Capitolo XVI

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Quel pomeriggio avevo chiesto ai miei amici di venire a casa mia per un po' di torta e un bicchiere di spumante, ma aveva iniziato a nevicare forte e nessuno di loro riuscì a venire... Tuttavia quella sera alla Tv c'era una maratona di film di Tim Burton, preparati i pop corn e mi accomodai sul divano. Poco prima che iniziasse il primo film il mio cellulare squillò:
<< Ciao Fiorenzo >>
<< Odio quando mi chiami così! Samantha! >> rabbrividii al suono del mio nome pronunciato per intero.
<< Ah ah ah! Spiritoso! ...Come stai? >>
<< Sono appena uscito dal periodo peggiore della convalescenza, ho una cicatrice gigantesca, ho perso un bel po' di capelli e ho un buco ustionato in testa! Comunque non ho chiamato per parlare di me... Buon compleanno piccina...! >> se n'era ricordato... E cosa fondamentale stava bene! L'intervento era riuscito!
<< Ti sei ricordato... >>
<< Come avrei potuto dimenticarmi di una simile data? >>
<< Così stai bene, l'intervento è riuscito. >>
<< Già! >> confermò lui.
<< Appena torni a casa vengo a trovarti. >>
<< Sì... Ne sarei felice. >>

Una settimana dopo suonati al campanello della potrà del mio ex ragazzo, la neve era ormai sparita, si era sciolta del tutto.
La sorellina di Fiorenzo mi fece entrare, salutandoci con affetto come se fossi ancora sua cognata.
Mi volati verso il letto e vidi il mio Fiore: era dimagrito molto, le guance erano infossate e i gli occhi indagati circondati di viola, la pelle aveva un colorito giallognolo, sul collo aveva una grossa benda e i capelli erano senza volume, quasi ingrigiti e notai che era poggiato delicatamente su due cuscini. Cercò di sorprendermi debolmente e sollevò appena un braccio per salutarmi. Lo guardai impietrita. Non riuscivo a muovermi, aveva una pessima cera, ridotto a uno straccio, la sua bellezza era appassita, mi venne da piangere e sentii i miei occhi inumidirsi, mi coprii la bocca con una mano, trattenuti il pianto poi lui mi parlò:
<< No. No ti prego Sam. Non piangere. Vieni qui. >> lasciai cadere la borsa e la giacca sul tavolo e corsi vedo di lui: gli accarezzano delicatamente il viso con incertezza, mi sorrise e cercai di ricambiare, lui mi accarezzò la mano:
<< Ti sei rifatta il colore! >> tirai su col naso e ricacciati indietro le lacrime << Sì, è stata tua zia a farmelo! >> dissi sorridendo esageratamente e agitandogli i capelli vicino al viso.
<< I tuoi capelli hanno sempre quel profumo così buono... >> disse accarezzandoli. Sorrisi non sapendo cosa dire, presi una sedia, la avvicinai al suo letto e mi sedetti accanto a lui.
<< Come stai? >> mi chiese.
<< Dovrei chiederlo io a te non ti pare? >>
<< Non ho una bella cera, ma mi rimetterò. Ora tocca a te. >>
<< Io sto bene Fiore. Come va con quel ragazzo di cui mi hai parlato tempo fa? >>
<< Nah, nulla, sesso (che detto tra noi non è stato neanche un granché) e ora non lo sento più... nulla di serio. Tu invece? Conoscendoti ti sarai già fatta un centinaio di ragazzi... >>
<< Magari... Non riesco a farmene nemmeno uno ci credi? >>
<< No non ci credo! >>
<< Triste verità mio caro... >>
<< E chi sarebbe il tizio in questione? >>
<< Non credo che tu lo conosca... si chiama Roberts... >> lui mi guardò come se stesse cercando di concentrarsi:
<< Ah, quel ragazzo alto che aspetti ogni mattina in stazione e prende il treno a brucia pelo salutandoci appena giusto? >>
Annuii.
<< Sam sei arrossita. E la mattina si fanno gli occhi a cuoricino quando lo vedi. >>
<< Magari perché gli guardo il cazzo. >>
Fiore e io scoppiammo a ridere.
<< Ho capito non vuoi parlarne. >> disse.
Mi guardai intorno, era un bel po' che non mettevo piede in quella casa, non era cambiato nulla, i miei occhi si fermarono su un mucchietto di pagine ingiallite e bruciacchiate. Riconobbi subito quo mazzo di paginette.
<< Sì Sam, è quello che pensi... >> Disse Fiore. Mi alzai e presi i fogli Rimettendomiva sedere.
<< Ti andrebbe di leggerlo per me...? Non sono mai riuscito a leggerlo... >>
Quelle pagine erano una specie di diario, un diario che io avevo scritto a mano incollando foto e oggettini che facevano parte di me e Fiore, quello era il libro della nostra storia, una sorta de "Le pagine della nostra vita"... Quello era stato il mio regalo d'anniversario per Fiore... Lo sfogliò delicatamente e iniziai a leggere ad alta voce.
Durante la lettura ci guardammo più volte, ridendo in alcuni punti, poi arrivai alle pagine nere... Le pagine nere erano la parte della storia in cui io e Fiore ci eravamo lasciati e lui aveva capito do essere omosessuale. Mi feci forza i iniziai a leggere. Mentre leggevo rivivevo il dolore di ogni singola parola... Non avevo mai accettato davvero che Fiore fosse gay... Quando arrivai al momento in cui lui mi dichiarava i suoi pensieri non riuscii più a trattenermi, singhiozzai forte e mi coprii il volto. Lui aveva gli occhi lucidi, sul punto di piangere.
<< Hey, hey, Sam, no! Non farlo! Vieni qui, sdraiati accanto a me. >>
Mi alzai dalla sedia e mi intrufolai nel suo letto cingendomi forte a lui.
Fiore mi appoggio il mento sulla testa baciandomi i capelli e giocando con le punte di essi cin la mano sinistra.
<< Ascoltami Sam, io ti ho amata tanto. Tu sei stata la mia ancora per tanto tempo, e penso che una parte di me ti amerà sempre tu sei ciò che ogni ragazzo vorrebbe: sei bellissima, dolce, premurosa, non mi hai mai fatto mancare nulla, hai anteposto la mia felicità alla tua anche se quasi sempre questo comportava la tua sofferenza... E credimi, mi dispiace, mi dispiace tanto di aver fatto soffrire l'unica persona che mi abbia mai amato... >> La sua voce era rotta dal pianto, quelle parole... se solo me le avesse dette un paio di mesi prima mi avrebbero resa felice, ora invece mi colpivano come proiettili. Non bastavano... Non bastavano più delle semplici scuse.
<< Sam... Ascoltami... Io sono disposto a riprovarci... Non voglio separarmi da te. Nessuno mi ha mai amato come te e credo che nessun altro lo farà mai... Tu vorresti riprovarci? >>
Oddio... No, non stava accadendo davvero. Non poteva essere. Voleva tornare con me, diceva di essere pronto a riprovarci, ma io? Io ero pronta a passare tutto quello che avevo passato per un anno?
<< Ma, Fiore... tu sei... >>
<< Finocchio? >> Finì lui << Beh, mettiamola così, sarei etero solo per te. >> Oh no, questo era davvero troppo.
<< Fiore... Non posso... Mi dispiace... Ma non posso più sopportare una cosa del genere. >> Le lacrime mi sgorgavano sul viso e sentivo quelle di Fiore bagnarmi la fronte.
<< Tu non mi ami più Sam... Vero? >>
Sorrisi appena.
<< Se mi avessi chiesto di tornare con te anche un paio di mesi fa non avrei esitato a dirti di sì... Ma ora... >>
<< Ora c'è qualcun altro nella tua vita. Qualcuno che merita il tuo amore più di me... >> lo guardai senza capire do cosa stesse parlando.
<< Sam, tu ami quel ragazzo, è inutile girarci intorno... Ho visto come lo guardi la mattina quando passa correndo e ti saluta appena... È lo stesso modo in cui guardavi me... Nonostante lui non si avvicini neanche a te tu sorridi per tutto il giorno perché ti ha salutata... Prima hai cercato di sviare l'argomento, questo perché non sei pronta ad ammettere a te stessa quello che provi per lui... >>
Parlava di Rob...
<< No... Non è vero... Io non lo amo... Voglio solo... >>
<< Fare l'amore con lui. Non vuoi scopartelo e basta. >>
Mi diede un bacio sulla fronte e mi spinse fuori dal letto...
<< Va da lui Sam. Capirai che lo ami, hai solo bisogno di tempo. >> mi sorrise prima di voltarsi verso il muro e darmi le spalle.
Gli poggiai una mano sulla spalla:
<< Tu sei stato il ragazzo che ho amato di più in tutta la mia vita, sarai sempre importante per me, sappilo. >> girò la testa vedo di me e mi baciò. Un baciò puro e delicato, non ricambiai, ma chiusi gli occhi abbandonandomi ai ricordi.
Presi la borsa, mi infilati la giacca e mi incamminai verso gli altri.

Odiavo i girasoli.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora