L'ultimo Riflesso

ad eternum

Apro gli occhi, ma non trovo nessuno accanto a me. La sala del trono è deserta. Il Re di Cuori, la Regina di Picche, il Giullare… e soprattutto, Aria e Leo… sono tutti scomparsi. Mi guardo intorno, il cuore che batte all'impazzata. Mi sento come una minuscola scintilla intrappolata in una caverna di ombre.

"Aria? Leo?" chiamo, ma la mia voce si perde nell’immensità della sala. Non c’è risposta, solo un silenzio pesante e opprimente.

Provo a respirare profondamente per calmarmi, ma l’angoscia si fa strada nel mio petto, e so che devo fare qualcosa. Mi aggrappo alla speranza che ci sia qualche indizio, un segnale su come ritrovarli. Mi viene in mente il libriccino delle regole, e senza pensarci troppo lo tiro fuori. Sfoglio le pagine freneticamente, sperando di trovare qualcosa, qualsiasi cosa che mi dica come muovermi.

Quando arrivo alla penultima pagina, le parole iniziano a comparire, come se una mano invisibile le stesse tracciando proprio davanti ai miei occhi. Inizio a leggere, il cuore che accelera ad ogni verso:

"Riflesso destro ritorna al passato,
Riflesso sinistro ai sogni che hai realizzato.
Se nel tetto guarderai,
Un precipizio troverai.
Ma se non ti specchierai,
Il riflesso dell'anima mai vedrai."

Rileggo la filastrocca più volte, cercando di comprenderne il significato. Riflesso destro… ritorna al passato? E quello sinistro… mostra i sogni realizzati? Sento che ogni parola è un enigma che mi avvolge sempre di più. In questo luogo, persino il tempo e il desiderio sembrano avere un riflesso. Eppure, è l’ultimo verso che mi lascia senza fiato: "Il riflesso dell'anima mai vedrai." È come se qui, in questa sala, il mio vero io fosse nascosto, intrappolato dietro questi specchi.

Mi volto lentamente, e i miei occhi incontrano il muro di specchi alla mia destra. Mi avvicino, con il cuore che mi batte nelle orecchie. La mia immagine riflessa è diversa, quasi come se avessi davanti un’altra me, una me che non riconosco del tutto. La Lily nello specchio ha un viso più giovane, gli occhi pieni di speranza e… di paura. È il mio passato, quel riflesso rappresenta la ragazza che ero prima di tutto questo, prima delle prove, prima di scoprire la mia forza.

Sento il nodo in gola farsi più stretto. Rivedermi così è come uno schiaffo che mi riporta indietro, un’immagine che mi ricorda ogni dubbio, ogni fragilità che pensavo di aver lasciato andare. Mi allontano un po', combattuta tra la voglia di osservare e il desiderio di scappare. Poi, con esitazione, mi giro verso lo specchio alla mia sinistra, cercando di trovare coraggio.

Nello specchio sinistro vedo una versione di me che non avevo mai immaginato. È come guardare un sogno diventato realtà: sono serena, felice, circondata da un senso di pace che non ho mai conosciuto. È come se ogni paura, ogni ferita si fosse dissolta. La mia versione riflessa mi sorride con una calma che non credevo possibile.

Un brivido mi corre lungo la schiena. Sono questi i miei sogni realizzati? Mi chiedo se sia davvero possibile diventare così, raggiungere quella versione di me stessa che sembra tanto lontana e irraggiungibile.

La filastrocca, però, mi invita a guardare anche verso il tetto. Sollevo lentamente lo sguardo e, con sorpresa, vedo il soffitto trasformarsi in un abisso, come se la sala si aprisse sotto di me. È un precipizio infinito, scuro, e mi dà la vertigine, tanto che sono costretta a distogliere lo sguardo. Sento il mio respiro farsi corto, e l’oscurità in alto sembra allungarsi, cercando di afferrarmi.

"Non devo guardare…" mormoro tra me, ricordando le parole della filastrocca. Mi ripeto che non devo farmi ingannare dal precipizio, ma la paura mi stringe forte, come una morsa.

All’improvviso, sento un sussurro alle mie spalle. È una voce familiare, una voce che conosco fin troppo bene. Mi volto di scatto, e lì, in un altro specchio, vedo Aria. Ma non è davvero lei: è un riflesso di lei, con il volto segnato da un’espressione triste e desolata. È come se stesse soffrendo per qualcosa che non posso comprendere.