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CAPITOLO 11

E anche la scuola è finita... be', non è proprio finita, ci sono solo le vacanze di Natale.

Per mia fortuna, non sono mai stata più felice di una vacanza, ma almeno mi prendo una piccola pausa tra studio e lavoro ( Rita è riuscita a farmi avere il lavoro dai suoi), e poi ho più tempo da dedicare ad Andrea.

Ora siamo nella futura camera del bambino, sdraiati sul puff e guardiamo la stanza vuota, proponendo idee su come farla.

" Ok, ma l'azzurro è troppo da maschio. E se poi è una femmina?"

" Ma va bene l'azzurrino" protesto

Andrea scuote la testa. " E se la facessimo di un azzurro-grigio, magari con un po' di avorio nella miscela. Verrebbe un colore neutro" propone

" Potrebbe andare" mi ritrovo a rispondere.

" Ottimo, allora la facciamo di quel colore..."

" Il lettino usiamo quello di Chiara"

" Ma lei non lo sta usando?"

Scuoto la testa. " Mamma per natale la mette nel letto nella sua stanza e la culla la da a noi. È bianca, credo che vada più che bene" dico mentre gioco con le sue dita, intrecciandole alle mie.

" Mia zia ha ancora una cassettiera bianca, ha detto che ce la da volentieri"

Sorrido. " Fantastico. Il fasciatoio ce lo abbiamo, sempre quello di Chiara... cosa manca?"

Andrea solleva le spalle. " Non ne ho idea. Hai tu la sorellina piccola. Io sono l'ultimo arrivato in famiglia!"

" Ci verrà in mente" liquido velocemente.

" Sai cosa manca?" esclama dopo qualche minuto di silenzio

Scuoto la testa. " No, cosa?"

" Il nome... non ha un nome"

" Se è un maschio Enea" dico senza esitare. Mi è sempre piaciuto quel nome.

Andrea storce leggermente il naso, ma alla fine cede. " Ok, Enea mi piace. Ma se è una femmina?"

" Tu cosa proponi?"

Andrea sembra pensarci un attimo. " A me è sempre piaciuto il nome Eleonora... ed era anche la mia vecchia maestra delle elementari, la più brava che abbia mai avuto"

" Eleonora o Enea..." sussurro accarezzandomi la pancia.. e improvvisamente lo sento. È come un leggero colpo da dentro e basta a farmi emozionare. Prendo di scatto la mano di Andrea e la metto sulla pancia. " Cosa succede?" mi chiede preoccupato.

Io gli sorrido. " L'ho sentito. L'ho sentito muoversi!"

Andrea mi sorride e tiene la mano sul mio ventre, e io gliela muovo in base a dove sento i piccoli calci. Ma non ne da più.

*

" Stasela arliva Babbo Natale?" chiede Chiara mentre mette i biscotti vicino all'albero.

Mamma annuisce. " Si, domani aprirete i regali, ma Babbo Natale arriva solo se i bambini sono a letto"

" Catela non va a letto?" chiede indicandomi. Io le sorrido.

" Vado a letto tra qualche minuto, tu inizia ad andare" le dico

Chiara mi guarda e poi corre verso la sua camera, la mia vecchia camera, vicino a quella di mamma e papà.

In effetti anche io vado a letto poco dopo, stanca morta. Sono sempre stanza ultimamente, ma Marisa mi ha spiegato che è normale.

La mattina dopo vengo svegliata da Chiara, che mi scuote e mi chiama. " è arrivato Babbo Natale!" sta urlando " Vieni, vieni!"

È ancora in pigiama e dopo che mi sveglia non riesco più a dormire, così decido di alzarmi e scendere con lei.

Arrivo di sotto e trovo mamma e papà già svegli nelle loro vestaglie. Io mi sono tirata dietro direttamente tutta la coperta.

Mi butto sul divano mentre guardo l'enorme albero con sotto tutti i regali.

" Non sono tutti tuoi Chiara. Alcuni sono per i parenti che vengono oggi!"

" Quali sono i miei?"

Mamma inizia a prendere alcuni pacchetti che passa a Chiara, che scarta con ferocia. Gli e ne da uno per volta e aspetta qualche minuto prima di passargli quello dopo, in modo che possa vederlo meglio.

" Anche per te" mi dice mamma passandomi una busta.

Io la prendo e la apro e rimango scioccata quando vedo più di trecento euro dentro. " Sono da parte nostra e dei nonni. Per te e per il bambino"

Mi alzo e li abbraccio. " Grazie"

" Non c'è di che. Ma non è finita qui. Manu ci pensi tu?" chiede mia madre guardando papà.

Papà annuisce e si alza per andare verso la cucina. Chiara sta giocando con una bambola e io con lei quando papà rientra con un cane.

" Ecco a voi il nuovo membro della famiglia. Ha un anno, e lo abbiamo fatto addestrare. Stava dalla zia nel frattempo. È un Cocker spaniel inglese e si chiama Wendy"

Vado verso Wendy, seguita a ruota da Chiara, e inizio a coccolarla.

" Pensavo non voleste animali"

" Non volevamo, ma poi tuo padre ha visto Wendy al canile e ha deciso di farvi il regalo per Natale"

Mi metto ad accarezzare il soffice pelo di Wendy mentre Chiara lo abbraccio, ma lei non reagisce, per fortuna.

" E poi era mamma che non volava un cane. Io l'ho sempre voluto!" replica papà.

" Già, ma si fa a turno per portarla fuori" mette in chiaro la mamma.

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