- IL TAGLIERINO-

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Fui la prima ad raggiungere la palestra,ancor prima di fare l'appello.
C'era una certa calma in quella stanza senza nessuno che ci ronzasse dentro.
Un caos a terra nel compenso, bottigliette di vernice mezze rotte, taglierini,colla,vinavil e pezzi di cartone fatti a coriandoli.
"Ti trovo sempre là dove non dovresti stare, è incredibile la tua voglia di farci innervosire Lillian."
North avanzò verso di me abbastanza tranquillamente, le mani spronfodate nelle tasche dei jeans color cachi e lo sguardo basso. Indossava una felpa beige molto natalizia, con sù una scritta rossa che diceva" Manhattan" e sotto a questa una camicetta di cui spuntava solo il colletto bianco.
Scorsi, tra i suoi riccioli biondi, uno degli orecchini con la gemma verde di Julian.
" Non ho più voglia di discutere con te North, se questo è il tuo modo per complimentarti del mio bel lavoro hai un modo molto strano per farlo." Risposi io secca.
" Non sembravi molto soddisfatta prima, del tuo bel lavoro." Continuò lui aggiustandosi gli occhiali rotondi terribilmente simili a quelli che portava Luisa. La cosa mi inquietò.
" Questo è perché siete delle serpi. Aveva ragione Bryce, ai ragazzi interessa solo quello che voi pensate di loro, alla fine della giornata."
North sorrise di scherno e disse solo" Bryce pensa di saperla lunga ma dovrebbe davvero star zitto, alle volte "
Nel frattempo pioveva ancora, si poteva udire, nel silenzio, i tuoni e le goccie di pioggia che battevano sulle alte finestre colorate.
North mi stava davanti con un sorriso un po' vacillante che mi ricordò talmente tanto quello di Julian che tentai di andarmene.
Lui non mi trattenne ma comunque, quando mi richiamo con latente " Li,ti prego.." mi fermai quasi subito.
Avevo bisogno che qualcuno di loro mi parlasse, perché da una parte coltivavo ancora il sciocco desiderio di scoprire che era tutto uno scherzo e che io ci ero cascata in pieno.
North aveva in volto un'espressione che non avevo mia visto a nessuno della A prima di allora.
Era stanco, era esausto, gli occhi azzurri semichiusi e delineate da violacee occhiaie
In effetti non mi ero mai chiesta come dovessero sentirsi quella della A in quel momento. Portarsi addosso un'omicidio non era certo cosa da poco e, anche se ero abituata a vederli sempre tranquilli e in pieno controllo di tutto non avevo mai messo in conto che non tutti loro erano Julian Jacobs e che però tutti loro invece, erano esseri umani.
Gli sorrisi debole e lo afferrai per i gomiti. Ogni cosa cominciava a tingersi di grigio la luce stava già scomparendo.
" Ma perché non ce ne liberiamo e basta, di questa faccenda?" Proposi" insomma, basta che tu mi racconti quel che è successo, nessuno ti farebbe del male ,andremmo direttamente dalla polizia, io, Amaria, Bryce, Onice ed Edward ,ti proteggeremo... Perché sei così soggiogato a Julian e alla A? Cosa significa per te ? " Conclusi d'un fiato
" Se voi trovaste quel diario per noi sarebbe la fine. " Rispose lui,secco. Non aveva volutamente risposto alle mie domande.
" Allora non lo hanno ancora trovato il diario" pensai tra me e me " dove può mai essere sparito?"
Gli afferrai i gomiti con più veemenza e pure lui li afferrò a me. Ci guardammo negli occhi per qualche secondo .
" North ti prego, dacci una mano.Perche Luisa è venuta da voi quel giorno, che cosa nascondeva? "
Eravamo praticamente naso a naso, il mio respiro era anche il suo, ebbi l'irresistibile urgenza di baciarlo di nuovo ma non lo feci perché lui si staccò da me con un pigro gesto sconsolato. Mi era piaciuto averlo quasi addosso a quel modo, mi ero sentita al caldo, al sicuro. Adesso ero di nuovo sola e al freddo, nella parte bagnata della questione. Strinsi le braccia al petto.
" Non posso...non chiedermi niente, non posso. Tu non conosci Julian. Tu non sai nulla della A." Disse solo. Aveva gli occhiali appannati.
Io inclinai la testa di lato "ma ti prego..."
" No Lillian. Qua si tratta di Julian. Io non posso." Proruppe lui.
A dire il vero, e lo dico adesso, a distanza di anni dall'accaduto, mi interrogo su come Julian non mi abbia mai inquietata più di tanto.
Certo, potevamo parlare di quanto fosse bello, cattivo ,manipolatore crudele e opportunista ma nessuno parlava mai di quanto fosse dannatamente e schifosamente inquietante.
In realtà credo che tutti noi, quindi io, Amaria, Bryce, Onice, Edward ecc.., avessimo sempre pensato all'intero quesito Julian come a una sorta di gioco all'insegna dell'orrore, al pari di recitare maledizioni davanti ad uno specchio per evocare mostri con i tuoi amici dell'infanzia.
Era sempre un " Attento a Julian" " non farti scoprire da Julian" e così via...non era mia un " ma perché diamine dovrei mai stare attenta a Julian, chi è lui per farmi questo?"
È strano pensarci adesso. È strano come certi ambienti cambino così radicalmente la tua psicologia, non va bene.
E men che meno va bene che il cervello umano permetta certi tipi di comportamenti in risposta a degli altri.
" Lillian, devo comunque dirti una cosa.." mi fece ad una certa. Già dal collo e dalla sua voce tesa avrei dovuto capire che mi conveniva scappare a gambe levate ma non ci riuscì. Sentì infatti un dolore lancinante alla spalla sinistra. North, con nobile grazia ed eleganza, mi aveva perforato il braccio con un taglierino.
Io indietreggiai con l'orrore dipinto in volto.
Fuori stava piovendo a catinelle e in palestra c'era una cupezza che non avevo mai visto prima.
" Sai Merliah, ci stavo pensando e, per tutti quanti Luisa è morta di overdose, era ubriaca fradicia, tornando da una festa è caduta nel lago ed è annegata. Un tragique accident, come direbbe Julian nella sua lingua madre. Non credo che ci sarebbero tutti questi problemi se pure tu, che non hai rispettato gli orari dell'appello, ti fossi ritrovata da sola, con il maltempo ed il buio, a inciampare su un taglierino che si trovava per terra squarciandoti così la gola.
Certo, poi ci toccherebbe punire i ragazzi per il disastro lasciato per terra ma almeno con te avremmo definitivamente chiuso."
Non capiterà più molto spesso che io lo dica ma non sapevo davvero che replicare. Avrei dovuto urlare, scappare, prenderlo a botte e invece rimasi lì, gli occhi sbarrati dalla paura e la bocca semiaperta, incapace di emettere suono.
Proprio quando non sapevo che cosa fare, e cominciavo a vedere la mia vita scorrermi davanti come la pellicola di un film in bianco e nero, fecero irruzione nella palestra la miriade dei figlioli che dovevano lavorare alla scenografia.
Erano scoccate le 16:30, era l'ora per ricominciare a lavorare. Persi North tra la folla e ne fui felice ma allo stesso tempo spaesata,mi sentivo febbrile.
Un paio di mano forti mi presero per le spalle e mi appoggiarono a se. Era Bryce. Accanto a lui c'era Amaria. " Giuro che sapevo che sarebbe andata a finire così" commentò rivolto ad Amalia, che sembrava impallidita e in colpa
" Liana, ce la fai a camminare?" Mi chiese poi,duro.
" Massì " risposi.
" Allora muoviti. Tu in questo gruppi non ci metti più piede."
Non me lo feci ripetere due volte e lo seguì fuori dalla palestra

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