Ma sì... Andiamo... Facciamoci un giro in questa schifosa città, banale, noiosa, triste, come il cielo grigio che minaccia la pioggia, quel cielo che in realtà ti prende solo per il culo divertendosi alle vista del tuo stato d'ansia per la probabilità di pioggia... Ecco, esattamente, Andria era così. Faceva abbastanza schifo vivere in una città come quella, non dal punto di vista architettonico certo, ma per il clima che i suoi abitanti avevano costruito.
Chiara era una delle poche a non far parte dell'ammasso di capre che popolavano quel pascolo allo sbaraglio, non era la mia migliore amica, ma qualcosa del genere... Era bella, con grandi occhi color nocciola, sempre vispi, un sorriso perfetto, di quelli che ti fanno imbambolare, un nasino delizioso e i capelli lisci castani che le ricadevano sulle piccole spalle. Chiara era anche spontanea, oltre che bella, parlare con lei era sempre un piacere, e dopo la mia rottura con Fiore era bello passare del tempo con lei.
Era in programma una semplice uscita tra due amiche e buone chiacchiere, la scuola era appena iniziata e nell'aria il vento si faceva più fresco, mi guardai allo specchio prima di scendere, jeans lunghi grigi, maglione nero di cotone con motivi geometrici e converse, diedi un'ultima spazzolata ai miei lunghi capelli rossi e cercai di domare la frangia come meglio potevo...
Scesi di casa e Chiara era seduta al gradino del mio portone, lei aveva dei jeans, maglia bianca a mezza manica, felpa grigia e anfibi.
<< Ciao stronza! >> sì, sono molto affettuosa.
<< Ciao anche a te! >> rispose semplicemente lei.
Ci incamminava entrambe verso la piazza.
<< Come stai...? >> dal suo tono mi fu chiaro che si stesse riferendo a Fiore.
<< Hey, sto bene daccordo? Infondo era solo un anno... che vuoi che sia... La gente divorzia dopo anni di matrimonio no? >>
La sua risposta fu un sorriso tristemente comprensivo, sapeva che non stavo bene... Fiore... Avevo amato tanto quel ragazzo, così tanto da farmi male, e mi ero ripromessa che non avrei mai più amato una persona così tanto in tutta la mia vita. Chi ama soffre. E io avevo sofferto abbastanza...
Dopo qualche metro il display del cellulare di Chiara si illuminò, lei se lo portò all'orecchio e poi rispose:
<< Anna? >>
Anna era una sua amica che io avevo conosciuto da poco, una bella ragazza dal viso dolce con zigomi alti e mento pronunciato, occhi scuri ingranditi da due spesse lenti di occhiali grandi, capelli lunghi castani con le sfumature bionde sulle punte. Era spumeggiante, esilarante, forse un po' troppo per i miei gusti, ma tutto sommato poteva andare.
<< Sam ti va di raggiungere Anna in centro storico? È sola con un paio di amici, sono tranquilli, gente okay. >> Disse Chiara prevedendo già la mia scarsa voglia di socializzare. Non avevo nota voglia di raggiungerli ma acconsentì alla richiesta.
Borbottai lungo il tragitto che non avevo alcuna intenzione di conoscere questi tizi e che avrei preferito starmene tranquilla...
Quando arrivammo nel punto indicatcoi da Anna al telefono li trovammo tutti lì, riconobbi Anna anche se era di spalle e quando ci vide ci salutò energicamente agitando il braccio per aria. Riconobbi anche la chioma vermiglia di in ragazzo alto, lo conoscevo, era un mio amico delle elementari, Giorgio.
Credevo non mi riconoscesse senza capelli castani e invece rimasi piacevolmente stupita quando mi salutò pronunciando anche il mio nome.
Era intento a rollarsi una sigaretta, così anche lui fumava, bene, iniziai così una conversazione a riguardo con lui. Solo dopo mi accorsi che altri due ragazzi erano seduti dietro di noi, mi presentai educatamente ad entrambi senza prestare particolare attenzione a loro e i loro nomi.
Mi sedetti accanto ad Anna dopo averla salutata, e mi ritrovai di fronte ai due ragazzi, quello a sinistra aveva i capelli neri, occhi scuri, mento definito con un accenno di barba e stava ascoltando musica house il ché mi irritò parecchio... Il ragazzo di fronte a me invece aveva una birra in mano, i suoi capelli erano biondo cenere con riccioli dedicati che gli ricadevano sugli occhi, occhi di cui non riuscivo a capire il colore, le labbra erano grandi e carnose, gli zigomi affilati... un ragazzo niente male devo dire... Continuai a fissarlo per molto tempo, non avevo timore che potesse accorgersene, a me piaceva osservare la gente e il suo volto mi richiamava come una calamita. Lui alzò lo sguardo, credo si chiamasse Roberts, ma Rob per tutti, mi sorrise appena e mi allungò la birra:
<< Vuoi bere? >>
Oh caro mio, me la finirei tutta, ma stasera voglio essere gentile.
<< Grazie >> dissi affermando la bottiglia e buttandola giù a lunghe sorsate come fosse acqua, mi ricordati appena in tempo di fermarmi e gliela restituì, lui la guardò e voltandosi verso di me mi fece un'occhiata che diceva "Minchia!"
Risi, e pensai che dovesse ringraziarmi, se mi avesse conosciuta l'avrei bevuta tutta!
Non parlai molto, come mio solito, ero sempre piuttosto assorta a guardare i tratti di Rob, quel ragazzo mi eccitava, era bello, alto ma quando parlava sfoderava tutto il suo "fascino da coglione" non sapevo se fosse per l'effetto della birra ma per il bene delle mie fantasie decisi di ignorare qualsiasi suono uscisse dalle sue labbra, perché per quelle labbra onestamente avevo altri progetti. Dopo Fiore avevo proprio bisogno di qualcosa di veloce con cui distrarmi e lui mi sembrava perfetto.
Per tutta la sera non feci nessun cenno al fatto che volessi provarci con lui, anzi, come mio solito ero acida e fredda dove la mia buona educazione terminava.
Prima di tornare a casa con Chiara salutai tutti col solito sorriso freddo è non curante di cortesia, ma quando salutari Rob lo guardai intensamente e gli poggiano una mano a metà coscia mentre lo salutavo.
Nel tragitto di casa dissi a chiara che non mi sarebbe dispiaciuto farmi il dolce ma deficente Rob, dopo tutto era questo che ero.
La sua risposta fu un semplice: > D'altronde lei mi conosceva bene e sapeva quando ero interessata a qualcuno.
Parlammo a lungo di Rob e la rassicurai riguardo al fatto che non fosservando altro che la voglia di una sveltina e nessun altro tipo di interesse.
Quando tornai a casa avevo già smesso di pensare a Rob dimenticandomi quasi di averlo conosciuto e mi misi a letto, ricordando i bei momenti passati con Fiore, perché sapete, dopo un anno ci si abitua a ricevere la buonanotte in un certo modo, da una determinata persona e anche se erano quasi due settimane che io Fiore non facevamo più parte l'uno dell'altra, quei piccoli gesti mi mancavano ancora...