"Ci sono momenti in cui il dolore è tutto ciò che ci resta, eppure è da lì che ricostruiamo noi stessi."
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Il rumore delle pillole contro il vetro della bottiglia è l'ultimo suono che sento prima di inghiottirle, una dopo l'altra, con un sorso di vino. Ogni bicchiere rende tutto un po' più confuso, un po' più ovattato, come se il peso che porto nel petto si dissolvesse nell'alcol e nelle sostanze che mi intorpidiscono la mente. Non so quante ne ho prese, né quanto ho bevuto. So solo che ho bisogno di spegnere tutto, anche se solo per qualche ora.
Questa sera i bambini sono al sicuro, dalla nonna, e mio marito è fuori per lavoro. Non c'è nessuno che mi guardi, che mi chieda di sorridere, di fingere che vada tutto bene. Posso semplicemente lasciarmi andare. Sprofondo nel letto e sento il soffitto allontanarsi, mentre i contorni del mondo sfumano in un'oscurità pesante. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare.
Ma quando li riapro, il mondo è cambiato.
Il soffitto non c'è più, le pareti sono fatte di pietra scura, e l'aria è fredda e densa. Non c'è nulla di familiare attorno a me. Provo a muovermi, ma il mio corpo sembra farsi pesante, ogni passo che faccio rimbomba in un silenzio opprimente. Davanti a me, un lungo corridoio si estende, avvolto in una nebbia sottile. Non so dove porti, ma sento che devo andare avanti.
Faccio un passo dopo l'altro, il cuore batte forte, mentre cerco di capire dove sono e come ci sono arrivata. La paura inizia a insinuarsi, ma è come se fosse avvolta dalla confusione. Non è come i soliti sogni, né come le allucinazioni che a volte mi colpiscono. Tutto sembra così reale, e io sono totalmente sola in questo luogo sconosciuto.
Poi, come se fosse apparso dal nulla, vedo un uomo. La sua figura è distinta, quasi fuori luogo. Indossa un abito elegante, nero, e un cappello a cilindro che sembra appartenere a un'altra epoca. Ma la cosa più strana sono le sue orecchie, lunghe e bianche, come quelle di un coniglio. I suoi occhi sono di un azzurro glaciale, fissi su di me, e il suo sorriso è enigmatico, come se sapesse più di quanto stia dicendo.
"Benvenuta, Lily," dice, la sua voce calma ma profonda. "Io sono Timothy. Sono qui per guidarti."
"Guidarmi dove?" riesco a rispondere, anche se non sono sicura di voler conoscere la risposta. La mia voce è bassa, come se fosse imprigionata dalla paura e dall'incertezza.
"Questo è un castello," risponde lui, ma non è una risposta vera e propria. "Un castello fatto di ombre e riflessi, un luogo in cui troverai tutto ciò che hai cercato di nascondere dentro di te. Qui, dovrai affrontare quello che hai sempre evitato. È un cammino difficile, ma necessario."
Le sue parole mi colpiscono, ma è come se stessi cercando di afferrare qualcosa che mi sfugge. Non capisco esattamente cosa intenda, ma qualcosa dentro di me mi spinge a seguirlo, a scoprire cosa nasconde questo luogo.
Lo seguo attraverso il corridoio, mentre lui si muove con passi sicuri e calmi. Ogni parete, ogni angolo, sembra avvolto in un'ombra spessa che ci osserva, come se il castello stesso fosse vivo. Finalmente, ci fermiamo davanti a una grande porta di legno scuro. La apre, e oltre la soglia c'è solo il buio.
"Oltre questa porta troverai la verità," dice Timothy. "Ma ogni verità richiede un sacrificio. Sei pronta?"
Non so se sono pronta, ma faccio un respiro profondo e varco la soglia.
Dentro, tutto è freddo e avvolto in un'oscurità che sembra nutrirsi della mia paura. Mi guardo attorno, cercando di orientarmi, ma non c'è nulla di chiaro, nessun punto di riferimento. E poi, come se fosse sempre stata lì, una luce fioca si accende davanti a me, illuminando una figura seduta su una panca di pietra.
È una ragazza. Ha la pelle pallida e occhi profondi, cerchiati di occhiaie scure. Mi guarda con un sorriso dolce ma inquietante, come se sapesse qualcosa che io non so. C'è un'intimità in quel sorriso, un'ombra di sofferenza che riconosco.
"Ciao, Lily," dice la ragazza, la sua voce calma e fragile. "Io sono Dalia."
"Dalia...?" sussurro, senza capire.
"Sono una parte di te," risponde lei, il suo sorriso diventando più triste. "Sono una scheggia della tua anima. Sono il riflesso che distorce ciò che vedi, la voce che ti sussurra nel buio. Ma non devi temere. Sono qui per aiutarti a capire."
La guardo, confusa e intimorita. Attorno a lei, mi rendo conto, ci sono frammenti di specchi, ognuno riflette una parte di me. In un frammento, vedo il mio volto sorridente, in un altro gli occhi gonfi di lacrime. Ogni scheggia di vetro sembra custodire un'emozione, un ricordo, un dolore che non posso più nascondere.
"Ogni scheggia è una parte di te," dice Dalia. "Ogni pezzo è un'emozione che hai evitato, una paura che ti appartiene. Sei spezzata, Lily. E finché non accetterai ogni frammento, non potrai trovare pace."
Mi avvicino a uno dei pezzi, vedo il mio volto riflesso, distorto e frammentato. Sento una fitta al cuore, un dolore profondo e reale, come se fossi finalmente costretta a guardare dentro di me, senza filtri, senza scuse. Ogni frammento racconta una storia che ho sepolto, ogni riflesso una verità che ho cercato di nascondere.
"Questo è solo l'inizio," mormora Dalia. "Attraverso queste porte troverai tutte le schegge della tua anima, ma devi essere pronta ad affrontarle."
La guardo, e qualcosa dentro di me si spezza. So che ho evitato questo momento per troppo tempo. Forse è qui che devo iniziare a ricomporre i pezzi, o forse è solo il preludio di un viaggio più oscuro. Ma non posso tornare indietro, non più.
"Dove devo andare?" chiedo, la voce tremante ma decisa.
"Oltre ogni porta," risponde lei, il sorriso appena accennato. "Ogni incontro sarà una nuova scheggia di verità. Ogni frammento ti porterà più vicina a chi sei davvero."
Faccio un respiro profondo. Non sono sicura di essere pronta, ma l'oscurità mi avvolge e non ho altra scelta. Varco la soglia e mi immergo nel cammino che mi aspetta, mentre il castello stesso sembra sussurrare i segreti che custodisce.
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L'ultimo Riflesso
Mystery / ThrillerLily vive nel tormento dopo che sua figlia le è stata strappata via. Persa nel dolore, tra alcol e farmaci il suo matrimonio è sospeso, bloccato in uno stallo emotivo; il marito è spesso assente, e Lily non sa se sia possibile recuperare quel legame...