Capitolo X

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Era passato un po' di tempo da quel bacio in piazza.... Ma io potevo ancora sentirlo sulle labbra. Rob si era tirato indietro, non voleva più farlo con me, e lo capivo, come ho detto la prima volta è con qualcuno di importante... Io non ero importante per lui, ci conoscevamo da poco più di un mese, non avevamo alcun tipo di legame, e no, un bacio non è un legame.
Ammetto che la cosa mi sorprese parecchio (per non dire che mi aveva sconvolta), come ho già detto il mio piano: conquista, fotti, sparisci non aveva mai fatto una piega, e per questo motivo io ero sempre abituata ad fottere tutto il cazzo che voglio. Letteralmente.
Non riuscendo a capacitarmi di tale rifiuto perciò vidi i fatti da un'altra prospettiva, cercando di cogliere il lato sportivo: una vera e propria sfida.
Il piccolo, affascinante e verginello Rob... Avrebbe ceduto prima o poi, la partita stava per cominciare e io ero già uno a zero per quel bacio.
L'idea di quel gioco, quella sfida, mi allettava, e mi permetteva di vedere Rob come avrei dovuto vederlo: il mio giocattolo sessuale, e non come qualcosa di cui avevo bisogno...
Come avrei fatto a convincerlo? Non lo so, non ho mai idee premeditate a riguardo, soprattutto in QUEL caso... Essendo la prima volta per me non sapevo di preciso cosa avrei fatto... Probabilmente mi sarei comportata da troietta, lo avrei provocato un po' e lui avrebbe ceduto. Dopo tutto era pur sempre un ragazzo, e lo sappiamo tutti che i ragazzi hanno il cervello posizionato in un'altra "testa". Ci tengo a specificare una cosa: il mio fare la "troietta" non significava calze a rete, minigonne e rossetto rosso, la mia tenuta restava sempre converse e jeans. Avrei solo cercato di stuzzicare la sua fantasia e... Il suo pacco.
Non avrei certo gettato la spugna così facilmente.
Era una fredda sera di inizio novembre, eravamo tutti richiuso in un vicolo poco ventilato, io ero seduta tra Anna e Chiara, Giorgio e Rob erano in piedi. Rob indossava dei jeans scuri, una calda e larga felpa nera dell'Adidas e un cappello blu scuro della stessa marca. Odiavo quando indossava dei cappelli... Coprivano tutti i suoi deliziosi riccioli.
Dopo il suo rifiuto non avevamo parlato granché, e francamente non me ne importava, però volevo essere leale e corretta con lui, perciò mi alzai e gli andai vicino.
<< Sigaretta? >> chiesi
<< Ci sta. >> rispose Rob.
Io accesi la mia, e rilanciai l'accendino a Rob, gli altri stavano parlando e scherzando tra loro perciò fu come se fossimo soli.
<< Rob, sai che io ti avrò lo stesso vero? >>
Lui si accigliò e si irrigidì notevolmente.
<< Tranquillo, non ti struprerò in questo momento se è questo che ti preoccupa, voglio giocare, voglio prenderla come sfida, perciò userò tutte le armi di cui dispongo per portarti nel mio letto. >> spensi la sigaretta e lo guardai: << Mi sembrava giusto dirtelo, meglio essere preparato. >> dissi facendo spallucce, come se stessi parlando semplice di ciò che avevo mangiato a pranzo.
L'espressione sul volto di Rob era incomprensibile, beh a dire il vero lui era incomprensibile di suo, un giorno era un perfetto imbecille, il giorno dopo era misterioso ed intrigante... Chi lo capiva era bravo...!
Lo fissai per qualche secondo poi mi votati e feci un passo:
<< Chi ti assicura che riuscirai? >>
Mi voltai di nuovo verso di lui, sorrisi e dissi:
<< Tesoro, io ottengo sempre quello che voglio. E tu non ti accorgerai nemmeno del fatto che lo vorrai anche tu quando sarà il momento. >>
Tornai al mio posto tra le mie amiche, ma non distaccarmi mai il suo sguardo dal suo, lo guardavo come un cacciatore guarda la sua preda, ed io avevo intenzione di sfamarmi a lungo termine con una preda appetitosa come quella.
Fiore non venne a trovarci quella sera e sentivo un po' la sua mancanza, la mia cotta per lui stava andando scemando, mentre il mio interesse nei confronti di Rob cresceva giorno dopo giorno... E il bello era che non c'era paragone tra i due! Entrambi stupendi, ma due bellezze completamente diverse, Fiore era sicuro di sé, accattivante, intelligente; Rob era chiuso, ostile e misterioso.
"Scelta difficile" pensai... Poi un campanello d'allarme squillò nella mia testa: hey Sam? Giusto per curiosità, che cazzo stai facendo?? No perché non c'è proprio un cazzo da scegliere! Hai una cotta per Fiore (che non potrai mai avere) e istinti sessuali potenti nei confronti fi Rob (col quale, se ti impegni, riuscirai ad avere uno straccio di rapporto). Cosa dovresti scegliere esattamente? Quale completo intimo indossare quando accadrà? Perché certamente non puoi riferirti e loro due.
Avevo un subconscio parlante, e parlava anche parecchio, ed era difficile da ignorare, ma in quel caso aveva ragione. Non c'era proprio nessuna scelta da fare se non il colore del reggiseno.
Eppure... eppure sapevo che qualcosa non andava.
Cercai di distrarmi da quei pensieri, ma ormai erano come spilli che non volevano saperne di uscire dal mio cervello, non smettevo di rimuginare... Pensavo troppo e finivo col mandarmi il cervello in fumo.
Quando ero ormai in procinto di sentire odore di bruciato nella mia stanza, una luce lampeggiante canterò la mia attenzione: un nuovo messaggio sul cellulare.
Sbloccai il telefono e lessi il nome: Fiorenzo. Avevo modificato il nome con cui lo avevo salvato quando era ancora il mio ragazzo, non era più "Il mio Fiore" ,ora era solo Fiorenzo.
Non era poi così strano che mi cercasse, come ho già detto, eravamo rimasti amici, e capitava abbastanza frequentemente che mi mandasse messaggi, anche solo per chiedermi in prestito un mio cappello a bombetta che gli piaceva tanto. Pensai che quello non fosse altro che l'ennesimo messaggio in cui mi chiedeva di prestarglielo, invece quando lessi ciò che aveva scritto mi paralizzai. Le mie mani divennero di pietra, lo sguardo vitreo e la mascella serrata:
<< Sam, mi opererò tra un mese, a Bologna, se l'intervento no.andrà bene potrei anche rimanere paralizzato... Dopo di che mi aspetteranno due mesi di convalescenza. Spero vada tutto bene. >>

Odiavo i girasoli.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora