compagni nell' oscurità

15 2 0
                                    

Mentre mi addentro lungo il corridoio, un senso di inquietudine mi stringe la gola. Le candele sulle pareti tremolano, proiettando ombre danzanti che sembrano prendere vita, mentre il buio intorno si muove e respira, come un’entità viva. Non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione di essere osservata. Ogni passo risuona amplificato, seguito da sussurri lontani, risate soffocate, pianti e ticchettii ritmati. È come se il corridoio fosse abitato da presenze invisibili, pronte a rivelarsi al momento giusto.

Dal buio emergono lentamente delle sagome. Non si fanno avanti con prepotenza, ma sembrano essere sempre state lì, in paziente attesa. La prima figura che si distingue è quella di una ragazza dai capelli scuri e arruffati, con uno sguardo tormentato che tradisce una tensione interna costante.

«Mi chiamo Aria,» dice piano. La sua voce ha una sfumatura fragile, e noto che le sue mani tremano impercettibilmente, come se stesse combattendo una battaglia invisibile.

«Non sei sola qui,» aggiunge, fissandomi con un misto di cautela e curiosità. «In questo posto non lo sei mai, nemmeno se lo desideri.»

Accanto a lei compare un giovane, Leo, che si distingue per il suo sorriso stanco, quasi una maschera che tenta di coprire qualcosa di più profondo. Parla con un tono basso, come se non volesse svegliare qualcosa che potrebbe nascondersi nelle ombre.

«A volte sento una voce,» confessa, abbassando lo sguardo. «Mi dice che non sono mai abbastanza. Non importa cosa faccia, è sempre lì, a ricordarmelo.»

C’è malinconia nei suoi occhi, un dolore che sembra stratificato dal tempo. Le sue parole risuonano dentro di me, rispecchiando pensieri che ho cercato di nascondere anche a me stessa.

«Forse,» continua Leo con un filo di speranza, «se restiamo insieme, possiamo affrontare i nostri demoni.»

Non rispondo, ma sento un legame, una strana connessione con queste figure sconosciute. Nonostante il mio istinto mi dica di non avvicinarmi troppo, non riesco a ignorare l’attrazione magnetica che mi lega a loro. Continuiamo a camminare, i nostri passi scanditi dai sussurri che si intensificano man mano che procediamo. D’un tratto, una visione mi assale, bruciante come una fiamma improvvisa.

---

Flashback di Lily

È una mattina serena, limpida. È il giorno del mio trentesimo compleanno, e sono circondata dai miei figli. Nei loro occhi brilla una luce che mi scalda l’anima. Mi porgono un disegno colorato: ci siamo noi cinque, io al centro e loro accanto, sotto un sole sorridente che sembra abbracciarci tutti. Le loro risate riempiono la stanza, un suono puro, quasi divino. Li stringo forte, con il cuore gonfio di gratitudine, sentendo che, in quell’istante, il mondo è perfetto. Accarezzo il mio ventre appena arrotondato: un’altra vita cresce dentro di me, un’altra gioia che mi aspetta.

Ma l’immagine si dissolve, e un altro ricordo si sovrappone, più oscuro, più pesante.

Sono in una stanza d’ospedale, stremata. Il mio corpo è esausto, ma il mio cuore lo è di più. Quando riapro gli occhi, non vedo mia figlia tra le braccia. Il vuoto che sento è insondabile, un dolore che mi inghiotte interamente. Quella mattina, tutto è cambiato per sempre.

---

Le immagini svaniscono, ma il peso che lasciano rimane con me. Apro gli occhi, cercando di scacciare i ricordi, ma il loro eco mi perseguita. Aria mi osserva attentamente, e nei suoi occhi trovo un riflesso della mia stessa sofferenza.

«Anche tu hai visto qualcosa, vero?» mi chiede.

«Solo… vecchi ricordi,» rispondo, con la voce che si spezza. «Alcuni belli, altri… impossibili da dimenticare.»

Aria annuisce lentamente. «Anche a me succede. A volte tornano senza preavviso, come spettri che non posso scacciare.»

Proseguiamo insieme, il silenzio rotto solo dal suono dei nostri passi. Alla fine del corridoio, un arco si apre su una vasta distesa bianca. Un lago ghiacciato si stende davanti a noi, avvolto in un silenzio irreale. L’aria è gelida, e tutto intorno sembra sospeso, come se il tempo stesso si fosse fermato.

Al centro del lago, uno specchio solitario cattura il mio sguardo. La sua cornice è antica, decorata con intarsi intricati, e il mio corpo sembra muoversi verso di esso senza che io possa oppormi. Mi avvicino e, quando mi guardo, non vedo solo il mio riflesso.

Vedo frammenti della mia vita: il sorriso dei miei figli, il volto immobile di mia figlia, mio marito che mi stringe la mano. Lo specchio custodisce tutto ciò che sono, un mosaico di gioia e dolore.

«Non dobbiamo affrontare tutto da soli,» sussurra Leo alle mie spalle. «Anche se siamo qui per ragioni diverse, possiamo trovare forza l’uno nell’altro.»

Per la prima volta, sento che forse non sono sola. Il mio respiro si calma, e un lieve sorriso affiora sulle mie labbra. Forse, insieme, possiamo trovare una via d’uscita.

Ma il silenzio intorno a noi si spezza improvvisamente. Un sussurro si insinua nell’aria, lieve eppure chiaro: «Lily…» La voce sembra provenire da ogni direzione e nessuna. Il mio cuore accelera, e senza pensarci, comincio a correre, seguendo quell’eco che sembra chiamarmi.

Corro attraverso il bosco, ma ogni passo trasforma il paesaggio. Quando infine inciampo e rotolo giù per una collina, mi ritrovo in un prato straordinario, immerso in una luce irreale. Intorno a me, gigli neri ondeggiano accanto a rose rosso sangue e delicate margherite. L’aria è densa di un profumo rasserenante, e per un istante mi sento in pace, come se fossi arrivata in un luogo che conoscevo da sempre.

Aria e Leo mi raggiungono poco dopo, i loro volti altrettanto colmi di meraviglia.

«Forse, questo è il nostro rifugio,» mormora Leo, guardandosi intorno.

Ma la pace dura poco. Un sussurro si solleva ancora, e una figura emerge dall’ombra. Con un sorriso enigmatico, si presenta come Eldric, il Custode del Bosco. Il suo volto sembra nascondere un segreto antico, e la sua voce è tanto invitante quanto inquietante.

«Venite,» dice, indicando una piccola casetta all’orizzonte. «Ciò che cercate vi attende. Se avete il coraggio di entrare.»

Esito, ma so che non posso fermarmi ora. Ogni passo che faccio mi avvicina alla verità, qualunque essa sia.

L'ultimo RiflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora