AleksejRipercorro il corridoio con ampie falcate. Raggiungo gli armadietti e scorgo con orrore il corpo di Floyd accasciato sul pavimento. Delle ragazze la circondano: una le fa aria con un ventaglio, un'altra le riempie un bicchiere d'acqua. Mi faccio largo tra la folla e mi inginocchio di fronte a lei. Ha il viso pallido e l'espressione assente.
<<Floyd, mi vedi? Sono io. Cosa ti è successo?!>> L'ansia mi sta divorando vivo.
<<Ora sta meglio>> mi rassicura la ragazza dai capelli ramati <<Ha avuto un attacco di panico.>>
Mi alzo in piedi e infilo un braccio sotto le sue ginocchia e con l'altro le cingo la vita. La sollevo e lei non oppone resistenza.
È particolarmente sotto shock.Poggia il capo sul mio petto, senza dire una parola.
Tutti ci fissano sbalorditi. Sindy mi viene incontro e sgrana le palpebre.
<<Cosa stai...>>
<<Sta male, spostati.>>
I tratti del suo viso si deformano per la rabbia, ma io la supero senza fornirle ulteriori spiegazioni.Dopo pochi minuti raggiungo il piccolo stanzino in cui ci rechiamo sempre io Tom e Trevor per non farci udire da persone indesiderate.
Floyd si lascia adagiare sulla sedia, mentre si massaggia le tempie.
Mi chino alla sua altezza e fisso il mio sguardo nel suo con determinazione: <<Chi. È. Stato.>> Scandisco ogni singola parola. Floyd sbatte ripetutamente le palpebre, come se stesse mettendo a fuoco il mio viso solo ora.<<Ricordo solo>> evita di incontrare il mio sguardo, ma io le prendo il mento tra il pollice e l'indice e la costringo a farlo <<che sono scappata dall'aula in cui mi hai abbandonata.>> mi fulmina con un'occhiata minacciosa e reprimo l'impulso di scoppiare a ridere.
<<Poi sono andata agli armadietti e...>> Le si mozza il fiato e io mi inginocchio e le stringo la mano.<<Dimmelo Flo... non mentirmi.>> Mormoro senza smettere di guardarla negli occhi.
<<Io non mi fido di te, Aleksej. Non ti dirò nulla.>> Fa per alzarsi in piedi, ma un capogiro mi induce ad afferrarla per i fianchi e sorreggerla finché non riprende posto sulla sedia.
<<Ti prego.>> Ripeto in una supplica disperata.
Sospira e serra le palpebre. <<Edward, lui voleva vendicarsi per ciò che gli ho fatto quella volta in corridoio. Poi si sono aggiunti altri suoi amici e... Catrine.>> Pronuncia quel nome con odio.
Non posso biasimarla.<<Li ucciderò tutti, probabilmente.>>
Accenna un lieve sorriso.
Pare che la violenza piaccia ad entrambi. Non credo sia proprio una cosa positiva.
<<Ma perché sei quasi svenuta?>>
<<Mi hanno stretto i polsi, mi hanno toccata...>> Emette un sospiro tremolante. <<Il passato non si può cancellare o modificare. Si può superare, ma non tutti hanno il coraggio di accettarlo. Io non ce l'avrò mai.>>
<<Nemmeno io.>>Contempliamo il silenzio per minuti interminabili, finché lei non dischiude le labbra e dice: <<Io ti ho parlato di ciò che è accaduto con Edward, tu ora devi dirmi dove hai preso quella collana.>>
Sfioro con le dita il piccolo rubino.
<<Puoi darmela un attimo?>> Allunga la mano e con riluttanza sgancio la catenina e la posiziono al centro del suo palmo. Se la rigira tra le dita analizzandola. <<Hai mai provato ad osservarla illuminata dalla luna?>>
Che domanda assurda!
<<Beh, no direi di no.>>
<<Credo che dovremmo provarci.>>Floyd
<<Dove l'hai presa?>> Ripeto la domanda di poco fa, mentre perlustro con lo sguardo la piccola stanza. È fiocamente illuminata da una abat-jour posta su un tavolino di legno. I cassetti sono stracolmi di scartoffie e dalla piccola finestra filtra un barlume di luce.
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The Darkness of the Moon
FantasyDue realtà destinate a ricongiungersi. Quattro ragazzi legati dal male di una profezia. > Aleksej, un ragazzo dal passato oscuro e tormento, è al suo penultimo anno di college. Vive in una cittadina del New Jersey con suo padre, un uomo apatico co...