Quando Lea era fuggita da New York avevo capito le sue motivazioni. La conoscevo meglio di chiunque altro e sapevo cosa sarebbe successo se non avesse trovato una via di fuga.
La mia migliore amica era una di quelle persone che avevano paura di esporsi al mondo, di essere scoperte per quello che sono realmente, in senso positivo ovviamente.
Kassel, a causa dell'assenza di Lea, era stato male, qual micio che sembrava tanto forte in realtà era un cucciolone debole che soffriva per l'assenza della sua padrona. Peccato che lui non fosse l'unico che alla vista pareva forte ma che in realtà ci stava male.
Nelle prime due settimane dopo la divulgazione delle foto, il telefono di Dean squillava costantemente tutte le notti tra le due e le tre ed era sempre la stessa persona.
Alexander aveva incubi su incubi e chiamava Dean tutte le notti in lacrime. Urlava e piangeva disperato. Le sue urla mi giungevano sempre nonostante Dean tenesse il volume del telefono basso. Sentire quel ragazzo in quelle condizioni a causa della mia migliore amica mi faceva male al cuore.
Lea lo aveva distrutto.
Una notte il mio telefono squillò, inizialmente ignorai la chiamata ma visti i continui squilli Dean mi convinse a rispondere. Era Lea in lacrime e disperata, nelle stesse condizioni di Alexander.
Mi diceva che gli mancava, che aveva fatto un errore ma che allo stesso tempo lo avrebbe rifatto per la paura che la divorava costantemente. Era distrutta e affranta da ciò che aveva fatto. Peccato che lei non sapeva come avesse ridotto Alexander.
La paura aveva distrutto anche Lea.
Qualche notte Dean andò a dormire da Alexander per cercare di calmarlo durante i suoi incubi e Catalina venne da me per tenermi compagnia e non lasciarmi sola a casa.
Alexander era fortunato ad avere Catalina come domestica. Era una donna dal cuore d'oro.
Per quelle poche notti obbligai Catalina a dormire nel letto matrimoniale con me al posto di Dean.
Capì a quel punto che Catalina oltre che a una semplice domestica, era anche una madre che si preoccupava per Alexander e per le persone a cui voleva bene quest'ultimo.
Catalina aveva fatto da madre anche a Lea poiché si era affezionata a lei.
Quando Catalina vide una foto mia e di Lea posata sul comodino le vennero gli occhi lucidi. Dedussi che doveva mancarle, d'altronde si era affezionata a lei.
Scacciai via quei pensieri tristi e presi il cellulare cliccando su un determinato numero di telefono.
Mentre attendevo che gli squilli finissero e la persona dall'altro capo del telefono rispondesse, i miei occhi ricaddero sul mio vestito da damigella bordeaux che si trovava appeso all'esterno dell'armadio.
Lo guardai con dispiacere, come se quel vestito mi legasse a una cosa a cui andavo contro, e di fatti, ero contraria all'utilizzo di quel vestito magnifico per quell'occasione.
<<Sasha cosa hai bisogno?>> chiese la voce dall'altro capo del telefono.
Ero talmente assorta dai miei pensieri che non mi resi nemmeno conto che mi avesse risposto al telefono.
<<Voglio che tu venga qui, ti voglio parlare>> dissi sospirando.
<<Arrivo subito>> mi disse riattaccando.
Mi alzai dalla sedia e mi diressi verso quel vestito magnifico e lo toccai facendomi venire una stretta dolorosa al cuore.
Era un bel vestito ampio di color porpora che arrivava alle caviglie, tenuto su da due fili che facevano da spalline, le quali si andavano ad incrociare dietro le scapole, andando a formare una chiusa.
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Secretly From The World
Chick-LitLea ha 24 anni ed é rimasta orfana dei genitori qualche anno prima. Improvvisamente si ritrova senza lavoro e per sbaglio invia un curriculum in uno dei ristoranti più rinomati di New York. Notando le qualità ammirevoli della ragazza, l'assumono. Do...