il paese delle carte

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I tre ragazzi si allontanano di corsa, con il rumore delle fauci di Malakia e il grido di Dotty che ancora riecheggiano nelle loro menti. Non osano voltarsi indietro, ma è come se potessero ancora vedere la figura di Dotty che si lancia contro la bestia infernale, dando loro il tempo di scappare. Lily è in testa, la mano stretta attorno alla scheggia di specchio che Dotty le ha lasciato, il suo ultimo dono. I suoi occhi sono fissi in avanti, ma la sua mente è annebbiata dal ricordo e da un dolore silenzioso che le scava il petto. Sa, però, che non possono fermarsi.

Leo si volta indietro di tanto in tanto, come se sperasse di vedere Dotty correre fuori in salvo, anche se sa che è impossibile. Le sue mani sono serrate in pugni, e i suoi occhi lampeggiano di rabbia e dolore. "Non avrebbe dovuto farlo," mormora tra i denti, con un tono che nasconde quanto sia sconvolto.

Aria cammina accanto a lui, gli occhi lucidi e il viso pallido, avvolta da un senso di colpa e terrore che sembra paralizzarla. La sua voce è un sussurro. "È stata colpa nostra…"

Lily si ferma e si volta verso di loro, cercando di apparire forte. "Non possiamo fermarci, è quello che Dotty avrebbe voluto. Se restiamo qui a piangere, il suo sacrificio non servirà a niente." La sua voce è ferma, ma la determinazione nel suo sguardo non riesce a nascondere del tutto il dolore.

Proprio in quel momento, accanto a una finestra della casa, appare all’improvviso una piccola porta, illuminata da una luce strana e quasi eterea, che sembra sussurrare loro di fuggire. Lily la nota per prima e si avvicina, esitando per un istante. "Forse… è l’unica via per andare avanti," dice con un filo di speranza.

Leo annuisce, ancora titubante. "Non abbiamo scelta. Dobbiamo andare."

Uno alla volta, i ragazzi attraversano la porticina e, all’improvviso, tutto cambia. Si ritrovano in un mondo completamente diverso, quasi come un cartone animato: il cielo è di un rosa intenso, le nuvole azzurre e luminose, e ogni cosa attorno a loro è ricoperta da colori sgargianti, come se fossero finiti in un sogno infantile. Gli alberi lungo il sentiero sono decorati con carte nere di picche al posto delle mele, e i cespugli hanno cuori rossi al posto delle bacche.

Aria guarda incredula l’ambiente circostante, una sensazione surreale che le fa quasi dimenticare la paura. "Ma… sembra una fiaba… anche se non capisco cosa ci facciamo qui."

Avanzano lungo il sentiero colorato, che si trasforma presto in una strada lastricata, con angoli misteriosi che ricordano un labirinto. Dopo diversi minuti di cammino, la strada si apre su una radura, e davanti a loro si ergono troni fatti di carte da gioco, su cui siedono due figure regali: il Re di Picche e la Regina di Cuori. La loro presenza emana una forza oscura e inquietante, come se fossero lì ad aspettarli da molto tempo.

Il Re di Picche si china leggermente in avanti, scrutandoli con occhi indagatori. "Benvenuti nel nostro regno," dice con voce grave. "Qui, ogni scelta è una scommessa, ogni passo un enigma. Siete disposti a giocare per scoprire la verità?"

Prima che i ragazzi possano rispondere, sentono un rumore alle loro spalle. Una figura strana e inquietante appare nel nulla: è il Giullare, avvolto in un costume a scacchi neri e rossi, con un sorriso sinistro che si intravede dalla maschera metà bianca e metà nera. Con un ghigno malizioso, il Giullare lascia cadere un piccolo libriccino ai loro piedi.

Lily si inginocchia, raccogliendo il libro con cautela. La copertina è di pelle scura e consunta, con simboli di Cuori, Picche, Quadri e Fiori impressi in rilievo e una piccola scritta dorata: "Regole del Gioco delle Carte."

Leo scuote la testa, ancora diffidente. "Non sarà un’altra trappola?"

Lily apre il libriccino e legge la prima pagina, scritta in una calligrafia elegante e misteriosa:

Le Carte di Cuori vi sfideranno a confrontarvi con il vostro cuore. Non tutti i legami sono così forti come sembrano.

Le Carte di Picche metteranno alla prova la vostra mente. La logica e l’ingegno sono le chiavi, ma anche le catene più strette.

Poi sfoglia ancora, ma la pagina successiva è bianca, come se il libro volesse rivelare solo una parte delle regole alla volta.

Aria guarda il libro con occhi pieni di timore e curiosità. "Quindi… ogni carta che scegliamo ci porta a una nuova sfida."

Il Giullare ridacchia, tirando fuori altre due carte, una di Quadri e una di Fiori, e spiegando il loro significato con un tono enigmatico.

Giullare: "Quadri… il sentiero dei desideri e delle ambizioni. Attenti a ciò che bramate, poiché non tutti i sogni sono liberi. E Fiori… la via della resilienza e del sacrificio. Dovrete rinunciare per poter avanzare."

Infine, il Giullare estrae una carta Jolly, mostrandola ai ragazzi senza svelarne il vero potere. "E poi c’è il Jolly… una carta speciale, che vi salverà solo al momento giusto. Ma se la perdete… è il punto di non ritorno."

Leo, con il volto teso: "E come faremo a sapere quando il Jolly è qui? Sembra che tutto sia solo un gioco crudele."

Il Giullare sorride enigmatico. "Oh, caro ragazzo, è questo il bello del gioco. Non lo saprete mai fino a quando sarà troppo tardi."

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