Ellie's pov
Il giorno dopo mentre tornavo dalla mensa, ripassai il corridoio che guardai giorni fa, e mi fermai nella stessa porta dell'altra volta.
Non esitai un secondo e abbassai la maniglia, sperando in cuor mio che non fosse chiusa a chiave. Non lo era.Era una stanza di controllo probabilmente di qualche dottore che svolgeva un ruolo importante.
C'erano diversi computer molto grandi ma erano bloccati da password, armadi chiusi a chiave e uno scaffale di quelli in cui, nei film Americani, ci sono documentazioni nascoste.
Aprii il primo cassetto e trovai la lettera 'A' non avrei mai pensato di poter trovare una cosa del genere. Se trovavo il mio nome magari nella documentazione poteva esserci qualcosa del mio passato, lo speravo molto.
Aprii diversi cassetti prima di trovare la lettera 'E' ovvero del mio nome, Ellie.
La presi e feci attenzione di non aver toccato nulla che possa portare a me se per caso si accorgessero della mancanza di una cartella. Ma comunque non l'avrei tenuta per molto.Corsi in camera mia prima di aprire i fogli davanti ai miei occhi. Una parte di me non vedeva l'ora di scoprire la verità che si celava dietro la mia esistenza, ma dall'altra avevo troppa paura che questo potesse sconvolgere la mia esistenza.
Il lato curioso vinse e aprii la cartella.Ellie brown
18 anni
Milano
Nata a Londra
Scuola superiore di tecnologiaÈ stata abbandonata dal padre quando aveva 10 anni, fu data alla madre che aveva già una figlia, Celine. Trauma all'età di 18 anni, l'ultimo anno l'ha passato tra depressione e cattiveria rivelandosi psicopatica. Credeva di vedere mostri e fantasmi, poteva parlare agli animali e, negli ultimi tempi, non parlava con gli umani. Si credeva suicida, inoltre non riusciva a dormire. Non usciva mai di casa.
Questa ero io?! Ero una pazza che non usciva di casa?
No, non ero io.
Ma la mia domanda era un'altra, qual'era l'evento traumatico di cui parlava il foglio? Doveva essere stato qualcosa di grosso perché non sarei diventata così. D'altronde non mi piaceva essere normale, in un certo senso il mio desiderio si era avverato, quello di non essere una persona come le altre.
Decisi di riportare la cartella nella stanza in cui l'avevo presa ma non mi accorsi del dottore che lavorava dentro.
"Buongiorno Ellie"
"Ah- ehmm- giorno"
"Quale buon vento ti porta qui?"
"Mmh- una dottoressa mi aveva chiesto di riportare quesa cartella da lei, non so il motivo" fu la prima scusa che mi venne in mente e ne fui soddisfatta
"E come si chiamerebbe?"
"Laura" era l'unico nome di tutte le infermiere che sapevo, per fortuna avevo guardato la targhetta
"Okey perfetto, ringraziala"
Detto questo, di fretta misi la cartella nello scaffale e abbandonai la stanza, congedandomi. Non avrei mai pensato che lui se la sarebbe bevuta, ma era abbastanza stupido e non si accorse di nulla, per fortuna.Lorenzo's pov
Quando vidi la mia compagna di stanza ritornare nella camera, con un'espressione pensierosa le chiesi cosa aveva ma non rispose, quasi fosse troppo impegnata.
Ancora non capivo perché ero così tanto legata a lei, in fondo era un pazza psicopatica, ma c'era qualcosa di troppo simile tra noi due, che non ci lasciava stare da soli."Mmh- un secondo e arrivo"
"Elliee, mi sto incazzando"
"Fai pure, arrivo subito"
"..." Non dissi nulla e cominciai a schiacciare le unghie nella mia carne della mano, quasi per sfogo.
Le non mi guardó ancora, allora mi avvicinai di soppiatto e le feci prendere paura, ovviamente non si mosse neanche di una millimetro. Era troppo concentrata."Cosa stai facendo?" Le chiesi sempre acidamente
"Una ricerca" ancora non mi badava dunque le feci le domande più intime possibili.
"Quale ricerca? Perché non mi guardi? Perché il sole è giallo e non viola?" "Senti, Ostuni, ho scoperto una stanza in cui sono tenuti segretamente tutte le informazioni di tutti i pazienti e io ho guadato il mio. Devo ricordare..."
"Cosa c'era scritto?"Ancora una volta non mi rispose quindi appoggiai la testa al cuscino e mi addormentai con il senso del vuoto.
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Insane || Lorenzo Ostuni
FanfictionE se Lorenzo fosse una persona diversa? Come sarebbe?