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Lorenzo's pov

Quella notte mi svegliai di soprassalto, nella stanza c'era qualcosa che non andava, qualcosa di strano. Mi guardai meglio intorno, c'era il solito vaso di fiori, il solito armadio di plastica. Guardai nel letto di Ellie, ELLIE!
Il letto era ben fatto e non c'era nessuna traccia di lei, probabilmente non era nemmeno venuta a letto. Guardai l'ora che veniva proiettata da   una sveglia analogica, me l'aveva regalata mia madre quando ero più piccolo; era forse un ricordo? La mia mente fu immersa di mille pensieri che avevo macinato durante la mia astinenza in questo manicomio. Avevo appena ricordato un'episodio della mia vita.    
Mi alzai precipitosamente e soddisfatto di me stesso. Ma mi ricordai di Ellie e nella schiena mi passò un brivido amaro.
Corsi verso la porta della stanza e i miei occhi caddero proprio nella parte di maniglia incrostata dal sangue, che il giorno prima non c'era. Spontaneamente le mie gambe andarono verso il bagno delle ragazze, dentro di me sapevo che non era una cosa da fare, ma avevo seriamente paura di quello che poteva esserci all'aldilà della porta che divideva me e la ragazza.

Spalancai la porta con un calcio che neanche pensavo di poter tirare, quella cadde a pezzi per terra. La prima era quella dove bisognava fare la pipì, ma non c'era nessuna traccia di lei, neanche nei lavandini.
Mancavano le docce. Qualcosa mi diceva che era proprio li il problema, in quel 'buco delle emozioni' come la chiamavo io.
Solo una porta era chiusa, la aprii piano per evitare di fare prendere paura.
Allora i miei occhi videro, solo allora pensai 'è morta' con il cuore in gola e le lacrime amare che spuntavano dagli occhi, alla fine, era l'unica amica che avevo.
La distesi nel freddo pavimento del bagno e cercai di svegliarla.

"Ellie, svegliati"
"Forza svegliati!" La vista appannata per le lacrime, la paura di averla persa.

Guardai meglio il suo corpo, aveva una grande ferita nella costola, sembrava un coltello inficcato ma il metallo non c'era e facevo fatica a capire. Aveva il corpo molto freddo sebbene respirava, e si rannicchiava in qualunque posizione la mettevi, era sotto shock.
Mi venne in mente la respirazione bocca a bocca, anche se mi sembrava una cosa stupida, ci provai lo stesso.
La misi distesa bene e appoggiai la bocca nella sua, era molto morbida. Diedi molti respiri prima che si svegliasse e fui molto contento.

"Ellie ommioddio, sei viva!" La abbracciai di colpo e piansi dalla gioia, in quel momento ero molto emotivo.
"Che è successo?" Chiese molto confusa e impaurita. Mentre parlava, si toccava la ferita più volte.
"Dobbiamo andare in infermeria perché sei ferita, alzati che ti aiuto"

Ellie's pov

Ero ancora frastornata da quell'assurdo episodio, quando arrivammo in infermeria, di corsa un'infermiera mi mise nel lettino.

"Oh cristo, datele l'anestesia e poi vediamo cosa fare" mi diedero una puntura e mi addormentai.

Dopo ore..

Mi svegliai di soprassalto nella mia solita stanza, guardai l'ora, era mezzogiorno e un quarto. Ora di pranzo.
Mi stropicciai gli occhi e sbadigliai, avevo dormito tanto ma avevo ancora sonno dopo l'episodio di Sara.
Sara! Ora ricordo!

Flashback

Ero nel bagno per farmi la doccia quando sento dei passi, tanti passi, ma non riesciuscivo a vedere nessuno. Non c'era nessuno.
La mia testa stava scoppiando e intanto guardavo nell'altra doccia, il sangue sgorgava lungo il muro, era molto scuro e non si fermava.
Un brivido mi passó nella schiena, era realtà?
Qualcuno aprì di soprassalto la porta della mia doccia, Sara?
Gli chiesi perché era ancora qua, se doveva andare a casa la mattina stessa, ma non rispose. Nei suoi occhi brillava la malvagità, aveva un mano un coltello. Neanche il tempo di spostarmi e lei me lo infiló nell'anca. Ma non sentivo dolore, non lo sentivo perché era troppo forte. La guardai negli occhi e brilló la soddisfazione e la vendetta. Non sapevo perché l'aveva fatto, sebbene sapeva che io non ricordavo nulla.
Fatto ciò corse via, senza guardarmi.
Due minuti dopo arrivó lui, colui che speravo venisse, Ostuni.

Fine flashback

Dopo aver raccontato tutto a Ostuni che in quel momento era vicino a me, lo ringraziai nel modo più sincero possibile.
"Grazie per tutto, Ostuni" dissi facendo un timido sorriso.
"Prego, se hai bisogno, io ci sono" disse guardando verso il basso, come se si vergognasse. Ma lo capivo, era una situazione abbastanza imbarazzante.
Ma dopo di tutto, lui era l'unico amico che avevo in quel momento, ed era importante.

Spazio autrice---
Porca la pupazza che ho scritto, sono ancora incredula perché i momenti dolci non sono da me.
Wow.
Vabbè spero vi sia piaciuto 💞
Ciaoo💥

Insane || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora