il ballo di fine anno

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Usciti da quella porta, scortati dal Giullare, ci ritroviamo in uno dei lunghi e angusti corridoi del castello. Non so come siamo finiti qui, e francamente ormai non mi pongo più domande. Qui tutto sembra seguire una logica propria, incomprensibile per chiunque cerchi di applicare il raziocinio. Mi limito a camminare, osservando la fiamma tremolante delle candele disposte lungo i muri freddi. Sento che in fondo somiglio a quelle fiammelle, così instabili, proprio come le mie paure che ogni tanto vacillano. E il muro gelido accanto? Mi ricorda la parte di me che cercava di nascondersi dietro una corazza, prima di arrivare qui.

Aria mi lancia uno sguardo e mi sorride, e in quell’istante sento la fiamma in me rinvigorirsi, un piccolo barlume di fiducia che sembra illuminare anche i corridoi bui. Leo ci cinge con le braccia, sfoderando una serie di battute sciocche, evidentemente intenzionato a strapparci qualche risata. Ed è strano, ma un po' funziona: le sue parole sciolgono una parte del nervosismo, riducendolo a una sensazione gestibile.

"Allora, principesse, pronte per il gran ballo?" esclama Leo, facendo un inchino esagerato e regalando ad Aria un sorriso stralunato.

Aria ridacchia. "Sì, certo, Sir Scemo," risponde con tono scherzoso. "Speriamo solo che non mi calpesti i piedi."

Ridiamo, anche se la risata ha un tono nervoso, e continuiamo a camminare. Dopo aver varcato un’altra porta, mi blocco di colpo, incapace di trattenere un’espressione di stupore. Siamo finiti in quella che sembra una sala da ballo.

"Ma… è incredibile," mormoro, incapace di distogliere lo sguardo.

La sala è immensa, illuminata da enormi lampadari dorati decorati con cristalli scintillanti e più di cento candele accese, che proiettano una luce calda, avvolgente. Il pavimento di marmo, liscio e lucido, riflette come uno specchio i nostri volti sbalorditi. Le tende rosse, pesanti e sontuose, ricoprono le pareti e contribuiscono a creare un’atmosfera unica, che mescola fascino e mistero.

"Oh mio Dio," esclama Aria, portandosi una mano alla bocca. Sembra una bambina di fronte a un tesoro segreto, gli occhi spalancati e brillanti di meraviglia. "È… è… non trovo le parole."

Leo le dà un colpetto sul braccio, sorridendo. "Anche stavolta mi sono superato, vero? Tutto questo è per il nostro ballo di fine anno!"

Scoppio a ridere, e anche Aria si unisce, scuotendo la testa. La tensione sembra alleggerirsi per un momento, lasciando spazio alla semplice gioia del momento. È difficile credere che solo pochi istanti fa fossimo nei corridoi bui e freddi di questo castello.

Il Giullare si ferma accanto a noi, osservando la scena con un sorrisetto enigmatico. "Vi piace la mia umile dimora?" chiede, inclinando la testa in un gesto teatrale.

"Umile? Non direi proprio," rispondo, cercando di trattenere una risata. "Questo posto sembra uscito da un sogno."

"Un sogno, certo," risponde il Giullare con voce morbida, quasi ironica. "Ma ricordate, miei cari, i sogni sono fugaci. E possono trasformarsi in incubi quando meno ve lo aspettate."

Il tono delle sue parole getta un'ombra sul nostro stupore. Aria gli lancia un’occhiata sospettosa, le labbra contratte in una smorfia di disappunto. "Non puoi lasciarci godere almeno un po’ di questa bellezza senza ricordarci che è tutto un gioco?"

"Ah, Aria, cara Aria," mormora il Giullare, avvicinandosi e scrutandola con occhi scintillanti di divertimento. "La bellezza, come ogni altra cosa, ha il suo prezzo. E voi siete ancora in gioco."

Leo interviene, sdrammatizzando. "Giullare, smettila di fare il misterioso. Siamo qui, no? Siamo sopravvissuti fino a ora. E poi, non mi sembri il tipo che si diverte a farci spaventare… o sbaglio?"

Il Giullare ride, una risata leggera e sfuggente, come il fruscio di una folata di vento. "Oh, Leo, forse non mi conosci così bene come pensi."

Ci scambiamo uno sguardo carico di domande non dette, mentre continuiamo a osservare la bellezza della sala da ballo. Nonostante tutto, non riesco a ignorare un sottile senso di inquietudine che mi si insinua sotto la pelle. E se il Giullare avesse ragione? Se questa bellezza fosse solo un altro inganno, una trappola ben camuffata per indebolire le nostre difese?

Aria si avvicina a me, posando una mano sulla mia spalla. "Lily, tutto bene?" mi chiede a bassa voce, con uno sguardo rassicurante.

Annuisco, sforzandomi di sorridere. "Sì, è solo… tutto questo è così irreale."

"Lo so," risponde Aria. "Ma noi siamo qui, insieme. Qualsiasi cosa succeda, la affronteremo."

La guardo e sento una nuova fiamma accendersi dentro di me. Ha ragione, non sono sola. Aria, Leo… siamo una squadra, e ci siamo sempre sostenuti a vicenda. Non importa cosa ci aspetta.

"Avanti, allora," dice Leo, facendo un gesto teatrale verso la sala. "Diamo inizio al nostro ballo regale!"

E così, ridendo, iniziamo a camminare attraverso la sala, i passi che risuonano sul marmo lucido. Il Giullare ci osserva con il suo solito sguardo enigmatico, come se sapesse già cosa ci aspetta oltre quella sala scintillante.

Ma ora, in questo momento, siamo solo noi tre, immersi nella bellezza di questa stanza magica, a dimenticare, anche solo per un attimo, le ombre che ci inseguono.

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