Il grido riecheggia nella casa, spezzando il silenzio come una lama affilata. Proviene da una stanza nascosta in fondo al corridoio, un suono disperato e straziante che ci attira come una calamita, nonostante il terrore che ci infonde.“Che cos’è…?” sussurra Leo, pallido in volto, mentre stringe il suo mazzo di carte, pronto a usarne una.
Avanziamo con passi incerti, come attratti da quel dolore che sembra impregnare l'aria. Entriamo in una stanza dove, rannicchiata in un angolo, vediamo una figura. È una donna, o ciò che ne resta: il corpo emaciato, la pelle così pallida da sembrare trasparente, i capelli arruffati. Non alza lo sguardo; continua a tremare e a sussurrare qualcosa tra singhiozzi spezzati.
“Cosa è successo qui?” sussurro, la voce colma di paura e compassione.
La donna non risponde. Alza il capo lentamente e mi guarda con occhi vuoti, neri come il vuoto. Con un movimento improvviso e feroce, afferra un pezzo di metallo dal pavimento e lo brandisce verso di me. Non ho il tempo di reagire: sento il metallo squarciarmi il fianco, e il dolore è così acuto che grido, stringendo la ferita mentre il sangue scorre tra le dita.
“Lily!” urla Aria, cercando di avvicinarsi. Leo lancia una carta, e una luce improvvisa esplode nella stanza, costringendo la figura ad arretrare, i suoi occhi che brillano di odio. Ma non sparisce. Rimane lì, in agguato, come un predatore ferito ma ancora in caccia.
Faccio per raggiungere i miei amici, ma la sua voce spezza il silenzio, un sussurro carico di disprezzo e dolore. “Credi che sia così semplice scappare?” sibila, ogni parola una lama nel mio cuore. “Sono qui a causa di persone come voi, persone che si nascondono dietro una maschera di forza invece di affrontare le loro paure.”
Mi fermo, incapace di rispondere, il cuore che batte come un tamburo. Aria e Leo mi guardano, terrorizzati e increduli.
La donna ci osserva, i suoi occhi vuoti e scuri come pozzi profondi. “Non capite, vero?” continua, con un tono amaro e sarcastico. “È grazie a chi come voi ha preferito ignorare la sofferenza… o fingere di non vederla. Persone come voi mi hanno lasciata sola.”
Le sue parole sono come pugni, e sento la colpa affondare in me come un peso insostenibile. Cerco di dire qualcosa, di difendermi, ma la voce mi muore in gola.
“Indossavi una maschera, Lily,” continua, il suo sguardo che si stringe su di me. “Una maschera che ti ha permesso di chiudere gli occhi davanti al dolore, altrui e tuo. E mentre tu cercavi di apparire forte… io ero qui, abbandonata, spezzata.”
Sento le lacrime scendere, e la mia voce esce tremante. “Non… non volevo… non sapevo…”
Ma lei non mi lascia finire. “È sempre così, vero? Non si sa mai. Si preferisce non vedere, si preferisce sorridere, andare avanti, dimenticare. Ed è proprio questo che vi condanna. Non c’è maschera abbastanza forte da nascondere la verità.”
Mi sento lacerata. Tutto il dolore che ho nascosto, tutta la forza che ho finto di avere per non cedere, ora si sgretola. La maschera che ho indossato per due anni si frantuma, e mi lascio andare a un pianto disperato, liberatorio, carico di tutto il male che ho tenuto dentro.
Aria mi afferra, tirandomi verso di sé, mentre Leo cerca di tamponare la ferita. Ma la voce della donna non si ferma, continua a tormentarmi, carica di un disprezzo che mi distrugge dall’interno.
“Ricorda, Lily… è a causa di persone come te che io sono qui. Ogni maschera, ogni bugia… è una condanna per qualcuno. E per me, è stata la fine.”
“Che cosa significa tutto questo?” chiedo, la voce rotta dai singhiozzi.
La donna mi guarda, poi si avvicina, piegando la testa come se potesse svelare ogni segreto nascosto. “Non troverai risposte, ragazza, solo verità più dolorose di quanto tu possa sopportare.” Poi fa una pausa, come se quelle parole fossero troppo difficili da pronunciare. “Ma una cosa posso dirvi. Correte. Correte verso il vostro obiettivo, prima che lui vi trovi.”
Aria, tremante, chiede: “Prima che chi ci trovi?”
La donna continua a guardarci, con una fiamma oscura nello sguardo. “Troppi giocatori hanno preferito non lasciare andare le loro maschere. Ma voi… voi, io vi vedo. E l’unica cosa che posso dirvi è… correte.”
“Di chi dobbiamo avere paura?” incalza Leo, incapace di nascondere il tremito nella sua voce.
La donna scuote la testa e la sua voce si abbassa, più calma ma piena di un dolore infinito. “Scappate da qui… fuggite da questi animali. Tra poco non saranno così gentili. Troppe vite sono rimaste prigioniere di questo luogo… perché non hanno voluto affrontare la verità.”
“La verità?” chiedo, quasi senza fiato. “Quale verità?”
“Quella che avete dentro. La verità che vi ostinate a nascondere dietro le vostre maschere di forza. Amate ancora. Questo mondo racchiude il peggio dell’essere umano, e le creature che avete incontrato… sono coloro che hanno sacrificato le anime altrui per proteggere la propria.”
Aria si stringe a me, mentre il suo sguardo vacilla. “Vuoi dire… che sono altri giocatori?”
“Giocatori come voi, che hanno preferito distruggere gli altri per non affrontare le proprie paure. Non fate come loro. Correte. Lasciate cadere la maschera, e forse… forse troverete una via d’uscita.”
Leo, incredulo, scuote la testa. “Ma… ma allora, cosa ci rimane da fare? Se tutto qui è destinato a consumarci…”
“Affrontate voi stessi,” risponde la donna, quasi con compassione. “O farete la mia stessa fine.”
Le sue parole si dissolvono in un sussurro, e prima che possiamo dire altro, lei svanisce nell’ombra, lasciandoci lì, con il cuore spezzato e l’anima scossa.
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L'ultimo Riflesso
Mystery / ThrillerLily vive nel tormento dopo che sua figlia le è stata strappata via. Persa nel dolore, tra alcol e farmaci il suo matrimonio è sospeso, bloccato in uno stallo emotivo; il marito è spesso assente, e Lily non sa se sia possibile recuperare quel legame...