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KIM SEOK WOO

Vedere Ma Ri incosciente in quel letto ha scombussolato i miei piani. Non avevo previsto il modo in cui mi sarei sentito nel vederla così, fragile e indifesa. Nelle lunghe ore in aereo ho avuto modo di preoccuparmi follemente per lei e pensare al modo più sensato di reagire. A cosa le avrei detto una volta atterrato, per convincerla a non divorziare. Avevo pensato a più scenari, a come metter giù le cose in modo che capisse, ma è bastato vederla per andare nel panico.

Esangue e minuta in quel letto, mi è sembrata di nuovo la ragazzina spaventata che ho conosciuto anni fa e... non ce l'ho fatta. Tutta la mia compostezza è svanita, mentre mi avvicinavo a lei e gli occhi mi si riempivano di lacrime. Non sono il tipo che frigna, ma è stato più forte di me. La sua mano era così fredda, cazzo. Ho dovuto controllare la flebo, la sua cartella clinica per convincermi che fosse tutto a posto. A dire il vero non è così. La dottoressa Mattei mi ha telefonato mentre il taxi mi portava al Cedars-Sinai ed è sembrata sollevata quando ha scoperto che ero sul suolo americano. Mi ha aspettato in reparto e assieme abbiamo parlato con il dottore che ha eseguito l'intervento. Non cambia ciò che le è successo, ma sono grato di non essere stato solo in quel momento, perché non credevo che mi sarei sentito così angosciato.

Mia suocera mi ha accompagnato a casa di Ma Ri ieri notte. "Sei suo marito no? E' normale che viviate assieme" ha sentenziato e non ci ho proprio pensato a confutare le sue parole. Sono venuto qui per ricucire il nostro rapporto, se mia suocera mi supporta, non mi farò certo sfuggire l'occasione.

Ho rinunciato ad andare a prendere Ma Ri in ospedale, ora che è stata dimessa, solo perché la sto aspettando a casa. Ho fatto la spesa qui vicino e comprato dei fiori. Ammetto che la dottoressa Mattei mi ha aiutato ancora, offrendosi di accompagnare Ma Ri e suggerendomi che fiori comprarle per accoglierla a casa. Non dovrei, ma sono nervoso, mentre le sento parlare, dall'altra parte della porta d'ingresso.

L'appartamento è spazioso, con due camere da letto, bagno, soggiorno e un'ampia terrazza, su cui si può anche mangiare. In un angolo ho visto una rastrelliera per piante, ora vuota. Immagino che non volesse lasciarle morire qui, quando è venuta in Corea. Ho trattenuto il fiato quando io e sua madre siamo arrivati qui ieri, perché sono abituato a vedere certe cose per la natura del mio lavoro, ma trovare gli asciugamani intrisi di sangue abbandonati a terra nell'ingresso, mi ha colpito più del dovuto. Quanta paura deve avere avuto Ma Ri in quei momenti? Era da sola mentre aspettava i soccorsi, l'ospedale ha chiamato sua madre e poi me soltanto quando lei è svenuta ed è stato necessario l'intervento d'urgenza. Mia suocera è stata veloce a sistemare. Nel tempo che mi ci è voluto per riprendermi, il rumore flebile della lavatrice era già nell'aria. Credo che Ma Ri abbia bisogno di spazio, così ho spostato la mia valigia nella camera degli ospiti, anche se all'inizio pensavo di impormi nella sua camera da letto e affrontare l'ira di mia moglie. O almeno, supponevo ci sarebbe stata una reazione avversa. Ora invece vorrei solo tenerla sott'occhio ogni istante, controllare che sia in buone condizioni fisiche e si prenda cura della sua salute.

"Dottor Kim, perché sei qui?"

Mi stampo in volto un'espressione neutra, quella che ho imparato a usare con lei i primi tempi, quando non mi capacitavo del fatto che lei mi incuriosisse così tanto. "Ben arrivate. Ti aspettavo, ovviamente. Ho pensato che fossi più a tuo agio con tua madre, così ho deciso di restare qui e preparare qualcosa da mangiare." Suona ragionevole, vero?

"Credevo fossi in albergo" commenta ma prima che possa replicare, mia suocera s'intromette.

"Siete marito e moglie, perché dovrebbe stare in albergo invece che qui?"

"Mamma..."

"Non è forse così?"

Ma Ri s'irrigidisce ma non replica, così sorrido e mi faccio avanti. "Non avevo avvisato Ma Ri del mio arrivo, capisco che sia frastornata. Io..."

Doctor KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora