Va bene che l'idea era stata mia ma lo stesso ebbi paura che si fosse schiantata a terra come un cocomero.
Ed era ciò che probabilmente temevano anche i massoni della A perché si pietrificarono con l'orrore dipinto in volto.
Io approfittai di quel secondo di immobilìo totale per saltare di sotto a mia volta.
Uno di loro, credo si trattasse di Jhoon, tentò di afferrarmi ma riuscì soltanto a tirar via la mia collanina di perle che Sebastiano mi aveva regalato appena avevo messo piede nella sua tenuta. Chissà a quale delle sue mogli era appartenuta ; forse era proprio di mia nonna, della quale non conoscevo nemmeno il nome.L'atterraggio fu più traumatico e doloroso del previsto.
Avevo sbattuto di peso la spalla, la tempia e il braccio destro contro il tronco massiccio della magnolia, senza contare i graffi che mi ero fatta rimbalzando da un ramo all'altro; tutto sommato però,ero ancora viva.
Amaria, nel momento stesso in cui mi destai seduta a cavalcioni su di un ramo, con la mano destra appoggiata al tronco per equilibrarmi, era appena riuscita ad atterrare, apparentemente illesa, sul prato incolto.
" Lillian, datti una mossa!" Urlò ad una certa.
" Non posso, ho male al braccio, non ce la faccio a muoverlo!" Strillai invece io, nervosa.
Alla mia preoccupazione di non riuscire a scendere si aggiunse anche quella di essere colpita in pieno da un fulmine del temporale. Avevo le ciocche dei capelli appiccicate sul volto, non sapevo come fare per scansarle.
" Ringrazia il cielo che non ti sei spezzata l'osso del collo e trova la forza di scendere, o io me ne dovrò andare!" Quell'affermazione mi parve un tantino assurda ma in fondo sarebbe stato demenziale farsi catturare entrambe quindi le diedi retta e non mi offesi.
" Li, aiutati che Dio t'auita!" Si capiva che in realtà non aveva intenzione di abbandonarmi sul serio.
Io provai dunque a farmi forza e muovermi leggermente,ma mi ribaltai dal ramo in cui ero aggrappata con le gambe e caddi giù a capofitto senza beccare nessun ramo in testa per pura grazia divina.
Amaria mi afferrò prima che mi schiantarsi a terra e mi destò, con molta fatica, in piedi.
" Corri, sforzati perlomeno, ci stanno per raggiungere!
Vai verso il mio dormitorio, VAI!"
Fu più difficile del previsto correre con il dolore al braccio, non riuscivo a mantenermi in equilibrio e la spalla mi doleva ad ogni movimento. Il dormitorio di Amaria e Luisa non era lontano ma ci arrivammo comunque dopo una buona ventina di minuti che avevamo superato il territorio nemico perché io avevo bisogno di fermarmi ogni poco per vomitare.
Nessuno dei ragazzi della A ci raggiunse, c'era da aspettarselo.
Come avrebbero fatto a muoversi veramente, con Julian infortunato, con mille rampe di scale da dover prendere e con il temporale fuori. Tanto valeva lasciarci andare, un modo per prenderci lo avrebbero trovato i giorni seguenti.
La pioggia cessò appena io ed Amaria giungemmo in camera e ,messo il pigiama ,ci fummo infilate entrambe nel letto di Luisa.
" Amy?" Sussurrai nell'oscurità, dopo qualche minuto di silenzio dove entrambe avevamo fissato il vuoto con grande intensità.
" Mmm..?"
"Forse adesso siamo nei guai per davvero."
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La mattina dopo l'incidente dell'albero e del diario ero nuovamente in preda ad una delle mie classiche angoscie terribili. Era come se ogni cosa, a partire dagli alunni che mi guardavano male dopo aver scoperto di me e North quella sera, agli insegnanti che non intervenivano su queste disparità per nessuna situazione al mondo, all'uccisione di Luisa, fino ad arrivare infine alla quasi morte mia e di Amaria sopra quella stupida magnolia, insomma, come se tutta la rabbia per queste assurdità fossero venute a galla nello stesso istante, tutte assieme.
Era un sentimento insopportabile, io stesso non sapevo che fare per liberarmene.
Amaria mi lasciò in pace e non mi chiese nulla per tutta la mattina, io le impedì persino di accompagnarmi in infermieria per farmi visitare il braccio. Non volevo vedere nessuno.Una cosa era certa però, avevamo entrambe l'urgenza di chiarire con Bryce.
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L'infermiera, dopo avermi visitata mi chiese come mi fossi procurata una lussatura simile.
"Aspetti, è solo lussato? Non è rotto?" Chiesi speranzosa. Non avevo voglia di dover indossare un gesso nel caso si fosse rotto per davvero.
" Santo cielo! Certo che sì. Ma, cara, come hai fatto sopportare il dolore fino a stamani? Solitamente la gente sviene quando succedono cose così.
Adesso ho bisogno che tu stia ferma. Ti farò male, ma devo rimettere il braccio al suo posto così dopo potrai tornare a lezione. Ti consiglio di stringere un po' i denti ,bambina."
Fece male, molto male.
Tornai in classe che ci vedevo praticamente blu e mi sedetti accanto ad Amaria.
Notai North seduto da solo al primo banco, si voltò per un solo secondo verso la mia direzione, il che mi bastò per farmi risalire il mal di testa. Era vero, c'era anche il suo problema a cui dover pensare.
Non ne avevo ancora parlato con Amaria di quel che era successo in biblioteca con lui.
Appena mi girai per raccontarglielo ,con gran serietà, una mano ingioiellata e rugosa mollò sul mio banco un foglio come se in realtà fosse una patata bollente.
Era il mio compito di chimica. Avevo preso un 3. Tutto sommato mi sentivo troppo stanca ed esausta per preoccuparmene e quindi mi voltai nuovamente verso Amaria, che aveva invece preso un'8, per continuare a raccontarle quel che volevo raccontare, perché era anche di una certa importanza.
Non fui in grado di farlo però.
La Rigliosi, la professoressa di chimica in questione, mi porse, con un falso sorriso tirato, un quesito a cui non seppi rispondere. Un po' perché non lo sapevo e un po' perché fui totalmente colta alla sprovvista.
Il fatto è il seguente: nella stra maggioranza delle casistiche, se un'insengante ti pone una domanda sperando di affondarti, o sei un'alunno della A, oppure sta pur certo che ti affonda. Motivo per cui non mi sforzai neanche di farmi suggerire la risposta da Amaria.
" Quindi vuoi dirmi che non mi sai dire nulla sulla teoria acido-base di Lewis?"
Insistette, con un certa passivo-aggressività che, devo dire, contraddistingueva molto bene gli insegnanti del Malincoly.
" No professoressa, non mi ricordo." Risposi sottovoce.
Implorai che avesse sentito e che non mi facesse ripetere nuovamente la mia laconica risposta per pura ripicca.
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I Carismatici
Misteri / ThrillerDopo la tragica morte dei loro genitori, Lillian e suo fratello minore ,Laurie, sono costretti a separarsi e vengono mandati in due college diversi per volere del nonno, un'egocentrico ricco e amante del classicismo(in special modo del greco e del l...