Capitolo IV

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Ottobre era ormai agli sgoccioli, le strade e i marciapiedi erano ricoperti di foglie gialle, il vento era fresco e sentivo odore di castagne provenienti dai piccoli chioschi agli angoli di strada, personalmente mi piaceva l'autunno e mi piaceva camminare tra i tappeti di foglie come se stessi camminando nella sabbia: tutte le foglie si alzavano e si distribuivano sparse per le strade, non che volessi dare rogne ai poveri spazzini, ma l'ordine non era proprio una cosa per me, adoravo essere circondata sempre da un po' di confusione, ma non troppa ovviamente, dopo tutto sono un artista, essere perfettamente ordinata sarebbe contro natura.
Alla sera avevo sempre la mani sporche di pittura acrilica, anche dopo varie docce era difficile far andar via il colore dalle mani, ma la cosa non mi dispiaceva affatto, di pomeriggio sbrigativo i miei compiti di scuola: tavole da disegno gigantesche, passavo le ore a dipingere e disegnare, l'ultimo lavoro in corso era la riproduzione di due scheletri che si abbracciavano con sfondo a scelta libera. Il mio sfondo era un fondale marino, blu scuro con fasci di luce e le figure dei due scheletri erano poste al centro, stava venendo davvero bene ed ero fiera di me stessa. Guardai l'ora: le 18.35, dovevo darmi una mossa, riposi pennelli e colori dopo averli accuratamente puliti e corsi a farmi una doccia, indossai dei jeans scoloriti, una felpa nera e le DC dello stesso colore, presi le chiavi e uscì di casa.
Rob fu il primo a salutarmi e quando mi diede le spalle mi godetti lo spettacolo che il Signore mi stava concedendo: i jeans gli erano scesi più del dovuto rivelando così due splendide chiappe a righe orizzontali gialle e grige, signori quello sì che era un culo di tutto rispetto! Sorrisi soddisfatta e nella mia testa io e la mia coscienza ripetevamo: "apprezziamo, apprezziamo." Però poi quel gran bel culo sparì, Rob si era messo seduto, feci lo stesso prendendo posto vicino a lui, fumammo una sigaretta insieme e gli mostrati il progetto di scuola a cui stavo lavorando, i suoi occhi si illuminano e mi sommerse di complimenti, sentì un accenno di rossore velarmi gli zigomi, e cercai di non parlare più di me, odiavo essere il centro di un discorso, così la conversazione si spostò sull'arte in generale e non poté esserne più felice, lui notò il mio entusiasmo e sorrise, ogni volta che sorrideva sentivo il cuore rallentare e ogni singola cosa attorno a noi si fermava per permettermi di godermi pienamente quella curva meravigliosa che formavano le sue labbra e la sensazione di calore che mi infondeva.
Poco dopo vidi arrivare Fiore e un sorriso spontaneo e pienamente ebete mi nacque sul viso, si unì a noi nella conversazione e poco dopo disse:
<< Verrai alla festa di Halloween vero?! >>
<< Mh... Non lo so... Fede, Chiara che facciamo? >>
<< Mi sembra ovvio che ci andiamo Sam! >> rispose Fede. Risi, quella ragazza era incredibile.
<< Sentito Fiore? Ora puoi gioire! >>
<< Grandioso! Da che ti mascheri? >>
<< Penso che mi farò il trucco dello scorso anno.. >> dissi mostrandosi una foto di me truccata come Lady Gaga in Born This Way

Odiavo i girasoli.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora