contaci Bryce." Rispose Amy al posto mio "contaci che che ti fanno battere un'alunno della A"
Io nel frattempo osservavo scettica il clima.
Soffiava un vento caldo ,stranamente, ma non mancavano lo stesso le nubi nere e dense che andavano ad oscurare il cielo.
" A me sembra di stare in uno scenario apocalittico, non so voi" mugugnai.
" Quindi è oggi che vi trasformate in agenti dell' FBI?" Chiese Bryce poi, ignorando la risposta precendente di Amaria.
" Si, precisamente tra qualche minuto. Prima ti si augura buona fortuna cowboy. Ti senti pronto?"
Bryce ci guardò un po' stralunato ma prima di poterci rispondere qualcuno lo chiamò.
Pensando fosse un suo amico non mi voltai nemmeno per vedere chi fosse ma quando a pochi passi da me, appoggiata alla spalla del mio amico, vidi una ragazza, mi destai subito dritta e le rivolsi tutta la mia attenzione.
Era una ragazzina più o meno della nostra età, magra e minuta, dalle spalle spioventi. Aveva capelli gonfi e color melassa, occhi piccoli e scuri e i denti davanti un po' sporgenti. Nel complesso però era molto carina. Indossava una gonna nera e dei calzini color crema lunghi fino alle ginocchia, uno di questi era sceso e le arrivava alla caviglia. Sembrava avere un'aria un po' sbadata.
" Ciao, sono Lillian" mi presentai, cercando di essere gentile.
Lei mi rivolse un sorriso, non sforzandosi neanche di non farlo sembrare ipocrita. Io mi incupì subito, capendo con chi avevo a che fare.
Il mio sguardo passo in rassegna lei e Bryce, poi Bryce e lei, almeno una ventina di volte.
Quando entrambi se ne furono andati, scendendo giù per la collina, io assalì Amaria
" Quand'è che mi sono persa ciò?" Chiesi
" Persa che?"
" Che Bryce ha una ragazza, Amy! Per giunta della A e per giunta antipatica. Come si chiama? Madlein, Maddlén.. Maddalena?"
" Maddleinne, Li, si chiama Maddleinne e non è la ragazza di Bryce. Lo sta solo usando per i convenevoli della sua classe e lui non se ne rende nemmeno conto. Ci stanno tirando un brutto tiro e il nostro ragazzone è grande e forte quanto tonto"
In tutto ciò stavamo passeggiando tranquillamente intorno al cortile della scuola, dove l'erba era incolta e la statua di Artemide era ricoperta di muschio e funghi. Bella statua davvero, mi ci sedetti accanto, facendomi spazio nell'erba e aspettando con ansia che gli alunni sfollassero per avere finalmente via libera. Colsi un soffione e lo feci rotolare tra le mani per ammazzare la noia.
" Credi che sia stato Julian a spedirci Maddleinne? " Chiesi, rompendo il silenzio. Vedere Amaria accigliata mi faceva sempre un'effetto strano e spiacevole. Preferivo evitare, Specie in quel periodo dove mi sentivo costantemente in allarme e avevo bisogno di qualcuno come lei che mi tenesse testa. Non avrei sopportato l'eventuale inversione dei nostri ruoli, io non ero brava a consolare. Non ero fatta per l'empatia esplicita.
Io Stavo bene così com'ero ; in pace nel mio angolino passivo.
" Io credo" cominciò a dire lei con aria aspra " credo proprio che sia stata Antoniette. Le ragazze fanno sempre quel che vuole lei, sanno di poter adescare Bryce in questo momento e lo fanno. E Bryce è un'idiota,per quel che mi riguarda. Si sente poco apprezzato perché non ha mai avuto una vera e propria ragazza e non capisce che a 17 anni è davvero normale una cosa del genere! Ma dimmi tu se dovevamo subirci anche un'altra seccatura. Bah"
Non sapevo bene con che cosa replicare, un po' mi dispiaceva ma non lo espressi per paura di tirar fuori dalla mia bocca l'ennesimo pensiero banale e poco costruttivo. Dentro la mia testa facevo ragionamenti particolarmente filosofici e se non proprio filosofici, per lo meno erano sensati, il che non era certo da sottovalutare. Nel momento in cui dovevo esprimerli invece, riuscivo sempre a fare il riassunto della metà del mio pensiero, come se non fossi realmente in grado di formulare una frase complicata e di senso compiuto. A volte cercavo anche di giustificare le inesattezze che dicevo, con il risultato di risultare ancor più scema di prima;
Motivo per cui spesso o stavo zitta o mi esprimevo con un linguaggio e una fiducia tali da farmi apparire profonda quando una pozzanghera di fango. Certamente anche le mie poche esperienze sociali facevano la loro buona parte in ciò.

Aspettai quindi seduta in silenzio, godendomi il vento caldo che soffiava tra i ciuffi di erba verde,almeno fino a quando Amaria ,con un cenno della mano, non mi diede il via libero per poter partire.

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