22 dicembre: ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie. Facendo parte di un liceo artistico mi sembra ovvio che dei matti come noi avessero organizzato una giornata a tema: chiunque avesse a casa dei cappellini da Babbo Natale o cerchietti con corna da renna, lucine e scemenze natalizie varie, era pregato di portarle e metterle a disposizione. Io potrai l'unico cappellino che avevo e indossati un maglione rosso di mio padre con dei leggins.
Arrivata in stazione aspettavi Fiorenzo, lo abbracciai appena lo vidi, il suo profumo mi trasmetteva ancora idea di "casa"... Prendemmo posto l'uno accanto all'altra è tra una chiacchiera e l'altra tirai fuori dallo zaino il pacchetto infiocchettato dicendo: << Buon Natale Fiorellino! >> Si coprì il volto con le mani, poi mi guardò e mi sorrise teneramente, mi posò una mano sulla guancia e mi accarezzò muovendo il pollice. Quel tocco mi riportava alla mente il Natale precedente... quando dopo esserci scambiati i regali a casa sua aveva fatto lo stesso gesto, ma con entrambe le mani, poi avevamo fatto l'amore vicino all'albero di Natale, sopra un morbido tappeto... Questa volta invece mi aveva dato un bacio sulla guancia ringraziandomi affettuosamente e scusandosi perché lui non aveva un regalo per me.
Non mi importava nulla se lui non mi aveva fatto un regalo, anzi me lo aspettavo, ma la sola idea di rendere qualcuno felice per me era un regalo, adoravo sapere di aver reso felice qualcuno... Vedete io ero una di quelle persone che preferisce dare piuttosto che ricevere, ascoltare anziché parlare, amare piuttosto che essere amata... Non ero fatta per ricevere attenzioni, di qualunque natura esse fossero... Non ero fatta per i complimenti, non ero fatta per le belle parole, non ero quella a cui piaceva ricevere centinaia di rose, era fatta per scrivere poemi che facevano sentire apprezzata la gente, ero fatta per dare loro le attenzioni che io credevo di non meritare.
Chi faceva stare bene me allora? Beh, io stavo bene così.
Fiorenzo indossò la collana e mi tenne la mano per quei dieci minuti di treno continuando a sorrideremi. Dopo Natale sarebbe andato a Bologna per l'intervento e coglievo la preoccupazione nel suo sorriso.
A scuola c'era il finimondo! Nel vero senso della parola: tutti con maglioni ricamati con renne e fiocchi di neve, alberelli, e tutti con cappelli e bizzarri cerchietti! C'era odore di dolci alle mandorle e di zucchero a velo, oltre che sentirne l'odore ci camminavo sopra, sembrava che a scuola avesse nevicato. Dalle aule provenivano cori stonati di canzoncine di natalizie, si mangiava e si giocava a carte. Amavo quella scuola...
Passai dall'aula del prof De Santis per augurargli un buon Natale e lui ricambiò facendomi ancora i complimenti per la mostra, in effetti era stata un successo.
La giornata proseguì così, tra partite a carte e sbafate di pandoro, dopo tutto il Natale non era così male.
Era la vigilia di Natale e io e Chiara ci stavamo incamminando verso la piazza, durante il tragitto incontriamo Giorgio e Rob intenti a fare compere per i regali:
<< Tesoro stai andando a comprare il nastro per impacchettarti il cazzo e farti trovare sotto il mio albero? >> Gesù quanto mi divertivo a prenderlo in giro (anche se in realtà ero più che seria).
<< Buongiorno anche a te Sam! >> disse facendomi l'occhiolino.
La viglia si trascorreva fuori casa dal mattino alla sera, finché all'ora di cena non ci si riuniva con i parenti per l'epico cenone natalizio.
Lasciammo Rob e Giò alle loro spese e raggiungemmo Anna, Lara e Fede.
Ina volta in piazza Chiara mi prose una bustina regalo, la guardai sorridendo e quando vidi il contenuto le saltai al collo: nella busta c'era un agnellino di legno dalle tonalità ambrate con macchioline più scure che davano un effetto maturato, era bellissimo. Adoravo gli anelli, non uscivo mai di casa senza indossarne almeno uno, è a volte ne mettevo anche due su un solo dito. Anna mi diede il suo regalo: un anello largo poco più di un centimetro argentato con piccole e sottili striature, si portava a mezzo dito è nella mia collezione mancava un anello a mezzo dito! Anche Fede mi aveva regalato un anello: di legno, verde abete con una "S" in corsivo incisa sopra, indossati tutti e tre gli anelli le ringraziai abbracciandole. Mi piacevano davvero!
Dopo poco arrivarono i due ragazzi con tanti piccoli sacchetti rossi in mano che iniziarono a distribuirci: Rob aveva regalato dello smalto per unghie e tutte, il mio era bianco, davvero utile per chi come me adorava creare colori fai da te, poi me lo aveva regalato una persona... sì beh... "speciale" diciamo così. Aprì la bustina di Giò: una collanina con la catenella color bronzo e un occhio azzurro come ciondolo, era di quelle corte che arrivano alle clavicole, devo dire che era davvero bellissima. La indossai all'istante. Ringraziai i ragazzi baciandoli sulle guance, poi tutti insieme ci incamminammo verso il nostro adorato vicolo per fumare un po'.
All'ora di pranzo ci fiondammo a un negozio di patatine fritte, lo "Stik and chips" eravamo tutti presi dalla fame e usciamo di lì con coni giganteschi colmi di patatine ricoperte di salsa, Federica e Rob presero anche una birra.
Nel pomeriggio ci rifugiammo in un posto isolato, rollammo un altro paio di canne ascoltando Eminem a tutto volume, Rob era irritante? Un po'... ma ormai mi ero affezionata troppo a quella testa di cazzo...
Cercai di strappargli un bacio strepitoso come quello che ci eravamo scambiati 2 mesi prima, ma tutto ciò che ottenni furono due scarsi baci a stampo.
Rob però mi faceva stare bene lo stesso, gli bastava mettermi un braccio sulla spalla, sorridermi, darmi un bacio sulla guancia e diventato scema. Eh sì gli volevo davvero bene, e stava nascendo una meravigliosa amicizia.