Capitolo XVII

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Quando arrivai dai miei amici mi sentivo spossata, esausta, come se stessi respirando con un macigno sui polmoni. Guardai Chiara negli occhi implorando silenziosamente il suo aiuto e quasi fossimo state telepatiche lei scattò in piedi e mi portò in disparte.
Piansi. Piangi tanto, singhiozzando forte, così forte che fui certa di essermi fatta sentire dagli altri. Chiara mi strinse forte chiedendomi cosa accidenti fosse successo.
<< Sono andata a trovare Fiore... È... È tornato a casa, sta bene... >>
<< Allora cosa c'è che non va Sam? Dovresti essere felice. >>
<< Oh lo sono... >> dissi sforzandomi di sorridere << Mi ha chiesto... Mi ha chiesto di tornare con lui.... >>
Chiara sgranò gli occhi incredula:
<< Ma... Ma... Insomma, non era gay? >>
<< Ha detto che sarebbe stato etero solo per me... >>
<< Sam... >> sospirò Chiara.
Io cercai di nuovo di ridere.
<< TU lo ami? >>
<< Io... >> il pianto mi rendeva difficile riuscire a parlare, presi un bel respiro e cercai di non far sentire il rumore dei cocci che si infrangevano dentro di me.
<< Io non voglio rivivere tutto quel dolore Chi'... Sai quanto ho lottato, sai cosa ho passato... Non sono pronta a ricaricarsi in un simile guaio... Però a lui ci tengo ugualmente è non voglio lasciarlo andare. >>
<< Sam, tu hai amato moltissimo quel ragazzo, anche se spesso non ha meritato neanche un tuo capello, ma tu lo hai amato ugualmente per tanto tempo, e se non fosse andata così avresti continuato a farlo con tutte le tue forze. È normale che tu non voglia lasciarlo andare. Un anno non è poco... Sopratutto se si tratta di un anno come il vostro. Se non vuoi, non farlo. Hai il diritto di essere felice. Lui non ha saputo renderti tale quando ne ha avuto l'occasione, e ora lo rimpiange. So che sarebbe troppo faticoso per te rituffarti in una situazione del genere, perciò non farlo, Sam. >>
La guardai come un bambino guarda la propria madre dopo aver preso un brutto spavento e la abbracciai senza riuscire a smettere di piangere.
Non le dissi di ciò che Fiorenzo aveva detto riguardo Roberts...
Insieme tornammo verso gli altri, avevo gli occhi gonfi e rossi dal pianto, mi sentivo fragile, vulnerabile a tal punto di non riuscire a sostenere lo sguardo dei miei amici... Mi fissarono tutti, poi distoglievano lo sguardo imbarazzati quando i miei occhi incrociavano i loro. Sorrisi debolmente:
<< Sto bene... >> sembrò quasi una domanda.
L' unico che non distolse lo sguardo fu Rob... Mi fissò intensamente, come se stesse cercando di leggere nei miei occhi quanto fosse accaduto. Avevo bisogno di sedermi, l'unico spazio vuoto era accanto a lui. Non ero certa di volermi sedere al suo fianco, volevo mantenere le distanze da lui il più possibile per evitare qualsiasi contatto, ma le mie gambe erano come di gelatina e fu lui stesso e chiedermi di sedermi.
Presi posto accanto a lui cercando di stargli il più lontana possibile, lui non mi stava fissando più, sembrava pensieroso, così cercai di rilassarmi, un brivido di freddo mi scosse le spalle, sfregai le mani sui jeans per cercare di riscaldarle, poi una mano più grande racchiuse la mia, era calda, rassicurante con la presa forte: Rob mi stava.stringendo la mano.
Mi volati verso di lui, mi guardò ancora come se nei miei occhi stessero scorrendo parole che solo lui poteva vedere e intanto io ripensato alla parole di Fiore. Sbattei le palpebre con forza per non pensarci e quando cercai di divincolarmi dalla sua presa lui mi strinse più forte. Lo guardai, mi sorrise dolcemente, come si fa ad un animale impaurito, perché in quel momento era così che mi sentivo.
<< Sam, va tutto bene? >> mi chiese.
Abbassai la testa e quando Papo rialzai lo guardai con gli occhi gonfi di lacrime e un sorriso triste.
<< Cos'è successo? >> la sua voce era calma, pacata, rassicurante.
<< Fiore vorrebbe tornare con me... >> non conosceva i dettagli della nostra storia, ma sapeva abbastanza.
<< Se lo ami, fallo. Non importa cosa diranno gli altri. >>
La faceva facile lui...
Mi alzai: << Non è così facile Rob... Tu non capisci. >>
Si alzò anche lui poggiamdomi le mani sulle spalle: << Allora spiegami. Ti ascolto. >>
<< Non sai che significa stare con una persona con la consapevolezza di non essere ciò che lui vorrebbe, di non potergli dare ciò di cui avrebbe bisogno, di non essere abbastanza nonostante... Tutto. >>
Mi guardò con uno sguardo dolcemente triste.
<< È per questo che non lo ami più...? >>
<< In parte, in gran parte sì... Credimi ho fatto tanto per lui. Ma non sono stata brava a sufficienza... >>
<< Non è stata colpa tua. Lui ha scelto qualcos'altro... Tu non puoi averne colpa, hai fatto tutto quello che hai potuto. Ne sono certo. >>
Mi prese il viso tra le mani fissandomi negli occhi e asciugamdomi le lacrime con i pollici, poi mi sorrise e cercai di ricambiare.
Prima che potessi staccarmi da quel momento così perfetto lui mi mise una mano dietro la nuca e un braccio attorno alla vita, poi mi tirò a se.
Ero impietrita.
Il mio naso affondava nella sua felpa, sentii il suo profumo invadermi le narici e riempirmi i polmoni, sapeva di detersivo per i panni, fumo, e... Di Rob. Un profumo delizioso che mi riempì fino alle tempie e se fossi morta soffocata in quel momento, giuro sarebbe stata la morte migliore che avessi potuto desiderare.
Mi arresi a quel dolce odore permettendogli di trascinarmi ovunque senza opporre resistenza: chiusi lentamente gli occhi e sentii ogni mio muscolo rilassarsi e abbandonarsi alla sensazione di benessere che il contatto del corpo di Rob contro il mio mi infondeva, come se dicesse: "Hey, va tutto bene, sei a casa adesso." Ed era vero, io tra le sue braccia mi sentivo a casa. Sentivo il suo mento sulla mia testa, la sua mano destra che mi accarezzava i capelli e quella sinistra che mi teneva stretta a lui. Ricambiai l'abbraccio avvolgedogli le braccia attorno al bacino e godendomi il suo profumo.
Quella era.la prima volta che ci abbracciavamo.
Restammo così per un tempo che mi sembrò infinito, come poteva un abbraccio essere così intimo?
Mi abbandonai completamente a lui, lasciando che i miei sentimenti si facessero strada tra le crepe della mia corazza.
In quel momento, in quell'abbraccio, Roberts aveva abbattuto completamente tutti i miei muri, potevo sentirli franare nel profondo di me. Il mio cuore tornò a battere.
Ero follemente, incoscientemente, straordinariamente innamorata di Rob.

Odiavo i girasoli.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora