5. L'oscurità del lilla

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Aleksej

Tre settimane dopo.

Papà non tornerà presto dal viaggio di lavoro.
L'assenza di mia madre ha lasciato dentro di me un vuoto incolmabile e ora mio padre sembra mostrarsi indifferente ai miei problemi. Fortunatamente c'è Anna ad asciugare il dolore sigillato nelle lacrime che spesso mi rigano il viso, a riempirmi il cuore delle sue parole confortanti, a donarmi l'amore di una sorella maggiore che avrei tanto voluto.

Mentre leggo i messaggi di Tom avverto come la sensazione che qualcuno mi stia osservando. Istintivamente mi volto verso la finestra alla mia sinistra: una tenda bianca lascia intravedere per un momento una figura. Femminile credo. Da quando io e mio padre ci eravamo trasferiti in questo nuovo appartamento, non avevo ancora avuto modo di conoscere i vicini oltre a Mario. L'appartamento in cui vivevamo prima aveva soltanto una camera da letto, un piccolo salotto e un angolo cucina.

Ora ho una mia camera, mentre prima dormivo sul letto-divano. Amo questa stanza perché qui mi isolo dal mondo, dal dolore, dalle paure e vivo in una realtà che solo io so immaginare, protetta da mura così fortificate da non lasciarvi entrare nessuno.
Perché è quello che sono.
Un dilemma.
Un abisso inesplorato protetto da creature che mi divorano lentamente senza che me ne accorga.
Maschero le debolezze cercando di piacere agli altri, cercando di essere all'altezza delle loro aspettative.

Questo personaggio che ho costruito con gli anni però non sono io.
Dentro di me lottano continuamente due personalità che si contrappongono in tutto e per tutto. Che appaiono di fronte ai miei occhi come se esistessero davvero. È una continua guerra in cui cerca di avere la meglio una parte di me.

Alle undici di sera decido di spegnere il telefono e di dormire. Mentre sistemo il cuscino e mi corico, qualcosa mi fa sgranare gli occhi. Due iridi viola mi fissano dalla stessa finestra con le tende bianche. Lascio cadere un piede fuori dal lenzuolo. Il mio movimento brusco fa allontanare la figura nel buio che avvolge la stanza. Nonostante il particolare colore degli occhi, sono convinto che sia la persona che ho visto qualche ora fa.

È finalmente sabato, l'ultimo giorno di lezioni. Entro in classe e mi siedo al mio banco: ultima fila vicino alla finestra.
<<Ale che ne pensi di venire a casa mia per fare i compiti di scienze? Sai devo recuperare alcune insufficienze.>> 'Davvero una pessima scusa Maya.'
<<Ciao Maya, s... sì mi...>> La mia attenzione si concentra sulla ragazza che sta varcando la soglia della classe. Una ragazza mai vista prima.

<<Ale? Tutto bene?>> Continuo ad ignorarla. Maya segue la traiettoria del mio sguardo fino a voltarsi. Tutti i ragazzi rimangono pietrificati. Le ragazze invece lanciano occhiatacce ai loro fidanzati imbambolati e quasi ammaliati da quell'improvvisa presenza.

<<Ragazzi, lei sarà una vostra nuova compagna di classe. Vi dò dieci minuti per presentarvi poi iniziamo la lezione.>> Il professore tira fuori dalla cartella il libro di fisica e lo poggia sulla cattedra. Raggiungendo il centro dell'aula, la ragazza rivolge lo sguardo sugli studenti giocherellando con una ciocca ribelle della folta chioma.

<<Il mio nome è Floyd Everton.>> La sua voce è fredda e pungente come rovi. I lunghi capelli neri e mossi presentano due ciocche bianche che le ricadono sul viso. Le folte ciglia adornano gli occhi scuri che appaiono come due perle opache prive di espressione. Le labbra carnose sono rosse come rose in pieno contrasto con la carnagione chiara. Le sopracciglia arcuate e definite. La gonna le avvolge la vita e la camicia aderente mostra perfettamente le curve proponenti.

È bassa, non ha un fisico snello e slanciato come molte ragazze del college. Sprigiona un fascino che ti colpisce come un proiettile nel petto. 'Sarà forse la ragazza che ho visto qualche settimana fa attraversare la strada di fronte al college?' In effetti era molto simile a lei.
Continua a torturare con le dita le ciocche scure in gesti seducenti e ipnotici.

The Darkness of the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora