La mattina seguente mi svegliai abbastanza in orario anche se non avevo messo la sveglia. A dire il vero,avevo passato la mattinata,dalle 4:00 quando mi ero addormentata fino alle 6:00,ora in cui decisi di lasciare definitivamente la stanza prima che lui si alzasse, in uno stao di dormiveglia a dir poco angoscioso.
Mi ero pentita di ciò che era successo nel momento stesso in cui, di soppiatto, me ne ero andata e mi ero diretta verso il mio dormitorio a scuola,percorrendo un sentiero desolato.
Avevo creduto seriamente che tutto ciò mi avrebbe fatto stare meglio, invece mi sentivo peggio di prima e mi era tornata l'emicrania.
L'aria era fredda come la notte precedente e stavo percorrendo una prateria tutta intrisa di brina,il cielo era grigio e gli alberi senza più una foglia. Tutto era coperto dalla nebbia e dovetti avanzare così per qualche minuto prima di veder comparire l'edificio scolastico/castello.
Il lago delle ninfee pareva ghiacciato da così lontano.Appena mi chiusi il portone alle spalle percorsi a gran corsa tutte le scale a chiocciola in marmo scuro che portavano alla mia camera cantilenando qualcosa come "cazzo che freddo,cazzo che freddo" e, arrivata al mio portoncino d'ingresso in quercia dorata la aprii con veemenza e mi ci catapultai dentro.
Mi appoggiai al battente,stanca.
Avevo una bella camera in realtà e mio nonno c'entrava qualcosa, ne ero certa.
Era una stanza piccola,a pianta circolare e con tre finestre a sesto acuto con sedute scavate nello spessore della parete. Avevo pannelli in legno su tutta la parete circolare, decorati con strani motivetti a tentacoli e riccioli dorati. Il soffitto era a volta,con decorazioni di pietra intagliata a riprendere il sole e qualche stella.
Il pavimento era fatto in quercia invece e accanto all'ingresso del bagno avevo un tappetino verde bosco . Il letto era piccolo, a baldacchino,circondati da drappi di seta celeste e argento.Della stessa stoffa delle tende avevo una coperta a riquadri lilla e dorati.
Mi ritrovai a possedere anche una quantità esorbitante di cuscini e mi chiedevo spesso " e che me ne faccio?"
Avevo una sola cassapanca in legno attaccata ai piedi del letto e una scrivania in legno chiaro ( credo di noce) dalla particolare forma semicircolare sotto ad una delle finestre, proprio davanti al letto . Alla sinistra del baldacchino,vicino al bagno, c'era anche un camino con due mensole sopra per gli effetti personali.
Mi lavai il viso e mi vestiti con sciattezza;un golf bianco e i pantaloni di una tuta scura. Non ero riuscita, per mancanza di voglia, a struccarmi come dovevo e avevo ancora i residui del mascara sulle ciglia e sotto agli occhi. Qualcuno avrebbe potuto pensare anche a un tentativo fallito nel fare uno Smokey eye.
Con mia grande sorpresa, quando scesi con il dizionario di greco in braccio, trovai sotto ad aspettarmi sia Bryce che Amaria.
Anche lei non doveva aver passato la notte della sua vita poiché era irritabile e taciturna, gli occhi rossi e ridotti a due fessure. Bryce sembrava star bene invece .
" Dovresti tagliarti i capelli, Lillian." Mi disse poi mentre ci si incamminava. Ero talmente a pezzi che evitai di innervosirmi anche per quell'osservazione non richiesta .
" Lo so purtroppo" risposi invece, osservando i miei ricci lunghi fino in fondo alla schiena,ormai perduti e un po' bruciati a causa della piastra del giorno prima.
"Me li sono bruciata ieri sera. Volevo lisciarli"
"Stupida" intervenne Amaria"io che ho due peli in testa li tratto come se non ci fosse più niente di più prezioso al mondo e tu con i tuoi capelli vai a dargli fuoco" concluse.
"E che vuoi farci, chi ha il pane non ha i denti." Risposi con un sorriso irritato. Nessuno dei due captava i miei palesi segnali sul fatto che non avevo voglia di parlare.
" Non ti facevo così pungente, devo dire la verità. Da fuori sembri un cerbiatto"
"Oh, ma infatti non lo sono. È il mal di testa che da ieri sera mi..... Scusate un'attimo, perché mi fissano tutti?"
Chiesi sedendomi all'ultimo banco con Amaria.
In effetti non mi stavo inventando nulla. Era palese da quando stavo camminando per i corridoi che gli alunni mi indicavano e bisbigliavano fra di loro, non ci avevo solamente fatto molto caso . D'altronde erano tutti strani in quel posto, o no?
In quel momento però,quel che era palese era diventato palesissimo. Tutti mi guardavano, seduti ai loro banchi e parlavano con massima serietà di qualcosa che non capivo ma che sicuramente riguardava me.
" Secondo voi che succede?" Provai a chiedere.
" Questo è curioso, sì" Ammise Bryce seduto di fronte a noi.
"Ma che hai fatto ieri sera?" Chiese poi,guardandomi con un certo sospetto.
Io esitai, un po' incredula
" È scomparsa con North , ne stanno parlando tutti a scuola. Buongiorno ragazzi. Dormito bene?" Luisa si sedette accanto a Bryce. Teneva i capelli raccolti, mi accorsi che aveva le orecchie leggermente sporgenti a causa degli occhiali.
"Dannazione Lillian, è questa la tua strategia per farti passare il mal di testa?" Mi chiese Amaria, irritandomi.
" Ma posso sapere che cosa succede qua? È stata questione di una notte , siete tutti santi in questo posto o cosa?"
Amaria,Bryce e Luisa di scambiarono uno sguardo che non credo dimenticherò mai. Erano sinceramente preoccupati e io stavo impazzendo perché non ne stavo capendo il motivo.
" Lillian, North è uno dei migliori amici di Julian, è la sua spalla destra!" Mi spiego Bryce.
"E a me che importa ?"
" Spiegatele le cose con calma, è nuova" bisbigliò Luisa.
" È uno studente della A! E,come tale è tipicamente una persona spregevole. La loro vita è come un reality show per noi studenti, loro e che cosa hanno fatto sono il nostro gossip preferito. Sarà sicuramente andato a dire in giro che nemmeno quella nuova ha saputo resistergli, sei una delle tante,ora. Trasccorerai qualche mese con questa nomea e con metà scuola che ti odia e l'altra metà che ti invidia. Perlopiù ragazze."
Io ero impallidita. Mi stavano fischiando le orecchie ,anzi, credevo si sarebbero messe a sanguinare.
" Lillian ma stai bene?
Lillian, ascolta , non spaventarti ma quella non è gente normale. Anzi, solo noi 4 lo siamo forse. L'anno scorso è successo anche a me ed è stata dura ma tutto passa.
Il problema qua è che tutti dipendo dalle labbra di quei vermi"
Mi spiegò Luisa a lezione iniziata. A dire il vero nessuno di loro smise di parlare per tutta la durata della lezione ma non mi interessava. Stavo davvero male.
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A fine lezione, appena suonata la campanella, mi alzai di scatto senza nemmeno aspettare Bryce, Luisa ed Amaria e partì in una frenetica camminata lungo i corridoi e giù per le rampe di scale. Tentavo in vano di nascondermi dalle occhiate curiose degli alunni e, la cosa che mi infastidiva di più e che cercavo di evitare a me stessa il più possibile era di accorgermi troppo del semplice fatto che mi stessero guardando tutti con una certa delusione.
Di certo si aspettavano qualcosa di più interessante, forse una ragazza più bella, più sicura, più alla moda. Invece io ero là, con il mio mal di testa, gli occhi rossi per il sonno mancato , il viso mal pulito e i capelli evidentemente bruciati e rovinati dalla piastra che ci avevo passato nervosamente la sera prima.
Mi fermai, esausta, accanto alla statua del Laocoonte, posizionata in mezzo all'ario.
Certamente era una copia ma faceva la sua figura lo stesso. L'atrio era particolarmente bello, l'avevo pensato subito, già dal primo giorno che avevo messo piede nel castello.
Aveva, come nella mia camera e nel corridoio del mio dormitorio, delle finestre strette, a sesto acuto e con le sedute scavate nello spessore della parete. Ogni finestra aveva candele accese, messe su splenditi candelabri d'oro a tre bracci. Il soffitto era alto e affrescato con colori pastello, ritraevano marinai che affondavano in mari tempestosi e ninfe dai bei vestiti leggeri. Dal centro pendeva un grande lampadario di cristallo;le pareti erano lisce, tendenti a un color vermiglio chiaro, ma riccamente decorate con grandi quadri dalle spesse cornici rilegate in oro ritraenti figure di uomini severi e freddi. Il pavimento era in marmo e l'elaborato corrimano delle scale invece , in legno scuro. Ai piedi di questo c'erano sia al lato destro che al lato sinistro due statue di media staura di donne greche e Sotto ai loro piedi erano presenti anche due tappeti color sangue un po' impolverati.
Pioveva a dirotto e dalle finestre si intravedeva il grigiore di quella giornata, gli alberi spogli e scuri, l'erba martoriata dai continui ed incessanti episodi di grandine presenti in quel luogo.
Mi sedetti ai piedi del Laocoonte, esausta e stizzita, con il dizionario di greco in braccio come fosse un bambino. Non c'era anima viva, tutti erano a lezione e probabilmente mi avevano già assegnato un'assenza che avrei dovuto giustificare con una buona scusa.
Essere in punto di morte a causa di un'attacco di emicrania poteva essere comunque un'idea da tenere in considerazione.
Rannicchiata là nella semioscurità, con il rumore della pioggia che batteva alle finestre come sottofondo,mi lasciai trasportare da una raffica di pensieri improbabili, visto il momento.
Come potevano essere tutti dipendenti dalle parole e decisioni di un gruppetto di ragazzi che potevano vantare solo un po' di carisma e ricchezza in più?
Cos'era quel sistema malato per cui gli insegnanti,rigidi professori di un liceo così classico, facevano finta di non accorgersi di certe situazioni di bullismo messe in atto da questa classe A.
La mia angoscia si tramutò in rabbia .
Erano dinamiche senza logica e senza senso. Avrei voluto dirne quarto a quel North ma sapevo che non sarei stata minimamente considerata,e anzi,avrebbero forse riso di me.
Poi devo essere svenuta, o essermi semplicemente addormentata perché non ricordo più nulla tranne che quando mi svegliai mi trovavo nel dormitorio di Amaria e Luisa, sdraiata sul letto di quest'ultima e con entrambe che mi guardavanono preoccupate.
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I Carismatici
Roman d'amourDopo la tragica morte dei loro genitori, Lillian e suo fratello minore ,Laurie, sono costretti a separarsi e vengono mandati in due college diversi per volere del nonno, un'egocentrico ricco e amante del classicismo(in special modo del greco e del l...