Capitolo XXXI

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Una persona come Rob non poteva che essere nato in un giorno come quello... San Valentino gli si addiceva perfettamente... Se l'amore avesse potuto avere un volto avrebbe sicuramente avuto i suoi zigomi taglienti, le sue labbra carnose e i suoi occhi ipnotici.
Era stata una mattinata perfetta... Ogni secondo passato con lui era un secondo di vita vissuta al meglio, e anche se tra noi non c'erano baci, sesso o altro, io mi sentivo sempre colma, piena... sì, piena di vita.... Fino ad esplodere.
Sotto la doccia l'acqua mi schiariva la mente e ripercorrevo quella bellissima mattina... il momento in cui ci eravamo abbracciati e ogni minuto cambiavamo posizione... Che me ne facevo di fare l'amore con lui quando potevamo fonderci in un'unica cosa con un intreccio simile? Non che non lo desiderassi... Perché lo desideravo davvero tanto, ma un abbraccio può essere più intimo del sesso alle volte.
Alcune persone possiedono una bellezza più unica che rara... Quella bellezza che ti sazia, quando guardi una persona negli occhi e non senti più il bisogno di bere, di mangiare, di dormire, persino di respirare... Quella bellezza che col passare del tempo non potrà fare altro che crescere e diventare sempre più intensa, perché ogni ruga sarà un giorno che avrai vissuto nutrendoti di tale meraviglia, ebbene non avevo mai visto una tale bellezza se non sul viso di quell'angelo caduto.

<<Chiara dove cazzo sei?! È mezz'ora che aspetto!! >>
<< Sam scusami, io e Lara abbiamo fatto tardi... >>
<< Non me n'ero accorta guarda. >>
Chiara era sempre stata una ritardataria e da quando era arrivata Lara lo era anche di più e io odio la gente che tarda ad un appuntamento, sopratutto se a causa loro anch'io ero costretta a far tardi.
Finalmente le mie amiche arrivarono, scesi da casa e raggiungemmo Federica e Anna.
Eravamo ferme ad un incrocio, quando il cellulare di Chiara squillò, non prestai particolare attenzione alle sue parole, ma la vidi guardarmi con occhi sbarrati.
<< Che c'è? Era Rob? Non si festeggia più? >>
<< Sam... Sta arrivando Troian.>>
Il mio sguardo si incupì e sospirai:
<< Cosa. Cazzo. Sta. Venendo. A. Fare. Quella. Gran. Zoccola? >>
<< Gli altri sono andati ad una festa e lei non è stata invitata.. >>
<< E noi siamo per caso il porto di Lampedusa, Chiara? >>
<< Non sono riuscita a dirle di no, ha fatto tutto lei! >>
Non ebbi tempo di risponderle che vedemmo quel pezzo di scorfano scendere da un auto in tutto il suo... schifo.
Aveva sempre quegli occhiali orrendi, con un giubbottino grigio e una gonna cortissima a campana di raso rosso (io neanche come straccio per spolverare l'avrei usata).
Salutò tutte noi con quell'aria da "Tesooorooo commesstai?"
E l' espressione di disgusto sul mio volto era alquanto evidente.
Il display del mio telefono si illuminò e con grande gioia il nome che campeggiava era: "Darling". Ah ah hai visto brutta troia? Lui chiama me non te. Puoi tornare al carro funebre.
<< Rob? >>
<< Sam, dove siete? >>
<< Siamo davanti all'ospedale... È appena arrivata Scorf... Ehm, Troian. >>
<< Troian? Va be'... Venite verso l'uliveto? >>
<< Sì, certo. Ci vediamo tra poco. >>
L' uliveto era un posto che avevano trovato Giorgio e Rob: era in periferia, dove iniziava la campagna ed era pieno di alberi di ulivo. Ci andavano quando volevano stare soli e dato che era il compleanno di Rob avevano deciso di andare lì per evitare eventuali seccature.
Una volta arrivate vedemmo i due ragazzi con delle buste piene di bottiglie e altra roba, sembrava dovesse sfamarci un esercito con tutto quello che aveva. Mentre Roberto camminava verso di me per venire a salutarmi e il coro degli angeli iniziava a cantare nella mia testa alla vista del suo sorriso quella grande Troian (non la insulto nemmeno più, perché tanto basta il suo nome) corse verso di lui soffocandolo con le braccia al collo e sbrodolandogli tutta la guancia facendogli i suoi auguri del cazzo.
Quando tutte finirono di fargli auguri si avvicinò a me dandomi un bacio per guancia.
<< Ancora auguri Rob. >> dissi accarezzandogli la guancia. Lui mi abbraccio e mi sussurrò un "grazie" all'orecchio.
Giorgio gli forse la busta col nostro regalo: uno zaino della Vans blu, rosso e giallo e Lara gli mostrò la torta al cioccolato che aveva preparato appositamente per l'occasione.
Rob era felice, ergo, lo ero anch'io..
Tra gli alberi di ulivo c'era un fumo assurdo con tutta l'erba che ci eravamo fumati, per non parlare delle bottiglie di alcolici... La torta finì in un batter d'occhio, data la fame chimica, ma era una delle torte più buone che avessi mai mangiato.
Mentre ci dirigevano al nostro amato vicolo ero intenta a fare la scema con Chiara e Anna quando soltanto la testa vidi Scorfanella appesa al braccio di Rob. Alzai un sopracciglio e Chiara mi disse di mantenere la calma, ci provai, ma poi quella sciocca provò a dargli un bacio sulla guancia, così affrettai il passo e mi inttimidi spingendo via quella cosa da Rob e prendendo il suo posto: << Posso vero? Grazie! >>
Lei indietreggiò e io la guardai come un serpente a sonagli pronto a saltarle al collo finché non tornò al suo posto.
Mi volati e vidi Rob ridere con gli occhi:
<< Siamo gelose eh? >>
<< Ma chi io? Nah, l' ho fatto per te! Avresti dovuto fare un vaccino e stare in quarantena per Dio solo sa quanto tempo se ti avesse dato un bacio sulla guancia! >>
Rise di gusto scuotendo la testa, poi mi mise un braccio attorno al collo e mi scompigliò con forza i capelli, poi mi abbracciò e sentì un bitorzolo duro colpirmi la fronte, mi staccati e lo guardai con aria interrogativa, piu lui si infilò la mano nel collo della felpa e totò fuori il cordoncino a cui era appeso il cuore che gli avevo regalato.
Sorrisi quasi incredula, ma fui davvero felice di vedere che l'aveva indossato davvero.
Una volta al vicolo Fiore ci raggiunse e passiamo tutto il tempo a prendere in giro Scorfanella proprio sotto il suo naso. Mentre dicevamo baggianate e ridevamo a più non posso Lara bussò sulla mia spalla e indicò Rob: era poggiato al muro e Troian era intenta a civettare con lui, giusto per portare giustizia al suo nome, poi guardò il mio ciondolo che Roba aveva al collo, lo prese e glielo avvicinò alle labbra: << Questo è il mio cuore. Bacialo. >>
Mi sentii come una locomotiva a vapore: ero rossa in viso, agli occhi sgranati e fuori dalle orbite e la bocca serrata. Fiore mi prese per il collo del giubbotto e mi trattenne dicendomi di guardare. Roba gli tolse il ciondolo dalle mani e lo rispose al sicuro sotto la sua felpa e le disse: << A dire il vero, questo è di Sam. >> poi ci raggiunse lasciando Scorfanella sola e indignata.
Ben ti sta cagna.
Ci sedemmo e mentre gli altri erano intenti a parlare io guardai Rob e gli presi la mano:
<< Sei felice? >>
<< Sì, Sam. Grazie. >>
<< Di cosa? Non ho organizzato io tutto questo. >>
<< Grazie per quello che hai fatto questa mattina. >> sorrise ancora e io mi persi per l'ennesima volta in quella curva perfetta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 26, 2015 ⏰

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