17. Segreti tra le linee

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Floyd

Per riunirci, abbiamo occupato lo spazio di una vecchia casa abbandonata. Quindi, assicurandomi che nessuno stia passando qui vicino, sguscio in fretta dalla porta e imbocco la strada che conduce al quartiere dove in questi giorni ho alloggiato.
'Prima di andare da Aleksej devo risolvere un problemino.'

Dopo dieci minuti raggiungo il mio appartamento. Estraggo le chiavi dalla borsa, ma prima che possa infilarle nella serratura, una mano mi blocca il polso. Non c'è bisogno che mi volti per intuire chi abbia alle spalle: l'inconfondibile profumo di gelsomino mi inebria le narici.
<<È un po' insolito il fatto che tu sia davanti la porta di casa mia.>> Casa mia per modo di dire...
<<Ero di passaggio.>>
<<Come no.>> Dico sarcastica. <<A breve dobbiamo andare.>> Lo informo consapevole che non la prenderà bene.

<<Ma allora non capisci?! Io non vado da nessuna parte con te. E poi come giustificherei la mia scomparsa? Inventando un viaggio all'estero o cosa?>> Mi volto di scatto. Il blu delle sue iridi si incupisce e attingo a tutto il mio autocontrollo per non dargli una sberla.
<<Cosa non comprendi della frase "non hai scelta?" Devo ricordarti, che non sei tu a decidere cosa si può o non si può fare.>>
<<Non me ne può fregare di meno.>> Torreggia su di me con due occhi iniettati di pura rabbia.
<<Non mi interessa la tua opinione. Io devo svolgere il mio lavoro e non ho alcuna intenzione di sorbirmi i tuoi capricci e quelli dei tuoi amici...>>

<<Cosa?!>> Mi interrompe con il viso a due centimetri dal mio. E in un attimo dimentico le parole che avrei dovuto pronunciare. Il mio corpo si immobilizza e i miei occhi non si staccano da quelli del ragazzo davanti a me. Magnetiche iridi del colore dell'oceano mi impediscono di guardare in alcun altra direzione. Ardono di rabbia.
<<I miei amici?>>
<<Tu non... hai parlato con Tom e Anna.>> Suona più come un'affermazione che una domanda.

<<Non ricordi che quella volta che Lynda vi ha dato una botta in testa, vi abbiamo detto che avevate qualcosa che ci appartiene? Anna e Tom hanno la tua stessa collana, Anna con una pietra d'Ambra, Tom di Quarzo. E non so perché proprio tre ragazzi, della stessa città, per giunta migliori amici.>>
Si scompiglia i capelli e rivolge gli occhi a terra <<Io... non lo so. Non so più niente. Da quando siete entrati nelle nostre vite tutto è diventato assurdo e fottutamente complicato.>> Sfila dalla borsa il taccuino che mi aveva rubato quel giorno in cui mi ha abbandonata in balìa del prof di matematica.

<<Ho fatto ricerche su quel Derek Morris che Trevor afferma sia morto in modo alquanto anomalo. Non ho trovato nulla su di lui, ma ho parlato con gli unici Morris che vivono qui in città.>>
Ora sono tutta orecchie.
<<Hanno detto di essere sposati da vent'anni e che progettano di avere un figlio a breve. Non ne hanno mai avuti, a detta loro.>>
Il pensiero che quei poveri signori non ricordino nulla di loro figlio, mi crea una voragine nel petto.

<<Vedi il post-it incollato qui>> picchietta l'indice sul centro della copertina <<Ha due parole scritte con una calligrafia disordinata. Leggendole più volte sono giunto alla conclusione che compongano la frase "Non fidarti".>>
<<È la stessa...>>
<<... che ha pronunciato Derek poco prima di morire.>> Conclude al posto mio.
Assumo un'espressione corrucciata.
<<Ho sfogliato il taccuino, completamente bianco, e ho trovato questo.>> Prende tra le dita il foglio ripiegato su se stesso.

Lo apre rivelandone il contenuto: raffigura una radura con un albero sul quale è posta una piccola casa di legno. In alto campeggia una scritta dalla calligrafia, simile a quella sul post-it, che cita: "La soluzione di un segreto si cela tra le linee. Osserva da un'altra prospettiva."
<<Ti dice qualcosa?>> Chiedo nella speranza che possa aiutarmi.
Mantiene lo sguardo fisso sul pezzo di carta. <<Questo posto so dov'è. Come potrei non saperlo.>> Un sorriso triste gli affiora sul viso <<È la casa sull'albero che mi ha costruito mamma da bambino. La riconosco dalla bandiera dei pirati che avevo fissato sul tetto e dall'amaca posta su questi alberi bassi accanto.>> Li indica <<Io e mio padre ci siamo trasferiti qui dopo la sua morte.>>

The Darkness of the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora