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Lorenzo' s pov

Flashback

'Che merda la scuola, domani non ci vado, tanto poco importa'
Mi dissi a me stesso come per convincermi che non serviva a niente, dopotutto non avrei neanche avuto la pazienza di cercare un lavoro o trovare soldi in giro. Mi sarei fatto mantenere dai miei genitori a vita, poi mi sarei trovato una bellissima ragazza ricca, e sarei partito per Los Angeles o New York!
Mi riportò alla realtà un vecchietto in bici che mi gridò dietro perché stavo camminando in mezzo alla strada. Il mio cortile era poco abitato e di conseguenza, passavano anche poche macchine.
Dopo una decina di metri presi le chiavi dalla tasca dei pantaloni per entrare in casa. Ormai era il tramonto e presto avrei dovuto mangiare con i miei.
Li odiavo, mi costringevano a fare tutto quello che conveniva a loro, fregandosene altamente della mia opinione su qualsiasi cosa. Il degrado.
Ma poco mi importava, probabilmente ero in depressione perché tutto mi scivolava e non me ne fregava nulla di nessuno. Non provavo più emozioni. Tutto per colpa di quello stupido incidente, dannato.
Chiusi la porta di ingresso dietro di me sbattendola e corsi immediatamente in camera mia per ascoltare qualche canzone e stare da solo, come sempre.
Ormai avevo perso tutti gli amici che mi stavano cari, nessuno mi chiamava più o mi salutava. Tutti mi guardavano male compresa la mia ex ragazza che mi aveva lasciato senza motivo. Nessuno voleva più avere a che fare con me, ma poco mi importava come tutto. Stavo bene anche da solo.
"Lorenzoo, la cena è pronta!"
"Arrivo" dissi scocciato.
Scesi le scale a chiocciola della casa per ritrovarmi tonno in scatola e qualche insalata probabilmente raccolta dal giardino direttamente.
Mia madre e mio padre stavano male, sempre per quel cazzo di incidente.
La mia vita adesso faceva schifo.
Colpa sua.

Corsi in camera mia e accesi il computer per vedere qualche aggiornamento ma nulla di importante. Mi stesi sul letto e pensai.
Il mio sogno si era realizzato, la mia vita era fottutamente bella.
Avevo una ragazza bellissima e degli amici che mi volevano veramente bene.
Ma poi venne quell'incidente.
Il destino non lo voleva.
La mia vita divenne noiosa e senza senso, non dovevo esistere.
Mi addormentai nel letto ancora vestito e con il cellulare in mano, ma uno strano rumore mi sveglió.
Mi alzai dal letto in fretta e corsi in camera dei miei genitori, quello che vidi fu orribile.
Erano stesi sul letto, presi per mano, morti.
Mio padre aveva il collo rotto che probabilmente era stato tagliato dal coltello che stava per terra.
Mia madre aveva un buco enorme nel petto, era una voragine di sangue e disperazione. Le loro facce erano sconvolte e vuote.
Senza uno scopo, senza una vita.
Ero piantato con i piedi a terra e non riuscivo a muovermi, ero sconvolto e incredulo. Chi avrebbe potuto fare una cosa del genere a loro?
Perché a loro?
"MAMMAAA PAPAA" non vedevo nulla perché avevo gli occhi troppo appannati per distinguere gli oggetti nitidamente.
"VI PREGO NON POTETE MORIRE, NON ADESSO"
"Vi prego"
Volevo la vendetta, per i miei genitori.
Presi il coltello da terra e corsi in cucina per cercare il diavolo che stava in casa mia.
Stava cercando di rubare la tv.
"Che cazzo fai? Uccidi e poi rubi?"
Ero arrabbiato. Non vedevo altro che la vendetta, ed era la cosa più sbagliata che potevo fare. Lo colpii negli occhi e gridò dal dolore immenso che provocava. Ora non poteva vedere ma poteva sentire il dolore.
Lo colpii di nuovo nel petto per diverse volte fino a formare diverse voragini nel suo corpo. Ormai il sangue si era fermato perché era uscito tutto.
Feci cadere il coltello a terra, sentivo in lontananza il suono della sirena della polizia, qualcuno aveva sentito.
Non potevo credere a cosa avevo appena fatto.
Ero un mostro
Che si voleva vendicare per la sua famiglia
Ma capii dopo che la vendetta era una cosa sbagliata e insensata
Ma ormai era troppo tardi
Sapevo che questa cosa di avrebbe cambiato la vita, per sempre.

Fine flashback

"OSTUNI SVEGLIATI DOBBIAMO SCAPPARE" una voce familiare che veniva da lontano mi entrò nelle orecchie come una sveglia.
Ero a cavallo di una donna bucherellata dai segni del coltello. Cosa avevo fatto.
"E-Ellie... Io non volevo-giuro"
Mi scesero delle lacrime dagli occhi, ma erano lacrime di angoscia e amarezza per ciò che avevo fatto.
"Ostuni corri in camera sennò ci prendono"
Corsi immediatamente nel corridoio e raggiunsi Ellie per poi chiuderci dentro la nostra stanza con un'ansia pazzesca.
"Ellie devo parlarti" dissi serio e con la paura che pompava nelle vene.

Spazio autrice---
Perdonatemi <3
Ci ho messo precisamente un'ora per scrivere sto capitolo, spero sia di vostro gradimento.
Ho deciso che aggiornerò ogni due giorni per via della scuola e bla bla bla :')
Spero vi siate divertiti a scuola! Haha Io comincio il 16 muahhah.
La smetto. Byee🎈

Insane || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora