8.

59 10 4
                                    

CHOI MA RI

Sapevo che con le medicine e un po' di riposo avrei visto le cose da una prospettiva migliore. Il ginocchio è ancora gonfio, ma il tutore aiuta la mia stabilità e il sonno mi ha dato un aspetto migliore di quello che avevo ieri sera quando mi sono coricata. Per un po' ho fantasticato su uno sviluppo amichevole del mio rapporto con Seok Woo, ma non credo di potermi spingere a tanto, perciò sono tornata coi piedi per terra e ho cominciato a pianificare cosa fare in questi giorni. Ho scritto a un paio di centri fisioterapici nelle vicinanze e fatto la lista della spesa, nonché una lavatrice. Vivendo da sola mi basta farne una o due a settimana, ma mi stavo già annoiando a casa quindi ne ho approfittato per stendere fuori sul balcone. Mi sono aiutata con le stampelle per sicurezza, ma non penso di averne bisogno a lungo.

Torno in taxi con le borse della spesa, troppe e troppo pesanti per camminare fino a casa, soprattutto quando fatico anche a scendere dalla dannata vettura, con il ginocchio bloccato. Ringrazio il tassista e poi cerco di distribuire il peso per riuscire ad arrivare agli ascensori, fatica immane ma necessaria, se voglio mangiare.

"Signorina ha bisogno di aiuto?" A domandarlo è una donna affascinante sulla cinquantina, ben vestita e che porta un fagotto quadrato in mano.

"Oh, non si preoccupi, ormai sono arrivata."

"Lasci che l'aiuti. Anche lei vive qui? Sono venuta a trovare mio figlio, lavora tanto e torna a casa soltanto una volta a settimana, spesso dimentica di prendere tutte le cose buone che preparo per lui." La nota affettuosa e irritata allo stesso tempo nella sua voce, mi ricorda mamma e il suo sorriso gentile è contagioso. Tendo a non fidarmi della gente, ma lei sembra soltanto preoccupata che io stia facendo fatica. Mal che vada, non avrò verdure da cucinare, se lei me le ruberà non appena le concederò la borsa.

"In questo caso la ringrazio, devo solo arrivare all'ascensore."

"Dia a me e non si preoccupi. Mi dica, come si è ferita?" domanda indicando il mio tutore. Non sono riuscita a infilare la gamba col tutore in nessuno dei miei pantaloni e sono stata costretta a ripiegare su un paio di pantaloncini corti, non proprio l'ideale in questa stagione.

"Sono stata investita. Be' quasi, ad ogni modo sono caduta in malo modo e questo è il risultato."

"Signore mio, è stata fortunata che non sia successo altro" commenta dispiaciuta "se non altro c'è un ospedale qui vicino" dice scuotendo la testa. Sembra piuttosto empatica e tranquilla, perciò lascio che salga in ascensore con me. "Abita al settimo piano?"

"Sì. Suo figlio invece? Le pigio il tasto, sono la più vicina alla pulsantiera."

"Sullo stesso piano, devo dire che è una coincidenza sorprendente" dichiara ma io mi metto in guardia. Non conosco i miei vicini, ma non vorrei che mi stesse ingannando.

"Mi sono trasferita da poco, la maggior parte delle mie cose è rimasta a casa dei miei. Ho portato soltanto una valigia di vestiti e dei libri" dichiaro sondando la sua reazione.

"Avrà più spazio per i nuovi ricordi" dice invece, spiazzandomi. Quando l'ascensore raggiunge il settimo piano lascio che lei sia la prima ad uscire, ma prende il suo fagotto e la mia borsa, non lasciandomi altra scelta che afferrare l'altra borsa e uscire. Si ferma davanti alla porta accanto a quella dell'appartamento in cui vivo. "Mio figlio vive qui, anche se credo lo consideri più un dormitorio che una casa. Succede quando si fa un lavoro come il suo... sa è un medico."

Quante probabilità ci sono che non stia parlando di chi penso io? Che lei non sia la mia possibile suocera? "Allora il lavoro di suo figlio è molto impegnativo" commento guardinga.

"Lo è davvero. Tanto che ormai mi dispero per cercargli una buona compagna, ma lui sembra ignorare i miei sforzi guardi." Sorrido benevola, perché nelle sue parole è evidente che tenga tantissimo a suo figlio, ma rifiuto quando si offre di aiutarmi a portare dentro la spesa. Mi congedo e dopo che lei è entrata io trascino dentro la prima borsa. Torno indietro subito per recuperare la seconda e chiudere la porta, quando dall'ascensore esce il dottore più affascinante e scostante di tutto l'ASAN Medical.

Doctor KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora