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...

Dieci anni dopo

Narratore esterno:

E fu così che la vita di Lorenzo Ostuni, alias Favij, continuó.
La ragazza che conobbe a Milano diventò la sua fidanzata.
Qualche anno dopo nacque una bella paciocotta che Lorenzo chiamó come il suo primo amore, Ellie.
Era bionda e dolce, proprio come lei.
Ma a lui mancava lei, e molto, così un giorno decise di ritornare nel passato.

"Amoreee, vai via adesso?"
"Lore vado dal dentista perché?"
"Volevo andare a farmi un giro, ci vediamo dopo allora"
"Va bene! Ti amo Lore"
"Ti amo anche io Bea"

Lorenzo's pov

Scesi dalle scale per predere la macchina in garage, volevo andare in un posto che ormai per me era qualcosa di speciale.
Ci vollero circa due orette per arrivare, parcheggiai in un campo abbandonato.
E li lo vidi, il grande manicomio che mi aveva fatto crescere e mi aveva creato problemi a non finire.
Decisi di entrare.
L'edificio era completamente abbandonato con le finestre rotte e i balconi distrutti. Davanti all'entrata si alzava un cancello di ferro, ormai arruginito, messo per non entrare probabilmente.
Tirai il cancello con tutte le mie forze ma questo non volle spostarsi neanche di un millimetro. Mi toccava fare il piano B.
Aggirai l'edificio per trovare una finestra abbastanza bassa da poter essere scavalcata e ritrovarmi all'interno, non era facile perché erano state progettate per non essere scavalcate quindi la maggior parte erano molto alte o incatenate.
Finalmente trovai quella giusta ed entrai con un balzo.
Con me avevo una torcia perché sapevo che probabilmente era tutto chiuso e malandato.
Entrai in quella che sembrava essere una stanza di un paziente in isolamento.
Nel pavimento non c'erano altro che macerie e pezzi di tetto, strani liquidi e siringhe di qualche drogato che era riuscito ad entrare.
Camminai attraverso il corridoio e lo riconobbi subito, era quello che portava alla mensa.
Aprii le grandi porte della stanza e all'interno trovai il bordello totale. Le sedie erano in giro e rotte o bruciate, i tavolo erano rotti e segati.
La polvere si stava infiltrando dappertutto e si vedevano segni di droghe e alcool.
C'erano ancora rimasugli di cibo con i vermi e andato a male.
Ma non c'era nulla di più emozionante di quello, dopo la frase che mi disse Ellie, mi ero sempre impegnato a rimanere un ragazzo normale, senza istinti omicidi o robe varie. C'ero riuscito fino a quel momento, ma non si può nascondere ciò che si è veramente.
Mi sedetti sull'unica sedia rimasta intera e pensai dove poteva essere Ellie, ero venuto solo per lei, per trovarla perché mi stava aspettando ormai da 10 anni. Ed erano troppi.
"Forse e nella mia camera, li dove l'ho lasciata!" Non mi resi neanche conto di averlo detto ad alta voce, ma nessuno mi sentii, anche perché ero l'unico in quel posto. Forse.
Corsi il più velocemente possibile attraverso i corridoi, con la pila che puntava sempre avanti per essere sicuro che il passaggio fosse libero.
La porta era chiusa, come l'avevo lasciata.
Mi riaffiorarono dei ricordi del passato, il corpo venne assolto da una sensazione di malinconia e tristezza. Ellie si trovava la dentro, me lo sentivo.
Aprii la porta delicatamente e misi la testa dentro. Un buco sul muro illuminava la stanza, dandogli anche un aspetto macabro e quasi spettrale.
Mi sedetti sul letto rimasto intatto.
E aspettai

Ellie's pov

Ormai era qua da più di mezz'ora, ma non accennava a parlare o muovere un muscolo. Aveva capito che dovevo essere pronta per farmi vedere perché ero abbastanza emozionata.
In realtà ero incredula, quasi pensai di essere diventata matta.
Mi avvicinai senza che mi vedesse e lo osservai meglio, riconobbi nei suoi occhi la tristezza e l'angoscia ma c'era anche un pizzico di gioia. Aveva una bambina e una fidanzata.
Ero veramente felice per lui, avevo fatto bene a lasciarlo andare quel giorno. Esattamente 10 anni fa.

"Ellie ti percepisco, se non vuoi farti vedere va bene ma almeno non osservarmi sempre!"
Alzó gli occhi e li incastró nei miei, mi resi visibile e lo abbracciai.
Più forte che potevo, quanto più tempo avevo a disposizione perché a me bastava questo. Il suo abbraccio era la vita.
Ci sedemmo e iniziò a parlarmi di cosa aveva fatto negli anni, come aveva conosciuto la sua ragazza e la bambina.
"La bambina ha una nome speciale, come una ragazza speciale che non ha saputo contenere il suo demone. L'ho chiamata Ellie"
Mi guardó e aveva gli occhi lucidi, e per la prima volta vidi le sue lacrime trasparenti, lacrime vere.
Erano forse lacrime di gioia?
Ad un certo punto una luce fortissima riempì la stanza e quando si abbassò Ellie si stava sciogliendo. Le mani si stava sgretolando fino a scomparire.
"Ellie? Che succede?"
"Prima che vada, mi hai salvato la vita. Sei riuscito a rendermi speciale dicendomi come avevi chiamato tua figlia. Mi hai ricordato di quanto io sia diversa e per questo speciale"
"Ma cosa vuol dire? Dove vai?"
"Sei riuscito a farmi perdonare da me stessa. Ed è la cosa più bella che un'essere umano possa fare"
"Dove vaii?!"
"Sto passando all'aldilà, grazie Lorenzo Ostuni. Ti amerò per sempre"
"Ellie io-.. Anche io ti amerò per sempre"

Finalmente potevo essere felice, finalmente dopo anni.

Insane || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora