Capitolo XXI

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Che periodi strano...
La mia vita aveva preso tante di quelle svolte che non sapevo più neanche io come metterle in ordine...
Fiorenzo, Rob, i miei nuovi amici...
Che razza di "evoluzione".
A volte mi fermavo a pensare come le cose potessero cambiare da un giorno all'altro, così senza nessun preavviso, a come tutte le tue sicurezze svaniscono nel giro di pochi attimi, e tu non puoi farci niente, devi stare lì a guardare e basta... Non puoi agire, non riusciresti a cambiare il corso degli eventi. C'erano cose che dovevano finire in un determinato modo, e anche se non sempre il motivo appariva chiaro bisognava starsene lì con le mano in mano.
Tutti quei cambiamenti in me stessa e in ciò che mi circondava dovevano essere ricordati in qualche modo, così presi una decisione, presi il mio cellulare e digitai il numero di una mia vecchia conoscenza:
<< Pronto Seb? Sei in città per caso? >>
Seb (Sebastian) era un ex alunno del mio liceo, ora faceva il tatuatore ma non era spesso in città.
<< Chi non muore si rivede! Risente in questo caso... Sì Sam, sarò in città ancora per qualche giorno, hai bisogno di qualcosa? >>
<< A dire il vero sì... Quanto vuoi per un tatuaggio di due/tre centimetri? >>
<< Vuoi farti un tatuaggio?! >>
<< Non mi chiederai mica il permesso scritto vero? >>
<< Sam! Sei minorenne porca troia, se mi beccano sono passabile per denuncia! Sei forse impazzita?! >>
<< Perché secondo te sono così stupida da farmelo sulla fronte magari! Ho trovato un posto perfetto, dove nessuno lo vedrà mai, dato che ha un significato molto intimo per me... Voglio essere padrona di mostrarlo solo a chi voglio. Lo faccio per me, non per farlo vedere al mondo, e sta tranquillo che non dovrai farmelo sulla figa o sulle chiappe! >>
<< Ahahahah! Sempre uguale tu! >>
<< Eh beh, almeno se ti beccano non dovrai subire anche una denuncia per pedofilia, dovresti ringraziarmi sono molto altruista! >>
<< Ceeeeerto! >>
<< Allora, ci stai Seb? >>
<< E va bene Sam, mi fido di te... >>
<< Perfetto, dimmi dove e quando. >>
<< Vieni domani a casa mia, sentiamo un po' cosa ti piacerebbe fare e poi ci mettiamo all'opera, le 18.30 vanno bene? >>
<< Benissimo! >>

La sera seguente alle 18.30 esatte suonai al campanello di Seb.
La porta si aprì e lui fece capolino sull'uscio di casa per invitarmi ad entrare. Seb era alto, in forma, con una lunga barba scura trasandata e i capelli che accennavano già a una calvizia precoce. Gli occhi erano castani rigato di verde e portava un orecchino doppio quanto una matita nel lobo sinistro. Quella sera indossava una maglia a mezze maniche che metteva in bella vista il tatuaggio che aveva sull'avambraccio destro e dei jeans informi che gli rimanevano sui fianchi, ai piedi delle Globe Total black.
Mi abbraccio come fa un fratello maggiore, poi mi guardò perplesso:
<< Che cazzo hai fatto ai capelli? >>
<< Sono rossa baby! >>
<< Mh... Rossa di capelli >>
<< Anche la tua ragazza è rossa tesoro! Sicuro di voler finire la frase? >>
Seb scosse la testa e mi portò nel suo studio: era grande, con un forte odore di alcol e disinfettate, nella stanza c'era un computer, una scrivania e un lettino ben illuminato con la macchinetta collegata accanto. Ero affascinata, dopo tutto quello era il mestiere che avrei voluto fare una volta finiti gli studi.
Ci accomodammo su due sedie accanto al pc acceso.
<< Allora, cosa vorresti fare? >> mi chiese lui toccandosi la barba.
<< Un'ancora. Non molto grande, dato che é il primo, due o tre centimetri al massimo. >>
Lui abbozzò uno schizzo poi mi passò il foglio: una piccola ancora tribale nera.
<< È perfetta. >>
<< Dove la vuoi? >>
Indicati un punto al lato del mio seno sinistro, un punto che sarebbe stato sempre coperto dal reggiseno o costume sia d'estate che d'inverno.
<< Ahia! Praticamente sul costato! >>
<< E già! >>
<< Punto audace per un primo.tatuaggio. Se sei pronta puoi levarsi la maglia.
Poco dopo ero distesa sul lettino bianco illuminato con una spallina del reggiseno abbassata e Seb con guanti e mascherina che preparava tutto l'occorrente.
<< Tranquilla? >>
<< Sì. >>
<< Avrai un ago che ti si conficcherà nella pelle un'infinità di volte per mezz'ora, al costato tra l'altro, lo sai vero? >>
Non vi avevo mai pensato concretamente, altrimenti non lo avrei più fatto data la mia innata paura per il dolore fisico: in realtà avevo una soglia del dolore abbastanza bassa e riuscivo a sopportare quella sensazione di solito, a spaventarmi era l'idea del dolore fisico in sé e la paura di non poterlo sopportare. Il dolore non é una cosa che si può controllare, come un pianto o una risata e per una come me a cui piace tenere le redini non era esattamente il massimo.
<< Tu sì sei bravo nell'invogliare la gente a farsi tatuaggi vecchio mio! >> Dissi sarcasticamente.
<< Va be'... Allora vado eh. >>
Sentii un ronzio infernale provenire dalla macchina e in quell'istante nella mia testa iniziarono a scorrere immagini dell'ago che mi si infilzava nella carne sempre più vicino alle ossa della costola sinistra e un dolore insopportabile! Lo fissai e gli dissi di non partire.
Presi un bel respiro, guardai la macchinetta e cercai di abituarmi al rumore che secondo Seb era più fastidioso dello stesso ago.
Un'altra boccata d'aria e poi giù distesa sul lettino con gli occhi serrati.
Seb mi diede una pallina di gomma da stringere e quando sentii l'ago trapanarmi la pelle mi morsi le labbra e la stronzi forte.
Man mano che i minuti passavano mi abituavo a quel dolore fastidioso e a al rumore irritante, così allenati la presa sulla pallina, era più sopportabile ma pur sempre doloroso e in alcuni punti fui costretta a fermare Seb, vicino alle ossa era davvero difficile resistere.
Dopo i contorni Seb cercò di distrarmi iniziando una conversazione:
<< Allora, la scuola com'è? Sempre la solita gabbia di matti? >>
<< Avevi dubbi? >>
<< Ovviamente no. Che farai dopo il diploma? >>
<< Accademia a Firenze e poi mo metterò a capofitto sul mondo dei tatuaggi, sto facendo qualche piccolo studio di mio. >>
<< Vuoi fare la tatuatrice?? >>
<< Eh già! >>
<< Come mai? >>
<< Vedi, io considero il corpo come una tela, e le tele sono fatte per essere dipinte, e poi un tatuaggio è come la vita: soffri tanto mentre lo fai, ma il risultato è uno spettacolo, e lo otterrai con te a vita. >>
<< Wao... Complimenti Sam... Davvero, da tatuatore ti dico che è davvero un' ottima logica. Potresti anche arrivare lontani sai? Tanto il coraggio e la tenacia non ti mancano. >>
<< Grazie Seb. >>
Poco dopo il ronzio dell'ago cessò.
<< Ecco fatto. Abbiamo finito! >>
Mi guardai nello specchio e una piccola graziosa ancora alloggiava sul lato del mio seno sinistro, era come la volevo: semplice ma bellissima.

Odiavo i girasoli.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora