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Lorenzo's pov

Restai immobile, seduto sul letto della stanza. Non avrei mai pensato di poter fare una cosa del genere ad una persona mia cara, mai.
Ero un mostro.
Pensai a cosa avremmo potuto fare, insieme quando saremmo usciti da quest'orrido posto. Ma la mia testa diceva che non avremmo mai visto la libertà della pioggia o dei raggi del sole che sfioravano la nostra pelle.
La mia pancia cominciò a brontolare, da quanto tempo non mangiavo? Due giorni sicuri.
Andai nella mensa e presi due fette di prosciutto e il succo all'ace, come piaceva a me.
Dopo aver fatto colazione, decisi di andare da Ellie.
Volevo riaverla, mi mancava un sacco anche se era passato solo un giorno da quando l'avevo lasciata andare.
Chiesi ad un'infermiera, dov'era la sua stanza ora, ma non mi seppe rispondere. Ebbi un bruttissimo presentimento.
Ricordai le sue parole 'eri l'unica cosa che mi faceva stare in vita'
NO
corsi per tutti i corridoi del manicomio per poi trovarmi davanti ad una fila di persone che entravano nel bagno delle donne.
NO
il mio cuore si ostinava e dire che era solo perché c'era stato un'attacco di diarrea a tutti, ma poi riuscii ad entrare e il mio cuore si fermó.
Era appesa alla corda, morta. Attorno a lei giravano alcune mosche, mentre il suo collo era completamente lacerato e sporco di sangue. Riuscivo a vedere le sue corde vocali, insanguinate.
Il suo sguardo era triste e malinconico.
Ma non mi accorsi che tutta la gente intorno mi guardava stramortita, stavo piangendo sangue, perché l'avevo persa e ora non mi sarei mai più perdonato.
Presi la sedia che aveva lanciato e sfilai delicatamente il corpo suo, e la tenni in braccio.
Era così fragile, fredda e tristissima.
Mi accorsi che il suo anello era diventato nero, come se avesse perso la sua funzione.
Lo presi e me lo misi nello stesso dito suo, come per avere sempre qualcosa che poteva ricordarmi lei.
Ormai era fatta e non potevo farci nulla, se non quello di provare a credere a ciò che aveva detto prima di morire, ma ne dubitavo fortemente.
Dopo alcuni minuti entrarono alcuni agenti per seppellirla.
"Mi scusi?"
"Si, ragazzo?"
"Non fatele il funerale, non credeva in quel dio" mi guardó male, ma poi capì e annuì.
Sapevo che credeva nel diavolo, anche per quello non mi ero disperato così tanto, speravo che il suo corpo fosse ancora nell'edificio maledetto.
Speravo.

Spuntaneamente andai in biblioteca e mi misi a cercare libri sugli spiriti.
Trovai 'i fantasmi esistono?' e me lo portai in stanza per leggerlo e sapere di più su questo argomento, poteva servirmi.
Ma appena aprii la porta, trovai un'altra ragazza, seduta sul letto di Ellie, sentii una freccia colpirmi il cuore. Non volevo nessun'altro al posto suo perché non poteva essere rimpiazzata.

"Ciao!"
"Ciao" risposi acido come sempre
"Come ti chiami?" Io mi sedetti sul letto e lei venne intorno a me. Mi dava fastidio.
"Non ti interessa"
"Invece io credo di si, io sono Giulia"
"Buon per te"
"Vado a farmi una doccia"
"Quando?"
"Adesso" mi sorrise
"Quando te l'ho chiesto"
Mi guardó male e uscì dalla stanza per andare verso il bagno.
Mi sentii fiero, non volevo rimpiazzare Ellie per nessun motivo. Mai al mondo.

Lessi alcune pagine del libro:
I fantasmi non sono ne nel mondo reale, ne in paradiso o inferno. Sono in una specie di 'purgatorio' il posto in cui finiscono tutte le anime che non riescono a perdonare se stessi e cercano di uscire da quelle condizioni per andare all'aldilà.
Ma solo pochi riescono in questa impresa quasi impossibile, solo chi è dotato.
A volte basta anche l'aiuto di qualcun'altro per uscire dal mondo reale.

Okey, ma ancora non sapevo se Ellie era già passata all'aldilà o no, e non avevo neanche idea di come scoprirlo.
Speravo solo che questo edificio fosse maledetto e non lasciasse sfuggire chiunque si uccidesse. Se era vero dovevano essere molte più anime nel territorio. Pensai che potevano esserci più persone ad osservarmi in quella stanza.
Un brivido amaro mi passó lungo la schiena.
Mi venne in mente una frase di mio nonno tempo fa, 'se senti un brivido lungo la schiena, il tuo corpo si sente osservato da anime che non provengono dal mondo reale'
Mi sventolai la mani davanti alla testa per mandare via quel ricordo così fastidioso, anche se ero fiero di me stesso di aver ricordato qualcosa di così semplice.

"Lorenzo Ostuni ti chiami, vieni ti devo dire una cosa"
Riconobbi subito la voce da gallina della mia conquilina di stanza, Giulia.

Spazio autrice---
Chiedo scusa a tutte le Giulie che leggono sta storia haha :')
Comunque quello del brivido nella schiena è vero, ve lo giuro.
Spero vi piaccia :3
Byee🎈

Insane || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora