PARTE 3

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È passata già qualche settimana da quando ho ricevuto la lettera.
L'idea di dover lasciare il mio attuale posto di lavoro per cercare un'occupazione in un ambiente a me completamente sconosciuto mi provoca una certa apprensione. Vorrei non pensarci, ma l'ansia mi opprime. Cerco di godere al massimo i miei ultimi giorni qui al ristorante e, come di consueto, mi limito a prendere le ordinazioni, servire ai tavoli e preparare qualche drink.

<<Hai un'espressione piuttosto affaticata questa sera,
tutto bene?>> mi chiede Mike, il mio capo, avvicinandosi e appoggiandosi al bancone. Io annuisco bevendo il mio ennesimo sorso d'acqua.

<<Ti serve una mano?>>
Mi chiede mio fratello arrivando alle mie spalle posandomi la mano sulla spalla.
<<No fratellone. Ce la faccio,
grazie!>>
Lui alza le mani in segno di resa sorridendomi e tornando in cucina insieme agli altri colleghi.

<<Ecco qui i tacos del tavolo 16!>>

Uno dei cuochi della cucina mi ha chiamato mentre mi porgeva il piatto. Ho una fame terribile, mi piacerebbe gustare ogni portata in un solo boccone, sto invidiando a morte i clienti in questo momento, loro stanno lì belli comodi ai loro tavoli belli agghindati a gustarsi il loro cibo.
Mike notò chiaramente il mio malumore e mi posò una mano sulla spalla.
La sala si sta riempiendo sempre più di persone. Dovevo aspettarmelo, d'altronde è venerdì sera.
Sono sempre stata affascinata dalla posizione di questo ristorante. L'ambiente è arricchito da decorazioni e luci a LED sulle pareti, mentre lo spazio esterno si apre su una vista mozzafiato sul lungomare.

<<Sono solo un po' triste>>
Dico al mio capo cercando conforto.

<<E per cosa? Su con la vita Mya, dovresti essere soddisfatta, non tutti hanno le capacità di fare ciò che desideri tu, questo dimostra il tuo valore>>

È davvero questo il suo pensiero nei miei confronti? Se così fosse, ne sarei lusingata; è sempre gratificante ricevere simili apprezzamenti. Tuttavia, temo che per alleviare tutta questa agitazione non ci sia molto da fare, se non ricorrere ai miei calmanti, Decido di prendere qualche goccia per rilassarmi, ma una mano mi ferma.

<<Lascia perdere questa robaccia, ti ho portato da mangiare>>

Arriva mio fratello e i miei occhi si illuminano di grande gioia quando vedo il mio piatto preferito: il chili con carne.
Nel momento in cui mi accingo a gustare la mia prima abbondante cucchiaiata di questa prelibatezza, non posso fare a meno di fare una smorfia.

<<Omar devo lavor->>

Lui mi fa un gesto con la mano per chiedere silenzio, interrompendomi prima che io possa completare la frase.

<<Hai già fatto molto, sono le 20 e 30, vai a cenare, qua per adesso ci pensiamo noi>>

Con un sorriso, gli porgo un bacio sulla guancia per ringraziarlo, prendo il mio piatto ancora caldo da gustare e mi siedo al nostro tavolo riservato.
Mi mancheranno sicuramente questi piatti, mi chiedo se a Los Angeles ci siano ristoranti messicani, beh Emily sicuramente lo sa, dopo glielo chiedo, non è difficile preparare un piatto come il chili, ma come lo cucina mio fratello, nessuno. Voglio sapere l'ingrediente segreto!
Assaporo il mio ultimo boccone e, con nonchalance, mi dirigo nuovamente in sala, tirando un sospiro di sollievo; ci voleva proprio una mangiata così.
Prendo un altro sorso d'acqua e il mio sguardo si posa su quello di mio fratello e un suo amico, che mi guardano divertiti.

<<Cosa c'è di tanto buffo?>>
Gli chiedo con uno sguardo di sfida.

<<Mya, sembri realmente un lupo affamato rinchiuso in cattività>>
Ridacchiano

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