PARTE 25

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Adam's pov

Erano sei giorni ormai che Mya non si faceva più sentire.
Durante quel periodo, non si era nemmeno presentata a lezione, almeno fino a giovedì, giorno in cui è tornata, ma non ho comunque avuto l'opportunità di parlare con lei.
Devo ammettere che mi sono un po' preoccupato; so che quando qualcosa non va e si sente male, tende a chiudersi totalmente in sé stessa, senza dare spiegazioni a nessuno.
Non ho mai voluto essere il tipo di persona invadente che costringe gli altri a parlare contro la loro volontà, ma la mia curiosità mi spingeva sempre di più a volerle chiedere cosa non andasse, perché non rispondesse ai miei messaggi e continuasse a evitarmi.
Credevo di aver fatto qualcosa di sbagliato, di aver commesso un errore in qualche modo.

All'inizio non sapevo sinceramente se stare in pensiero o sentirmi offeso per la sua totale assenza nei miei confronti, ma non volevo peggiorare ulteriormente le cose, così sono rimasto al mio posto.
Avevo deciso che, se voleva parlarmene, doveva venire lei da me, e infatti è successo.

Lei mi chiamò venerdì sera, scusandosi e dicendomi che stava attraversando dei giorni difficili.
All'inizio ero un po' freddo e arrabbiato; volevo farle capire che ci ero rimasto male, ma poi mi raccontò quello che era successo con suo padre, esprimendo tutta la tristezza che portava dentro e quanto si sentisse in colpa per non avermi cercato, per poi scusarsi.

Provai un senso di sconforto e tenerezza nel sentirla stare così male, tanto che quasi vennero a me i sensi di colpa.
Cercai di rassicurarla nel modo migliore possibile, facendole capire che era tutto a posto e che tutto sarebbe andato per il meglio.
In parte ci riuscii, ma dall'altra sentivo di faticare molto ad entrare in sintonia con lei.

Parlammo per ore al telefono quella sera e mi sentii sollevato di poter sentire di nuovo la sua voce, anche se sembrava più spenta.
Lei decise di invitarmi a casa sua per un caffè e io accettai l'invito senza troppe esitazioni, poiché diceva di avere bisogno di parlare con me, ma dal vivo.

                             * * *

Finalmente è arrivato anche sabato! Non dobbiamo andare alle lezioni oggi, quindi questa mattina io e Nathan abbiamo colto l'occasione di alzarci prima del solito per trascorrere un paio d'ore in palestra, visto che passeremo quasi tutta la giornata a studiare.
Dico 'quasi' perché poi mi ero organizzato con Mya di andare a farle visita nel tardo pomeriggio.

Tra esattamente un mese inizierò il corso in aeroporto e sento già crescere l'agitazione nel mio stomaco ma faccio del mio meglio per non darlo a vedere.
Ho anche promesso a Mya che avrei provato a parlare con mio padre per chiarire alcune cose, ma non me la sento per ora. Sinceramente, ho altre priorità al momento.

Sono consapevole che prima o poi mi chiederà se l'ho fatto o meno, e infatti mi sto già preparando a ricevere rimproveri da parte sua.
Non ho mai visto Mya nella sua versione severa e arrabbiata, ma chissà, secondo me è ancora più adorabile quando si incazza.
È una questione tipica delle ragazze che, sinceramente, non riesco ancora a comprendere.
Voglio dire, arrabbiarsi fa solo male e fa venire anche le rughe. 

Alzo il volume della musica che stavo ascoltando con le mie cuffie, mentre sono immerso nei miei pensieri, facendo le trazioni alla sbarra.
Uno... 
Due... Tre... 
Quindici... Sedici... Diciassette... Diciotto!

Continuo a contare nella mia mente. 
Devo liberarmi della tensione; ho bisogno di sfogarmi e il modo migliore per farlo per me è l'allenamento. 
L'adrenalina inizia a fluire in tutto il mio corpo quando, con grande sforzo, arrivo fino al numero trenta.

«Amico dai, torniamo a casa ora, così ti farai venire un attacco cardiaco» schernisce il mio amico.

Trascorriamo l'intero pomeriggio dedicandoci allo studio, leggendo attentamente diversi argomenti e facendo alcune ricerche sulla letteratura francese e inglese.
La mia testa inizia a farmi male e, sopraffatto dalla frustrazione, a un certo punto getto tutti i libri a terra.
Nathan mi rimprovera per quel gesto, mentre lui e Andy si fumano la loro amata marijuana per scaricare lo stress. Così decido di scroccarne un paio di tiri, e devo dire che ha funzionato.

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